Null HUYSMANS (Joris-Karl). 
Manoscritto autografo intitolato "Le sleeping-cars …
Descrizione

HUYSMANS (Joris-Karl). Manoscritto autografo intitolato "Le sleeping-cars [sic]". [1888]. 5 pp. in folio, cancellature e correzioni a inchiostro e matita rossa e blu, un'aggiunta su un colletto; strappi restaurati al verso, 2 foglie con margine sgualcito rinforzate. Resoconto, in forma di testimonianza, di un'esperienza presentata come infernale, il viaggio in carrozza da Parigi a Colonia nel settembre 1888: paragona lo scompartimento a una "prigione", a un "carcere", a una "Mazas rotolante" dove, nei violenti sobbalzi del treno, si tenta una promiscuità mista a passeggeri grotteschi, "un signore di circa cinquant'anni, adiposo e avvizzito, molto calvo" e "vecchi farsetti le cui giogaie oscillano", ecc. : " ... L'odore della cabina mi soffoca. I profumi slegati in un soffio d'etere si mescolano con gli effluvi delle donne dopo il ballo. Il mio cuore cede in quest'aria rarefatta, piena di aromi. Mi alzo, mi vesto con calma, spingo delicatamente la porta e mi avvio nel corridoio. Non c'è nessuno - accendo una sigaretta, apro una nuova porta che conduce alla piattaforma esterna. Finalmente respiro, ma il vento della rapida mi appiattisce contro le pareti, mentre una sottile pioggia di fuliggine mi punge il viso e le mani con punti neri. È ora di tornare a casa... A poco a poco la carrozza si sveglia... Nelle stanze si vede il letame della lettiera, la sporcizia dei materassi, i rifiuti dei cuscini e delle coperte, tutto un disordine dominato dalla ridicola infantilità dei soffitti decorati con un vecchio cielo dipinto...". Articolo pubblicato nel marzo 1889 su La Revue indépendante (2a serie, vol. X, n. 29), originariamente destinato a Gil Blas, che lo rifiutò per non alienarsi la compagnia ferroviaria da cui il giornale otteneva biglietti omaggio per i suoi giornalisti.

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HUYSMANS (Joris-Karl). Manoscritto autografo intitolato "Le sleeping-cars [sic]". [1888]. 5 pp. in folio, cancellature e correzioni a inchiostro e matita rossa e blu, un'aggiunta su un colletto; strappi restaurati al verso, 2 foglie con margine sgualcito rinforzate. Resoconto, in forma di testimonianza, di un'esperienza presentata come infernale, il viaggio in carrozza da Parigi a Colonia nel settembre 1888: paragona lo scompartimento a una "prigione", a un "carcere", a una "Mazas rotolante" dove, nei violenti sobbalzi del treno, si tenta una promiscuità mista a passeggeri grotteschi, "un signore di circa cinquant'anni, adiposo e avvizzito, molto calvo" e "vecchi farsetti le cui giogaie oscillano", ecc. : " ... L'odore della cabina mi soffoca. I profumi slegati in un soffio d'etere si mescolano con gli effluvi delle donne dopo il ballo. Il mio cuore cede in quest'aria rarefatta, piena di aromi. Mi alzo, mi vesto con calma, spingo delicatamente la porta e mi avvio nel corridoio. Non c'è nessuno - accendo una sigaretta, apro una nuova porta che conduce alla piattaforma esterna. Finalmente respiro, ma il vento della rapida mi appiattisce contro le pareti, mentre una sottile pioggia di fuliggine mi punge il viso e le mani con punti neri. È ora di tornare a casa... A poco a poco la carrozza si sveglia... Nelle stanze si vede il letame della lettiera, la sporcizia dei materassi, i rifiuti dei cuscini e delle coperte, tutto un disordine dominato dalla ridicola infantilità dei soffitti decorati con un vecchio cielo dipinto...". Articolo pubblicato nel marzo 1889 su La Revue indépendante (2a serie, vol. X, n. 29), originariamente destinato a Gil Blas, che lo rifiutò per non alienarsi la compagnia ferroviaria da cui il giornale otteneva biglietti omaggio per i suoi giornalisti.

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