FRANCESCO POLAZZO (Venezia, 1683 - 1753) 
Madonna dei pellegrini 
Olio su tela, …
Descrizione

FRANCESCO POLAZZO

(Venezia, 1683 - 1753) Madonna dei pellegrini Olio su tela, cm 108X61,5 Provenienza: Berlino, Asta Lempke, Kunstwerke aus den besta¨nden Leningrader museen und schlo¨sser: Eremitage, palais Michailoff, Gatschina, u. a (Opere d'arte provenienti dai musei e dai palazzi di Leningrado: Hermitage, Palazzo Michailoff, Gatchina; (Cfr. RKD, https://rkd.nl/imageslite/1697209) il 4-5 giugno 1929, lotto 28 (come Marco Ricci) Firenze, Collezione Contini Bonacossi Venezia, già Collezione Scarpa Londra, Philips, 8 luglio 1993, lotto 62 (come attribuito a Giovanni Battista Cignaroli) Torino, collezione privata Italia, collezione privata Bibliografia: E. Martini, La pittura del Settecento veneto, Maniago 1982, p. 475, fig. 402 (come Sebastiano Ricci) U. Ruggeri, Francesco Polazzo tra Bergamo e Venezia, in Artisti Lombardi e centri di produzione italiani nel Settecento. Intercambi, modelli, tecniche, committenti, cantieri. Studi in onore di Rossana Bossaglia, a cura di G. C. Sciolla, V. Terraroli, Bergamo 1995, p. 254, fig. 5 (come Francesco Polazzo) L. De Rossi, Francesco Polazzo, Mariano del Friuli 2004, p. 285 (come Francesco Polazzo) Il dipinto è stato attribuito da Egidio Martini al periodo romano di Sebastiano Ricci e documenterebbe l'interesse del pittore nei confronti dell'opera caravaggesca e la sua attività di copista. Nel caso specifico, la tela riproduce la celebre Madonna dei pellegrini custodita nella chiesa di Sant'Agostino ed è stata poi ricondotta correttamente da Ugo Ruggeri e successivamente da Laura De Rossi al catalogo di Francesco Polazzo. La formazione del pittore, poco chiara a causa delle confuse informazioni pervenuteci dalle fonti, lo indicano allievo di Sebastiano Ricci e Giovanni Battista Piazzetta (Compendio illustrato da Alessandro Longhi, 1762), con un periodo di studio bolognese. Bisogna infatti rilevare che nella Madonna e Santi del 1712, custodita nella chiesa bergamasca di Santa Caterina, ben si osservano le suggestioni felsinee di Carlo Cignani e Marcantonio Franceschini, che parrebbero confermare l'apprendistato forestiero. Bisogna altresì dire che la carriera dell'artista si svolse prevalentemente a Bergamo ma è comunque indubbia la qualità della sua produzione, anche se la fortuna critica lo pone in una posizione minore rispetto a Tiepolo o al Piazzetta. Polazzo fu nondimeno in possesso di un solido bagaglio tecnico che gli valse un discreto successo e la capacità di assimilare fonti figurative di varia provenienza. Tornando all'opera in esame, la critica, pur riconoscendo il fatto inusuale del prestito, vi osserva un carattere stilistico peculiare al pittore in un momento di piena maturità linguistica. Inoltre, il Polazzo non è nuovo a interpretazioni illustri dell'età seicentesca, avendo già fatto uso, ad esempio, di modelli tratti da Ludovico Carracci, come si evince osservando la Madonna con il Bambino di collezione privata debitrice delle Visione di San Giacinto già in San Domenico a Bologna e ora al Louvre.

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FRANCESCO POLAZZO

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