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Descrizione

Scuola italiana; XVI secolo. "Cristo che porta la croce". Olio su tavola. Presenta difetti e restauri. Misure: 65 x 43 cm. Modello di Sebastiano Piombo. La concentrazione che mostra il volto di Cristo, con le palpebre cadute e la bocca semiaperta, esalta la devozione del fedele, che davanti alla sobrietà della scena contempla gli ultimi momenti della vita di Gesù. L'autore riflette solo il busto del protagonista e parte della croce, anche se non nella sua interezza, riducendo al minimo gli elementi per creare un'immagine di contenuta emozione. Questa moderazione si nota anche nel trattamento tecnico dell'anatomia, dove le mani e il braccio che si intravedono sotto la tunica mostrano la tensione delle vene, cariche della forza di portare la croce. Questa abilità artistica si riflette anche in piccoli dettagli come le gocce di sangue causate dalla corona di spine, che non cadono in modo drammatico sul volto, e le lacrime trasparenti che inumidiscono le guance del protagonista. In questa tela l'autore raffigura uno dei momenti più drammatici della Via Crucis, quello in cui Cristo porta il peso della croce. In questo episodio è comune vedere Simone il Cireneo che aiuta Gesù a portare la croce, o la Veronica che gli offre un panno per pulirgli il volto dal sangue e dal sudore. Tuttavia, l'autore di questa tela fa a meno di questi personaggi e non cerca alcun significato teologico se non quello della sofferenza e del sacrificio volontario di Cristo a favore dell'umanità. In effetti, questa suprema generosità è rafforzata dallo stesso sguardo di Gesù, che evita il nostro, volgendosi di lato, verso qualcosa che non vediamo perché è fuori dal quadro. La pittura barocca è uno degli esempi più autentici e personali della nostra arte, perché la sua concezione e la sua forma di espressione sono nate dalle persone e dai sentimenti più profondi che vi si annidavano. Con l'economia dello Stato in crisi, la nobiltà in declino e l'alto clero gravato da pesanti tasse, furono i monasteri, le parrocchie e le confraternite di chierici e laici a promuoverne lo sviluppo, e le opere furono talvolta finanziate da sottoscrizioni popolari. La pittura fu così costretta a cogliere gli ideali prevalenti in questi ambienti, che non erano altro che quelli religiosi, in un momento in cui la dottrina della Controriforma esigeva dall'arte un linguaggio realistico, affinché i fedeli potessero comprendere e identificarsi con ciò che veniva rappresentato, e un'espressione dotata di un intenso contenuto emotivo per accrescere il fervore e la devozione del popolo. Il soggetto religioso è, quindi, il tema più ricorrente. Presenta difetti e restauri.

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Scuola italiana; XVI secolo. "Cristo che porta la croce". Olio su tavola. Presenta difetti e restauri. Misure: 65 x 43 cm. Modello di Sebastiano Piombo. La concentrazione che mostra il volto di Cristo, con le palpebre cadute e la bocca semiaperta, esalta la devozione del fedele, che davanti alla sobrietà della scena contempla gli ultimi momenti della vita di Gesù. L'autore riflette solo il busto del protagonista e parte della croce, anche se non nella sua interezza, riducendo al minimo gli elementi per creare un'immagine di contenuta emozione. Questa moderazione si nota anche nel trattamento tecnico dell'anatomia, dove le mani e il braccio che si intravedono sotto la tunica mostrano la tensione delle vene, cariche della forza di portare la croce. Questa abilità artistica si riflette anche in piccoli dettagli come le gocce di sangue causate dalla corona di spine, che non cadono in modo drammatico sul volto, e le lacrime trasparenti che inumidiscono le guance del protagonista. In questa tela l'autore raffigura uno dei momenti più drammatici della Via Crucis, quello in cui Cristo porta il peso della croce. In questo episodio è comune vedere Simone il Cireneo che aiuta Gesù a portare la croce, o la Veronica che gli offre un panno per pulirgli il volto dal sangue e dal sudore. Tuttavia, l'autore di questa tela fa a meno di questi personaggi e non cerca alcun significato teologico se non quello della sofferenza e del sacrificio volontario di Cristo a favore dell'umanità. In effetti, questa suprema generosità è rafforzata dallo stesso sguardo di Gesù, che evita il nostro, volgendosi di lato, verso qualcosa che non vediamo perché è fuori dal quadro. La pittura barocca è uno degli esempi più autentici e personali della nostra arte, perché la sua concezione e la sua forma di espressione sono nate dalle persone e dai sentimenti più profondi che vi si annidavano. Con l'economia dello Stato in crisi, la nobiltà in declino e l'alto clero gravato da pesanti tasse, furono i monasteri, le parrocchie e le confraternite di chierici e laici a promuoverne lo sviluppo, e le opere furono talvolta finanziate da sottoscrizioni popolari. La pittura fu così costretta a cogliere gli ideali prevalenti in questi ambienti, che non erano altro che quelli religiosi, in un momento in cui la dottrina della Controriforma esigeva dall'arte un linguaggio realistico, affinché i fedeli potessero comprendere e identificarsi con ciò che veniva rappresentato, e un'espressione dotata di un intenso contenuto emotivo per accrescere il fervore e la devozione del popolo. Il soggetto religioso è, quindi, il tema più ricorrente. Presenta difetti e restauri.

Stima 3 000 - 3 500 EUR
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