Null (Vilminore, 1714 - Bergamo, 1775)
I poeti salgono gloriosi il Parnaso ove s…
Descrizione

(Vilminore, 1714 - Bergamo, 1775) I poeti salgono gloriosi il Parnaso ove si innalza il tempio di Apollo Datato 1765 sul libro aperto a sinistra del De tranquillitate animi Affresco applicato su tela, cm 225X370 Provenienza: Bergamo, Palazzo Marenzi già Romili Bibliografia: F. M. Tassi, Vite de' pittori, scultori e architetti bergamaschi, Bergamo, Locatelli, 1793, p. 112 P. A. Brasi, Memoria storica intorno alla Valle Seriana superiore, Rovetta 1823, p. 83 G. Moratti, Raccolta di pittori che dipinsero in Bergamo e sua Provincia, Biblioteca Civica di Bergamo, ms. 1900, I, pp. 8-9 E. Fornoni, Dizionario Odeporico, Curia vescovile di Bergamo, ms. s.d. (ca. 1915-1920), I, pp. 25-26 E. Fornoni, Dizionario Odeporico, Curia vescovile di Bergamo, ms. s.d. (ca. 1920), XII, p. 11 C. Caversazzi, Una bambocciata di ispirazione letteraria in: Bergomum, Bergamo, dicembre 1939, fasc. IV, pagg. 216-219 M. A. Baroncelli, Faustino Bocchi ed Enrico Albrici pittori di bambocciate, Brescia 1965, pp. 70-72, fig. 43 B. Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi, Vol. 6, Bergamo 1989, p. 55 M. A. Baroncelli, in I Pittori Bergamaschi dal XII al XIX secolo, il Settecento III, Bergamo 1990, p. 192, n. 6, p. 240 M. Olivari, Faustino Bocchi e l'arte di figurar pigmei, Roma, Milano 1990, pp. 156-159, n. B7 V. Caprara, in Il Settecento Lombardo, catalogo della mostra a cura di Rossana Bossaglia e Valerio Terraroli, Milano 1991, p. 590 C. Tellini Perina, in Pittura a Bergamo dal Romanico al Neoclassicismo, a cura di M. Gregori, Milano 1999, pp. 294-295, tav. 147 Dalle Accademie all'Ateneo: significati di una presenza nella storia della città, a cura di L. Pagani, Ranica 2001, p. 140 (citato) S. Turani, in Bergamo nobilissima. La decorazione profana nei palazzi dal Seicento all'Ottocento, a cura di G. Carlo, F. Villa, C. Beltrami, F. Fracassi, S. Turani, Milano 2016, pp. 112-113 L'opera qui presentata è la più celebre dell'artista e fu realizzata nel 1765 per decorare il soffitto alla sommità dello scalone al secondo piano nobile di Palazzo dei conte Romili (oggi Marenzi) a Bergamo. La scena descrive una 'bambocciata di ispirazione e soggetto letterario', con i più famosi poeti che salgono gloriosi il Parnaso dove si erge il tempio di Apollo e soggiornano le Muse, una delle quali ricaccia verso il basso con la frusta i cattivi poeti. Fu probabilmente il conte Romili a indicare al pittore il soggetto, come suggerirebbero le altre opere di Albricci d'ispirazione letteraria commissionategli dal medesimo. Secondo il Caversazzi (Cfr. Caversazzi 1939) l'interpretazione trova riferimenti alle coeve polemiche dei periodici Il Caffè, del milanese Pietro Verri (pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766) e la Frusta letteraria diretta e scritta quasi interamente dal veneziano Giuseppe Baretti con lo pseudonimo di Aristarco Scannabue che, pubblicata tra il 1763 e il 1765, ottenne un grande successo, soprattutto per i toni accesi con cui Baretti espresse le sue opinioni nei confronti di numerosi letterati contemporanei o del passato, coinvolgendo certamente l'interesse del conte Romili, di cui è nota la sensibilità culturale. Detto ciò, è curiosa la coincidenza tra la realizzazione dell'affresco e la chiusura delle due riviste, suggerendo la corretta interpretazione da parte del Caversazzi, tenendo conto che a Bergamo erano ben vive tra gli intellettuali le discussioni sulla polemica letteraria in atto e a cui allude umoristicamente Albricci nel suo gustoso dipinto, 'una delle cose migliori di quel capriccioso artista' che invita tutti alla calma citando Seneca.

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(Vilminore, 1714 - Bergamo, 1775) I poeti salgono gloriosi il Parnaso ove si innalza il tempio di Apollo Datato 1765 sul libro aperto a sinistra del De tranquillitate animi Affresco applicato su tela, cm 225X370 Provenienza: Bergamo, Palazzo Marenzi già Romili Bibliografia: F. M. Tassi, Vite de' pittori, scultori e architetti bergamaschi, Bergamo, Locatelli, 1793, p. 112 P. A. Brasi, Memoria storica intorno alla Valle Seriana superiore, Rovetta 1823, p. 83 G. Moratti, Raccolta di pittori che dipinsero in Bergamo e sua Provincia, Biblioteca Civica di Bergamo, ms. 1900, I, pp. 8-9 E. Fornoni, Dizionario Odeporico, Curia vescovile di Bergamo, ms. s.d. (ca. 1915-1920), I, pp. 25-26 E. Fornoni, Dizionario Odeporico, Curia vescovile di Bergamo, ms. s.d. (ca. 1920), XII, p. 11 C. Caversazzi, Una bambocciata di ispirazione letteraria in: Bergomum, Bergamo, dicembre 1939, fasc. IV, pagg. 216-219 M. A. Baroncelli, Faustino Bocchi ed Enrico Albrici pittori di bambocciate, Brescia 1965, pp. 70-72, fig. 43 B. Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi, Vol. 6, Bergamo 1989, p. 55 M. A. Baroncelli, in I Pittori Bergamaschi dal XII al XIX secolo, il Settecento III, Bergamo 1990, p. 192, n. 6, p. 240 M. Olivari, Faustino Bocchi e l'arte di figurar pigmei, Roma, Milano 1990, pp. 156-159, n. B7 V. Caprara, in Il Settecento Lombardo, catalogo della mostra a cura di Rossana Bossaglia e Valerio Terraroli, Milano 1991, p. 590 C. Tellini Perina, in Pittura a Bergamo dal Romanico al Neoclassicismo, a cura di M. Gregori, Milano 1999, pp. 294-295, tav. 147 Dalle Accademie all'Ateneo: significati di una presenza nella storia della città, a cura di L. Pagani, Ranica 2001, p. 140 (citato) S. Turani, in Bergamo nobilissima. La decorazione profana nei palazzi dal Seicento all'Ottocento, a cura di G. Carlo, F. Villa, C. Beltrami, F. Fracassi, S. Turani, Milano 2016, pp. 112-113 L'opera qui presentata è la più celebre dell'artista e fu realizzata nel 1765 per decorare il soffitto alla sommità dello scalone al secondo piano nobile di Palazzo dei conte Romili (oggi Marenzi) a Bergamo. La scena descrive una 'bambocciata di ispirazione e soggetto letterario', con i più famosi poeti che salgono gloriosi il Parnaso dove si erge il tempio di Apollo e soggiornano le Muse, una delle quali ricaccia verso il basso con la frusta i cattivi poeti. Fu probabilmente il conte Romili a indicare al pittore il soggetto, come suggerirebbero le altre opere di Albricci d'ispirazione letteraria commissionategli dal medesimo. Secondo il Caversazzi (Cfr. Caversazzi 1939) l'interpretazione trova riferimenti alle coeve polemiche dei periodici Il Caffè, del milanese Pietro Verri (pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766) e la Frusta letteraria diretta e scritta quasi interamente dal veneziano Giuseppe Baretti con lo pseudonimo di Aristarco Scannabue che, pubblicata tra il 1763 e il 1765, ottenne un grande successo, soprattutto per i toni accesi con cui Baretti espresse le sue opinioni nei confronti di numerosi letterati contemporanei o del passato, coinvolgendo certamente l'interesse del conte Romili, di cui è nota la sensibilità culturale. Detto ciò, è curiosa la coincidenza tra la realizzazione dell'affresco e la chiusura delle due riviste, suggerendo la corretta interpretazione da parte del Caversazzi, tenendo conto che a Bergamo erano ben vive tra gli intellettuali le discussioni sulla polemica letteraria in atto e a cui allude umoristicamente Albricci nel suo gustoso dipinto, 'una delle cose migliori di quel capriccioso artista' che invita tutti alla calma citando Seneca.

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