Null (Venezia, 1680 - 1737)
Ritratto di gentiluomo, circa 1730
Olio su rame conv…
Descrizione

(Venezia, 1680 - 1737) Ritratto di gentiluomo, circa 1730 Olio su rame convesso, cm 58X43,5 Il dipinto è una preziosa e rara aggiunta al catalogo del pittore, per la notevole valenza estetica e conservativa. Come sappiamo, dal 1686 David svolse con straordinario successo la propria attività a Roma e la sua fama è documentata dal prestigio dei committenti. A questo proposito ricordiamo la corte papale, il cardinale Francesco Acquaviva d'Aragona, le famiglie Colonna, Corsini, Farnese, Patrizi, Sacchetti ma all'elenco bisogna altresì ricordare i grandi nomi dell'aristocrazia europea, in modo particolare gli Stuart che in esilio a Roma, nel 1717, scelsero David quale pittore ufficiale, aprendogli le porte della committenza inglese. Tornando all'opera in esame, si evince che il pittore si sia formato sugli esempi della ritrattistica d'età barocca, guardando le opere di Giovanni Maria Morandi (1622; 1717), Agostino Masucci (1691-1758), Jacob Ferdinand Voet (1639-1700?) e specialmente Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio (1639-1709). Tuttavia, la sua arte rivela per raffinatezza e intonazione cromatica un'indole precocemente rococò, attenta alla posa degli effigiati e alla resa delle vesti, curando scrupolosamente i dettagli delle stoffe e dei merletti. Nel contempo, soprattutto nei ritratti inglesi, l'autore giunge a esiti di un sottile classicismo che riscontreremo nelle opere di Pompeo Batoni. Questi aspetti si colgono molto bene nell'opera in esame, straordinariamente sofisticata per esecuzione tecnica e, cosa non secondaria, da considerarsi un unicum per le eccezionali dimensioni del supporto in rame convesso. L'opera è corredata da una scheda critica di Alessandro Agresti. Bibliografia di riferimento: A. Spiriti, S. Capelli, I David: due pittori tra Sei e Settecento, catalogo della mostra, Milano 2004, ad vocem F. Petrucci, Pittura di ritratto a Roma: il Settecento, Roma 2010, I, pp. 216-222; II, pp. 534-552

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(Venezia, 1680 - 1737) Ritratto di gentiluomo, circa 1730 Olio su rame convesso, cm 58X43,5 Il dipinto è una preziosa e rara aggiunta al catalogo del pittore, per la notevole valenza estetica e conservativa. Come sappiamo, dal 1686 David svolse con straordinario successo la propria attività a Roma e la sua fama è documentata dal prestigio dei committenti. A questo proposito ricordiamo la corte papale, il cardinale Francesco Acquaviva d'Aragona, le famiglie Colonna, Corsini, Farnese, Patrizi, Sacchetti ma all'elenco bisogna altresì ricordare i grandi nomi dell'aristocrazia europea, in modo particolare gli Stuart che in esilio a Roma, nel 1717, scelsero David quale pittore ufficiale, aprendogli le porte della committenza inglese. Tornando all'opera in esame, si evince che il pittore si sia formato sugli esempi della ritrattistica d'età barocca, guardando le opere di Giovanni Maria Morandi (1622; 1717), Agostino Masucci (1691-1758), Jacob Ferdinand Voet (1639-1700?) e specialmente Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio (1639-1709). Tuttavia, la sua arte rivela per raffinatezza e intonazione cromatica un'indole precocemente rococò, attenta alla posa degli effigiati e alla resa delle vesti, curando scrupolosamente i dettagli delle stoffe e dei merletti. Nel contempo, soprattutto nei ritratti inglesi, l'autore giunge a esiti di un sottile classicismo che riscontreremo nelle opere di Pompeo Batoni. Questi aspetti si colgono molto bene nell'opera in esame, straordinariamente sofisticata per esecuzione tecnica e, cosa non secondaria, da considerarsi un unicum per le eccezionali dimensioni del supporto in rame convesso. L'opera è corredata da una scheda critica di Alessandro Agresti. Bibliografia di riferimento: A. Spiriti, S. Capelli, I David: due pittori tra Sei e Settecento, catalogo della mostra, Milano 2004, ad vocem F. Petrucci, Pittura di ritratto a Roma: il Settecento, Roma 2010, I, pp. 216-222; II, pp. 534-552

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