Null STENDHAL (Henri Beyle, dit). 
Lettera autografa firmata "A. B. Lanvallère l…
Descrizione

STENDHAL (Henri Beyle, dit). Lettera autografa firmata "A. B. Lanvallère l[ieutenan]t au 17e" alla sorella Pauline Périer-Lagrange, con alcuni passaggi in inglese. Sankt-Pölten, 7 dicembre 1809. 3 pp. 1/3 in-4, indirizzo sul dorso, timbro in ceralacca rossa, mancanza marginale dovuta all'apertura con danneggiamento di alcune parole, spaccature alle pieghe, piega centrale restaurata tra i 2 fogli. L'AMBIZIOSO MONSIEUR BEYLE. Stendhal era arrivato in Austria nel marzo 1809, quando era commissario di guerra agli ordini del cugino Pierre Daru, amministratore delle province austriache (dopo la vittoria francese a Wagram). Quando scrisse questa lettera, stava tornando in Francia e stava mobilitando la sua famiglia e i suoi amici per farsi nominare revisore dei conti al Consiglio di Stato, cosa che sarebbe avvenuta il 3 agosto 1810. "Mio caro amico, a St-Pölten ci manca tutto, anche la carta. Questo è ciò che ti dà mezzo foglio di carta da registro. Ho scritto due lunghe lettere al nostro eccellente nonno. Vi prego di leggerle. LA VICENDA SI CONCLUDERÀ A PARIGI NEI PRIMI GIORNI DI GENNAIO. Ho pochissime speranze, e di conseguenza pochi desideri, ma desidero trattare questo affare con la cura che ho ogni giorno per le cose ancora più indifferenti. 4 LETTERE DEVONO ESSERE SCRITTE, 3 a Z. [Pierre Daru], alla madre e al fratello. Tutte e tre forti, decise e soprattutto sulla cosa meno vera, cioè i 7656 fr. all'anno. Spero che queste lettere siano state scritte. Se non lo fossero, fate pressione perché vengano scritte entro 24 ore. Dopo di che, una seconda lettera a Z. [Pierre Daru], in cui il gr[eat] fath[er] scrive che si dice che saranno nominati 30 o 40 a[uditeurs], che ci deve almeno un approccio al sig. M[ontalivet]. Infine, una lettera urgente, un elogio. Infine, la cosa più difficile è ottenere una lettera dal signor Charp[entier]. Il grande padre deve convincerlo a scriverla; per risparmiare la sua pigrizia ed evitare la sua naturale lentezza, lasciate che sia il padre a scriverla e che il buon sacerdote abbia solo il compito di trascriverla. Il santo sacerdote forse rifiuterà di prestarsi a qualche esagerazione, ma bisogna tener presente che questi signori sono abituati a ricevere 20 richieste al giorno e di conseguenza a rifiutarne 19; la loro mente ha contratto l'abitudine di cercare motivi onesti per rifiutare. Io stesso a volte aiuto uno di loro in questo tribunale e so che le lettere ben argomentate e calorosamente espresse ci danno molto filo da torcere. Nella lettera del santo prete ci deve essere un piccolo certificato di mio padre che assicura in 4 righe che la mia fortuna è di 7650 all'anno, senza dimenticare la qualità di sindaco di Grenoble. Infine una lettera di mio zio, se vuole, al signor Bataille. Il motivo di questa lettera è ampiamente spiegato in uno scarabocchio di 4 pagine che il nostro buon nonno deve aver già ricevuto e che vi prego di leggere, con grande danno per i vostri occhi. IL VOSTRO COMPITO IN TUTTO QUESTO È QUELLO DI ACCELERARE L'INVIO DI QUESTE LETTERE. Eliminare gli ostacoli che impediscono, o sembrano impedire, al signor Ch[arpentier] di realizzare le nostre intenzioni. In effetti, ce n'è solo uno che mi sembra pericoloso, è la morte del buon prete, di cui non avevo notizia sei anni fa. A questo punto [dovete] riuscire. Ricordate, e fate ricordare agli altri, che tutto sarà finito entro i primi giorni di gennaio. Se siete in campagna, tornate a Gr[enoble]. Se abitate in Rue St-Louis, passate 8 ore al giorno nella casa del grande padre e rimuovete gli ostacoli dei dettagli. Infine, che è la cosa più eroica che vi chiedo di fare, INSEGNATEMI IN 4 O 5 LINEE IN BIANCO, SENZA NOMINARE NESSUNA PERSONA, NESSUNA COSA SI PUÒ OTTENERE DA QUESTO... Una conversazione con lo zio per la lettera all'aiutante del principe. Se lo zio volesse, coinvolgere il principe stesso, sarebbe tanto meglio. Che il principe dica una parola al signor Z. [Pierre Daru], nel vero interesse del caro zio. Questa è una cambiale a favore di Gaétan, che devo pagare a meno che non abbia una pietra del Drac [un affluente dell'Isère] al posto del cuore. Ma mille piccole considerazioni potrebbero impedirmi di fare la cosa giusta. Vi ringrazio per la vostra amichevole Zele e per la vostra finezza di donna, e soprattutto per aver trascorso la vostra vita nella Grande-Rue e per aver dato la cena. GIOCHI DI MASCHERE. Stendhal usava spesso degli pseudonimi per riferirsi a persone a lui vicine e spesso si firmava con vari nomi, come qui "A. B. Lanvallère": in questa pratica c'era il piacere, il desiderio di evadere, ma anche talvolta la malizia e una sorta di tentazione di parricidio. Stendhal se ne servì anche nella sua opera letteraria, realizzando una grande quantità di invenzioni e giochi di nomi di personaggi e luoghi.

104 

STENDHAL (Henri Beyle, dit). Lettera autografa firmata "A. B. Lanvallère l[ieutenan]t au 17e" alla sorella Pauline Périer-Lagrange, con alcuni passaggi in inglese. Sankt-Pölten, 7 dicembre 1809. 3 pp. 1/3 in-4, indirizzo sul dorso, timbro in ceralacca rossa, mancanza marginale dovuta all'apertura con danneggiamento di alcune parole, spaccature alle pieghe, piega centrale restaurata tra i 2 fogli. L'AMBIZIOSO MONSIEUR BEYLE. Stendhal era arrivato in Austria nel marzo 1809, quando era commissario di guerra agli ordini del cugino Pierre Daru, amministratore delle province austriache (dopo la vittoria francese a Wagram). Quando scrisse questa lettera, stava tornando in Francia e stava mobilitando la sua famiglia e i suoi amici per farsi nominare revisore dei conti al Consiglio di Stato, cosa che sarebbe avvenuta il 3 agosto 1810. "Mio caro amico, a St-Pölten ci manca tutto, anche la carta. Questo è ciò che ti dà mezzo foglio di carta da registro. Ho scritto due lunghe lettere al nostro eccellente nonno. Vi prego di leggerle. LA VICENDA SI CONCLUDERÀ A PARIGI NEI PRIMI GIORNI DI GENNAIO. Ho pochissime speranze, e di conseguenza pochi desideri, ma desidero trattare questo affare con la cura che ho ogni giorno per le cose ancora più indifferenti. 4 LETTERE DEVONO ESSERE SCRITTE, 3 a Z. [Pierre Daru], alla madre e al fratello. Tutte e tre forti, decise e soprattutto sulla cosa meno vera, cioè i 7656 fr. all'anno. Spero che queste lettere siano state scritte. Se non lo fossero, fate pressione perché vengano scritte entro 24 ore. Dopo di che, una seconda lettera a Z. [Pierre Daru], in cui il gr[eat] fath[er] scrive che si dice che saranno nominati 30 o 40 a[uditeurs], che ci deve almeno un approccio al sig. M[ontalivet]. Infine, una lettera urgente, un elogio. Infine, la cosa più difficile è ottenere una lettera dal signor Charp[entier]. Il grande padre deve convincerlo a scriverla; per risparmiare la sua pigrizia ed evitare la sua naturale lentezza, lasciate che sia il padre a scriverla e che il buon sacerdote abbia solo il compito di trascriverla. Il santo sacerdote forse rifiuterà di prestarsi a qualche esagerazione, ma bisogna tener presente che questi signori sono abituati a ricevere 20 richieste al giorno e di conseguenza a rifiutarne 19; la loro mente ha contratto l'abitudine di cercare motivi onesti per rifiutare. Io stesso a volte aiuto uno di loro in questo tribunale e so che le lettere ben argomentate e calorosamente espresse ci danno molto filo da torcere. Nella lettera del santo prete ci deve essere un piccolo certificato di mio padre che assicura in 4 righe che la mia fortuna è di 7650 all'anno, senza dimenticare la qualità di sindaco di Grenoble. Infine una lettera di mio zio, se vuole, al signor Bataille. Il motivo di questa lettera è ampiamente spiegato in uno scarabocchio di 4 pagine che il nostro buon nonno deve aver già ricevuto e che vi prego di leggere, con grande danno per i vostri occhi. IL VOSTRO COMPITO IN TUTTO QUESTO È QUELLO DI ACCELERARE L'INVIO DI QUESTE LETTERE. Eliminare gli ostacoli che impediscono, o sembrano impedire, al signor Ch[arpentier] di realizzare le nostre intenzioni. In effetti, ce n'è solo uno che mi sembra pericoloso, è la morte del buon prete, di cui non avevo notizia sei anni fa. A questo punto [dovete] riuscire. Ricordate, e fate ricordare agli altri, che tutto sarà finito entro i primi giorni di gennaio. Se siete in campagna, tornate a Gr[enoble]. Se abitate in Rue St-Louis, passate 8 ore al giorno nella casa del grande padre e rimuovete gli ostacoli dei dettagli. Infine, che è la cosa più eroica che vi chiedo di fare, INSEGNATEMI IN 4 O 5 LINEE IN BIANCO, SENZA NOMINARE NESSUNA PERSONA, NESSUNA COSA SI PUÒ OTTENERE DA QUESTO... Una conversazione con lo zio per la lettera all'aiutante del principe. Se lo zio volesse, coinvolgere il principe stesso, sarebbe tanto meglio. Che il principe dica una parola al signor Z. [Pierre Daru], nel vero interesse del caro zio. Questa è una cambiale a favore di Gaétan, che devo pagare a meno che non abbia una pietra del Drac [un affluente dell'Isère] al posto del cuore. Ma mille piccole considerazioni potrebbero impedirmi di fare la cosa giusta. Vi ringrazio per la vostra amichevole Zele e per la vostra finezza di donna, e soprattutto per aver trascorso la vostra vita nella Grande-Rue e per aver dato la cena. GIOCHI DI MASCHERE. Stendhal usava spesso degli pseudonimi per riferirsi a persone a lui vicine e spesso si firmava con vari nomi, come qui "A. B. Lanvallère": in questa pratica c'era il piacere, il desiderio di evadere, ma anche talvolta la malizia e una sorta di tentazione di parricidio. Stendhal se ne servì anche nella sua opera letteraria, realizzando una grande quantità di invenzioni e giochi di nomi di personaggi e luoghi.

Le offerte sono terminate per questo lotto. Visualizza i risultati

Forse ti piacerebbe anche