Null Attribuito a DOMINGO MARTÍNEZ (Siviglia, 1688 - 1749), .

"Immacolata Conce…
Descrizione

Attribuito a DOMINGO MARTÍNEZ (Siviglia, 1688 - 1749), . "Immacolata Concezione". Olio su tela. Rilegato. Misure: 106 x 77 cm; 125,5 x 101 cm (cornice). Vediamo in quest'opera una rappresentazione dell'Immacolata perfettamente inquadrata nell'ambito del Seicento spagnolo, che a livello stilistico e iconografico segue i modelli stabiliti nel Barocco, in particolare quelli stabiliti dall'artista Juan Carreño Miranda nella sua opera dell'Immacolata Concezione, situata nel convento degli Scalzi. Vediamo Maria vestita di bianco e blu (simboli rispettivamente della purezza e dei concetti di verità ed eternità), circondata da angeli bambini in piedi. Alcuni angeli portano i simboli delle litanie, come i gigli o la palma. L'immagine iconografica definitiva dell'Immacolata Concezione prese forma nel XVI secolo, a quanto pare in Spagna. Seguendo una tradizione valenciana, il gesuita Padre Alberro ebbe una visione e la descrisse al pittore Juan de Juanes affinché la catturasse il più fedelmente possibile. Si tratta di un concetto iconografico evoluto, talvolta associato al tema dell'Incoronazione della Vergine. Per le sue caratteristiche artistiche ed estetiche, si può dire che questa tela sia stata realizzata da un seguace del pittore spagnolo Domingo Martinez. Questo artista si formò nella sua città natale, essendo Lucas Valdés uno dei suoi maestri. Le fonti indicano che era apprezzato nel suo tempo, dato che troviamo importanti commissioni come quelle ricevute dall'arcivescovo di Siviglia, per il quale realizzò diversi dipinti destinati alla cattedrale della capitale andalusa e alla chiesa di Nuestra Señora de la Consolación a Umbrete. Allo stesso modo, durante il soggiorno della corte di Filippo V a Siviglia (1729-33) mantenne rapporti con pittori francesi al servizio del re, come Jean Ranc e Louis-Michel van Loo, la cui influenza sarà evidente nella sua opera, unita all'eredità diretta di Murillo. D'altra parte, fu proprio Ranc a proporre Martínez come pittore di corte, offerta che il pittore tuttavia rifiutò, non volendo trasferirsi a Madrid con il re. Ebbe diversi discepoli e sappiamo che nella sua bottega si formarono Andrés de Rubira, Pedro Tortolero e Juan de Espinal, quest'ultimo pittore che sarebbe poi diventato suo genero ed erede della bottega di famiglia. La sua prima opera importante fu l'insieme decorativo della chiesa del Colegio de San Telmo, con dipinti sulla vita di Cristo e sul suo rapporto con il mare, realizzato nel 1724. Sei anni dopo dipinse due grandi quadri per il Convento di Santa Paula a Siviglia. Nello stesso decennio del 1730 realizzò anche opere singole e scenografie per le chiese di Siviglia e provincia, sempre a tema religioso, oltre al ritratto dell'arcivescovo Luis de Salcedo y Azcona per il Palazzo Arcivescovile di Siviglia (1739). Altrettanto prolifico fu l'ultimo decennio della sua vita, quando realizzò decorazioni a tempera per le chiese di Santa Ana e San Luis de los Franceses a Siviglia, oltre a diverse tele. La sua ultima opera, realizzata intorno al 1748, è un insieme di otto tele che rappresentano la grande mascherata tenutasi a Siviglia nel giugno dell'anno precedente in occasione dell'ascesa al trono di Fernando VI. Opere di Martínez sono attualmente conservate presso il Museo di Belle Arti di Siviglia.

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Attribuito a DOMINGO MARTÍNEZ (Siviglia, 1688 - 1749), . "Immacolata Concezione". Olio su tela. Rilegato. Misure: 106 x 77 cm; 125,5 x 101 cm (cornice). Vediamo in quest'opera una rappresentazione dell'Immacolata perfettamente inquadrata nell'ambito del Seicento spagnolo, che a livello stilistico e iconografico segue i modelli stabiliti nel Barocco, in particolare quelli stabiliti dall'artista Juan Carreño Miranda nella sua opera dell'Immacolata Concezione, situata nel convento degli Scalzi. Vediamo Maria vestita di bianco e blu (simboli rispettivamente della purezza e dei concetti di verità ed eternità), circondata da angeli bambini in piedi. Alcuni angeli portano i simboli delle litanie, come i gigli o la palma. L'immagine iconografica definitiva dell'Immacolata Concezione prese forma nel XVI secolo, a quanto pare in Spagna. Seguendo una tradizione valenciana, il gesuita Padre Alberro ebbe una visione e la descrisse al pittore Juan de Juanes affinché la catturasse il più fedelmente possibile. Si tratta di un concetto iconografico evoluto, talvolta associato al tema dell'Incoronazione della Vergine. Per le sue caratteristiche artistiche ed estetiche, si può dire che questa tela sia stata realizzata da un seguace del pittore spagnolo Domingo Martinez. Questo artista si formò nella sua città natale, essendo Lucas Valdés uno dei suoi maestri. Le fonti indicano che era apprezzato nel suo tempo, dato che troviamo importanti commissioni come quelle ricevute dall'arcivescovo di Siviglia, per il quale realizzò diversi dipinti destinati alla cattedrale della capitale andalusa e alla chiesa di Nuestra Señora de la Consolación a Umbrete. Allo stesso modo, durante il soggiorno della corte di Filippo V a Siviglia (1729-33) mantenne rapporti con pittori francesi al servizio del re, come Jean Ranc e Louis-Michel van Loo, la cui influenza sarà evidente nella sua opera, unita all'eredità diretta di Murillo. D'altra parte, fu proprio Ranc a proporre Martínez come pittore di corte, offerta che il pittore tuttavia rifiutò, non volendo trasferirsi a Madrid con il re. Ebbe diversi discepoli e sappiamo che nella sua bottega si formarono Andrés de Rubira, Pedro Tortolero e Juan de Espinal, quest'ultimo pittore che sarebbe poi diventato suo genero ed erede della bottega di famiglia. La sua prima opera importante fu l'insieme decorativo della chiesa del Colegio de San Telmo, con dipinti sulla vita di Cristo e sul suo rapporto con il mare, realizzato nel 1724. Sei anni dopo dipinse due grandi quadri per il Convento di Santa Paula a Siviglia. Nello stesso decennio del 1730 realizzò anche opere singole e scenografie per le chiese di Siviglia e provincia, sempre a tema religioso, oltre al ritratto dell'arcivescovo Luis de Salcedo y Azcona per il Palazzo Arcivescovile di Siviglia (1739). Altrettanto prolifico fu l'ultimo decennio della sua vita, quando realizzò decorazioni a tempera per le chiese di Santa Ana e San Luis de los Franceses a Siviglia, oltre a diverse tele. La sua ultima opera, realizzata intorno al 1748, è un insieme di otto tele che rappresentano la grande mascherata tenutasi a Siviglia nel giugno dell'anno precedente in occasione dell'ascesa al trono di Fernando VI. Opere di Martínez sono attualmente conservate presso il Museo di Belle Arti di Siviglia.

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