MATA HARI: (1876-1917) MATA HARI: (1876-1917) Margaretha Geertruida Zelle. Balle…
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MATA HARI: (1876-1917)

MATA HARI: (1876-1917) Margaretha Geertruida Zelle. Ballerina esotica, cortigiana e spia olandese, giustiziata da un plotone di esecuzione in Francia durante la prima guerra mondiale. A.L.S., Mata-Hari, due pagine (scritte sulla prima e sull'ultima facciata del bifolio), 8vo, Parigi, n.d. (1908), all'impresario [Nicol] Gerson, su carta intestata dell'Hotel Majestic, in francese. La danzatrice invia al suo corrispondente alcune fotografie e consiglia ´Prenez en avec vous les meilleurs, faites comme vous voulez´ (Traduzione: Portate con voi i migliori, fate come vi pare"), e aggiunge ´J´ai trouve votre lettre qui n'est pas si aimable que vous meme, mais j´espere que tout est en ordre et que vous partez quand meme Samedi. Faites avant tout Londres parceque je vois que c'est une grande affaire´ (Traduzione: ´Ho trovato la vostra lettera, che non è gentile come voi, ma spero che tutto sia in ordine e che partiate comunque sabato. Prima di tutto fate Londra, perché vedo che è un grande affare"). Insieme a una buona fotografia originale d'epoca color seppia non firmata di Mata Hari, 4 x 6,5, che la ritrae in piedi in una posa a figura intera con il suo costume che incorpora un velo trasparente e con le braccia tese alzate. Leggermente montata su una pagina in 4to rimossa da un album e con annotazioni a inchiostro contemporanee del collezionista sopra e sotto la fotografia. Due piccole aree di perdita su due angoli della fotografia, altrimenti da G a VG, 2

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Arazzo di Bruxelles, metà del XVI secolo. Caratteristiche tecniche: lana e seta. Dimensioni: altezza: 280 cm; larghezza: 430 cm. Probabilmente parte di un'appendice di 12 pannelli, "Animali favolosi", su cartoni di Pieter Coecke van Aelst il Giovane. Arazzo di Bruxelles del 1550-1560, parte di un'eccezionale appendice di "Animali favolosi" probabilmente tessuta da cartoni di Pieter Coecke van Aelst le Jeune; da confrontare con gli 8 pannelli (di Jean Tons II) dell'appendice nelle collezioni del Castello di Serrant (Francia); da confrontare anche con il pannello (di Jean Tons II), che reca il marchio della mercante Catherine van den Eynde, esposto a Palazzo Savelli Orsini, sede del Sovrano Ordine di Malta, a Roma (Italia); e da confrontare anche con i 3 paramenti jagelloniani, per un totale di 44 pannelli (di William Tons), conservati nel Castello di Wawel a Cracovia (Polonia). Tessuto a Bruxelles nella seconda metà del XVI secolo, l'arazzo è più simile a un bestiario, che combina animali locali con animali fantastici ed esotici in una composizione esuberante e selvaggia. Il XVI secolo vide il fiorire delle guerre religiose e delle grandi scoperte. Gli artisti (inglesi, francesi, portoghesi, olandesi e fiamminghi) partono per l'Italia e tornano con nuove idee e tecniche. Carlo V e Francesco I alternarono periodi in cui si combattevano a periodi in cui rivaleggiavano in modo più pacifico attraverso i loro rivaleggiare più pacificamente attraverso le loro passioni comuni: la caccia e gli arazzi. In questo secolo turbolento, in cui gli scismi religiosi laceravano l'Europa, si cercò di trovare nuove spiegazioni al mondo e ai suoi miti, spesso attraverso descrizioni simboliche della natura. Così, al di là della semplice rappresentazione di paesaggi meravigliosi, ispirati dalle tavole di zoologia in voga, i tessitori fiamminghi volevano illustrare storie morali. A volte questi animali erano impegnati in una battaglia con Cristo o con l'anima umana. Così : Il Bene e il Male, Dio e il Diavolo, il debole e il forte, sono incarnati nelle fattezze di animali reali, esotici, mitologici o talvolta mostruosi. In questo caso, l'arazzo è più favoloso degli 8 pannelli del castello di Serrant o dei 44 pannelli dei 3 dipinti di Jagiellonian a Wawel. Il paesaggio lussureggiante, dove crescono felci arboree insieme a palme e altre piante, presenta un drago che combatte contro una fenice in primo piano a sinistra, suggerendo che il diavolo sta combattendo contro Cristo, che risorgerà dai morti (in coincidenza con la Pasqua e il segno astrologico dell'Ariete, 21 marzo-20 aprile). Questa lotta si svolge sotto lo sguardo di un uccello elefante (Aepyornis Maximus, che in realtà misura 2,50 m di altezza), un animale favoloso, oggi estinto, che viveva in Madagascar e la cui scoperta da parte dei portoghesi nel 1500 ha indubbiamente impressionato le popolazioni europee dell'epoca. Alla sua destra, un ibis rosso, l'uccello di fuoco per eccellenza, cerca il suo cibo in una palude ai margini della quale una gallinella d'acqua difende il suo nido da un varano. All'estrema destra, un ariete sembra rappresentare il segno zodiacale a cui è attribuito questo pannello. Sullo sfondo, nel sottobosco, si vede un marsupiale, animale molto strano per gli abitanti delle Fiandre dell'epoca, e su tutta l'ampiezza a sinistra una serie di animali più "comuni": anatre, caprioli, unicorni, gufi, scoiattoli, cinghiali, linci, cervi, leoni, aironi, lupi, conigli e perfino un uro, a dimostrazione che questo è il mondo in cui viviamo. Per essere sicuri, un cavaliere si vede un po' sopra il drago, con l'aspetto di un principe, per confermare che l'uomo vive davvero tra tutte queste creature. I ricchi bordi, che si riversano abilmente sul pannello principale, presentano grottesche, uccelli e altri animali e personaggi, frutti e fiori, uno più straordinario dell'altro, e segni astrologici. Senza dubbio l'autore di queste vignette, probabilmente William Tons, ha voluto fondere antichi simboli pagani con i valori cristiani, onnipresenti all'epoca, ispirandosi alla crudeltà del mondo di quaggiù e alla speranza a cui fa appello l'inno di Davide ("Il leone e l'agnello vivranno insieme"), per trasmettere messaggi diversi sulla creazione e sul futuro dell'umanità. Fonti: Gli arazzi fiamminghi del Castello di Wawel a Cracovia, Fondo Mercator, Anversa/Belgio-1972. Les routes de la Tapisserie en Val de Loire, Edwige Six e Thierry Malty, Hermé, Parigi/Francia-1996. Arazzo fiammingo, Iannoo,