[Controriforma]. Muzio, Girolamo. Le mentite ochiniane. Venezia, Giolito de Ferr…
Descrizione

[Controriforma]. Muzio, Girolamo. Le mentite ochiniane. Venezia, Giolito de Ferrari, 1551. In 8° (158 x 105 mm);185 [ma 186], [1] carte. Marca tipografica al frontespizio e al colophon (restauri al frontespizio e agli angoli delle prime carte e alle ultime 6 carte con perdita di testo, sporadiche macchie al margine bianco inferiore, manca l'ultima carta bianca.) Legatura in pergamena. Rara prima edizione di quest'opera che è una vera e propria confutazione delle dottrine del grande riformatore Bernardino Ochino nelle sue Prediche. Il volume contiene anche la famosa lettera che Ochino inviò a Vittoria Colonna nella quale spiega le ragioni della sua conversione e della conseguente partenza dall'Italia.

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[Controriforma]. Muzio, Girolamo. Le mentite ochiniane. Ven

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GIROLAMO FORABOSCO (Venezia, 1605 - Padova, 1679). "Giuseppe e la moglie di Potifar". Olio su tela. -Bibliografia: Girolamo Forabosco. Chiara Marin. Venezia Barocca. Edizioni Close. Pagina 457. Fig. 98 (cat. 69). Misure: 105 x 135 cm. In questo magnifico dipinto viene narrato l'episodio biblico del tentativo della moglie di Potifar di sedurre Giuseppe. Questi cerca di fuggire dall'abbraccio della bella giovane donna, la cui nudità rivela un corpo agile e snello. Giuseppe, vestito con tunica e mantello, cerca di non guardarla, adottando un gesto di rifiuto. L'insinuazione sensuale e la franca nudità di lei contrastano con il suo doppio strato di abiti e di pudore. Si tratta di un tema molto trattato fin dal Rinascimento e l'artista ne raccoglie l'eredità entrando in un proficuo dialogo con la tradizione, come è consuetudine nelle sue migliori composizioni. Nei toni della carne accesi dalla passione, nei gesti istrionici e nelle finiture satinate delle vesti, il pittore riesce a far rivivere la sensualità della scuola veneziana, infondendole un'impronta romantica. Potifar, alto funzionario della corte del Faraone, aveva acquistato Giuseppe, venduto come schiavo. Dopo che la sua diligenza, Potifar, nominò Giuseppe capo della casa, fu in quel momento che la moglie di Potifar iniziò a notare Giuseppe, cercando di sedurlo. Approfittando di un'occasione in cui nella casa non c'era nessuno degli uomini a capo, la donna si insinuò in Giuseppe, che fuggì. Tuttavia, al ritorno di Potifar, la donna accusò Giuseppe di tentato stupro, per cui Giuseppe fu mandato in prigione. Girolamo Forabosco o Gerolamo Ferrabosco è stato un pittore barocco veneziano del XVII secolo, attivo a Padova e a Venezia tra il 1636 e il 1644. Dopo aver studiato a Venezia con Alessandro Varotari (il Padovanino), Girolamo Forabosco fu influenzato artisticamente da Bernardo Strozzi. Fu ammesso alla Fraglia dei Pittori tra il 1634 e il 1639 e fu membro pagante dal 1640 al 1644. Adottò lo stile compositivo e i soggetti di Tiberio Tinelli. Nel 1653 ha uno studio a Padova, ma l'anno successivo è di nuovo a Venezia, dove dipinge una pala d'altare per il patriarca Federico Cornaro, morto nel 1654, e un Ritratto di Carlo Contarini, doge. Nel corso della sua carriera realizzò un numero relativamente ridotto di opere, soprattutto ritratti, genere che gli assicurò la fama, recuperando modelli di composizioni cinquecentesche e ravvivandole attraverso un uso più vivace del colore. -Bibliografia: Girolamo Forabosco. Chiara Marin. Venezia Barocca. Cierre Edizioni. Pagina 457. Fig. 98 (cat. 69).

- Storia di Fra Girolamo Savonarola 1744-1913. 21 titoli - - - - - - - Numero di pezzi: 9 Pagine: - Burlamacchi, Pacifico. Vita del P. F. Girolamo Savonarola dell'ordine del Predicatori. Luca: 1744. Lucas, Herbert. Fra Girolamo Savonarola: uno studio biografico basato su documenti contemporanei. Londra: Sands and Co. 1899. Pastor, Louis. Contribution à l'Histoire de Savonarole. Parigi: P. Lethielleux, 1898. Benivieni, Girolamo. Canzona d'un piagnone pel bruciamento delle vanita nel carnevale del 1498: da una rarissima stampa contemporanea. Firenze: 1864. Burlamacchi, Pacifico. La vita, con alcuni scritti del padre F. Girolamo Savonarola: arso in Firenze: l'anno 1498. Milano: Dalla, Tipografia di Gio Silvestri, 1847. Revere, Giuseppe. I Piagnoni e gli Arrabbiati al tempo di fra Girolamo Savonarola. Milano: Tipografia di Vicenzo Guglielmini, 1843. Randi, Luigi. Frate Girolamo Savonarola. Firenze: Tip. di G. Carnesecchi e figli, 1893. Capponi, Carlo. Del dispregio del mondo: opuscolo latino. Firenze: Tipografà di Federigo Bencini, 1862. Savonarola, G. Salmo di Fra Girolamo Savonarola recato in Italiano da N. Tommaseo; col testo a fronte. irenze: Tipografia Galileiana, 1862. Savonarola, G. Poesie di fra Girolamo Savonarola: tratte dall'autografo. Firenze: Presso Antonio Cechii, 1862. Savonarola, G. Salmo di Fra Girolamo Savonarola recato in Italiano da N. Tommaseo; col testo a fronte. Firenze: Tipografia Galileiana, 1862. Capponi, Carlo. L'Officio proprio per Fra Girolamo Savonarola e i suoi compagni scritto nel secolo XVI con un proemio. Prato: Per Ranieri Guasti, 1863. Savage Landor, Walter. Savonarola e il priore de San Marco. Firenze: Tipografia Barbèra, 1860. Varie: Gherardi, Alessandro. Nuovi Documenti e studi intorno a Girolamo Savonarola, Firenze: 1876. Savonarola, G. Lettere inedite di Fra Gerolamo Savonarola e documenti concernenti lo stesso. Tipografia Galileiana, 1847. Luschino, Benedetto. Cedrus Libani, ossia Vita di fra Gerolamo Savonarola, s.e, 1847. Procter, Giovanni. Il domenicano Savonarola e la Riforma. Milano: Tipografia pontificia di S. Giuseppe, 1896. Guasti, Cesare. Il Savonarola e i pirati. Firenze: Tipografia E. Lit Di G. Carnesecchi e figli, 1876. Morçat, Raoul. La cronaca del convento fiorentino di San Marco. Roma: Ermanno Loescher, 1913. Rouard de Card, Marie. Jerome Savonarole et La statue de Luther a Worms Leuven: Fonteyn, 1867. Rouard de Card, Marie. Jerome Savonarole e la statua di Lutero a Worms. Leuven: A dai principali librai d'Italia, Genova e Firenze, 1868. Straordinaria raccolta di opere su Girolamo Savonarola, figura centrale nella storia religiosa e politica dell'Italia del Rinascimento. Savonarola, frate domenicano, è noto per le sue veementi prediche contro la corruzione della Chiesa e la sua influenza sulla politica fiorentina. Il suo arresto e la sua esecuzione nel 1498 non hanno diminuito la sua eredità; al contrario, la sua vita e la sua opera hanno continuato a ispirare dibattiti e studi per secoli. Tra le varie biografie critiche e le opere dei ferventi seguaci spicca il libro del 1744, una prima e rarissima biografia impreziosita da incisioni dell'influente frate riformatore.