Null Rembrandt Harmenszoon van Rijn. Cristo guarisce gli infermi, o i 100 fiorin…
Descrizione

Rembrandt Harmenszoon van Rijn. Cristo guarisce gli infermi, o i 100 fiorini. 1649 circa. Acquaforte, bulino e puntasecca su carta vergellata, secondo stato, Bartsch 074 (restauro nella parte alta dell’ombra.) 299 x 414 mm. Lotto accompagnato da certificato di autenticità firmato da Maurizio Marini e da un documento firmato da Massimo Ripostai che attesta la provenienza dalla collezione provata di Jean Marie Drot, ex direttore dell’Accademia di Francia a Roma. In questa celebre incisione, Rembrandt riunisce diversi episodi della vita di Gesù desunti dal vangelo di Matteo, accostando il tema della guarigione a quello della purezza dell’anima. Per la sua esecuzione l’artista usò l’incisione con l’acido, ovvero l’acquaforte, insieme a quella diretta eseguita con il bulino e con la puntasecca, raggiungendo così i neri profondi contrapposti alla luce divina ottenuta col bianco della carta. L’incisione è comunemente nota come “La stampa da cento fiorini” probabilmente in riferimento al prezzo di vendita. Molte fonti riportano anche l’aneddoto secondo il quale Rembrandt, volendo acquistare delle stampe di Marcantonio Raimondi dello stesso valore, le barattò con un esemplare di questa stampa.

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Rembrandt Harmenszoon van Rijn. Cristo guarisce gli infermi, o i 100 fiorini. 1649 circa. Acquaforte, bulino e puntasecca su carta vergellata, secondo stato, Bartsch 074 (restauro nella parte alta dell’ombra.) 299 x 414 mm. Lotto accompagnato da certificato di autenticità firmato da Maurizio Marini e da un documento firmato da Massimo Ripostai che attesta la provenienza dalla collezione provata di Jean Marie Drot, ex direttore dell’Accademia di Francia a Roma. In questa celebre incisione, Rembrandt riunisce diversi episodi della vita di Gesù desunti dal vangelo di Matteo, accostando il tema della guarigione a quello della purezza dell’anima. Per la sua esecuzione l’artista usò l’incisione con l’acido, ovvero l’acquaforte, insieme a quella diretta eseguita con il bulino e con la puntasecca, raggiungendo così i neri profondi contrapposti alla luce divina ottenuta col bianco della carta. L’incisione è comunemente nota come “La stampa da cento fiorini” probabilmente in riferimento al prezzo di vendita. Molte fonti riportano anche l’aneddoto secondo il quale Rembrandt, volendo acquistare delle stampe di Marcantonio Raimondi dello stesso valore, le barattò con un esemplare di questa stampa.

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