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Descrizione

JOAN MIRÓ I FERRÀ (Barcellona, 1893 - Palma di Maiorca, 1983). "Messaggio, 1977. Inchiostro su carta. Firmato in basso a destra. Firmato, datato e titolato sul retro. Misure: 23,5 x 27,5 cm: 55 x 62 cm (cornice). Nel 1977 Miró si trova in un periodo consolidato della sua carriera artistica, avendo ricevuto nello stesso anno la Medaglia d'oro al merito per la sua opera. In questo periodo, il decennio degli anni Settanta, la sua pittura si orienta verso un'estetica più evocativa, popolata da forme eteree che si riducono a linee e punti che riescono a concettualizzare e catturare corpi organici, tipici della natura. Questa linea fluida che si vede in questo quadro è caratteristica del periodo, infatti si ritrova in diverse sue opere, come ad esempio nell'opera intitolata "Femme, oiseau", che appartiene alla collezione del Centre Pompidou di Parigi. Joan Miró è stato una delle grandi figure dell'arte del XX secolo a livello internazionale. Si è formato a Barcellona, prima alla Escuela de la Lonja e poi all'Academia Galí, con uno spirito più innovativo. In questa scuola e nel Cercle Artístic de Sant Lluc, sempre a Barcellona, il giovane Miró incontra alcuni dei suoi grandi amici, come il critico Sebastià Gasch, il poeta J.V. Foix, il pittore Josep Llorens Artigas e il promotore artistico Joan Prats. In questo modo, fin dagli anni della formazione fu direttamente legato ai circoli più all'avanguardia di Barcellona e già all'inizio del 1918 tenne la sua prima mostra nelle Gallerie Dalmau di Barcellona. Nel 1920 si trasferisce a Parigi e conosce Picasso, Raynal, Max Jacob, Tzara e i dadaisti. Questi saranno gli anni cruciali della sua carriera artistica, in cui Miró scoprirà il suo linguaggio personale. A Parigi stringe amicizia con André Masson, attorno al quale si riunisce il cosiddetto gruppo di Rue Blomet, futuro nucleo del surrealismo. Così, sotto l'influenza dei poeti e dei pittori surrealisti, con i quali condivide molti dei suoi approcci teorici, matura il suo stile; cerca di trasporre la poesia surrealista al visivo, basandosi sulla memoria, sulla fantasia e sull'irrazionale. Da questo momento in poi, il suo stile inizia un'evoluzione che lo porta a opere più eteree, in cui forme e figure organiche sono ridotte a punti astratti, linee e macchie di colore. Nel 1924 firma il primo manifesto surrealista, anche se l'evoluzione della sua opera, troppo complessa, non permette di ascriverlo a nessuna particolare ortodossia. La sua terza mostra a Parigi, nel 1928, fu il suo primo grande trionfo: il Museum of Modern Art di New York acquistò due sue opere. A partire dagli anni Trenta Miró diventa una delle figure di spicco della scena artistica internazionale, nonché uno dei creatori chiave del XX secolo. È proprio in questo periodo che l'artista, anticonformista per natura, entra in una fase da lui stesso definita "omicidio della pittura", in cui rinuncia volontariamente a essere un pittore e sperimenta altri mezzi, come il collage, il disegno su carta di diversa consistenza o la costruzione di "oggetti" con elementi trovati, il suo primo approccio alla scultura. Così, sebbene riprenda presto la pratica della pittura, Miró non abbandona mai il desiderio di sperimentare tutti i tipi di materiali e tecniche, tra cui la ceramica, il bronzo, la pietra, le tecniche grafiche e persino, dal 1970, l'arazzo. Tornato in Spagna nel 1941, nello stesso anno il Museum of Modern Art di New York gli dedica una retrospettiva che sarà la sua definitiva consacrazione internazionale. Dal 1956 fino alla morte, avvenuta nel 1983, vive a Palma di Maiorca in una sorta di esilio interno, mentre la sua fama internazionale cresce. Nel corso della sua vita riceve numerosi riconoscimenti, come i Gran Premi della Biennale di Venezia nel 1954 e della Fondazione Guggenheim nel 1959, il Premio Carnegie per la Pittura nel 1966, le Medaglie d'Oro della Generalitat de Catalunya (1978) e delle Belle Arti (1980), e viene nominato Dottore Honoris Causa dalle università di Harvard e Barcellona. Oggi le sue opere sono esposte alla Fondazione Joan Miró di Barcellona, inaugurata nel 1975, e nei principali musei d'arte contemporanea del mondo, come il Thyssen-Bornemisza, il MoMA di New York, il Museo Reina Sofia di Madrid, la National Gallery di Washington o il MNAM di Parigi.

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JOAN MIRÓ I FERRÀ (Barcellona, 1893 - Palma di Maiorca, 1983). "Messaggio, 1977. Inchiostro su carta. Firmato in basso a destra. Firmato, datato e titolato sul retro. Misure: 23,5 x 27,5 cm: 55 x 62 cm (cornice). Nel 1977 Miró si trova in un periodo consolidato della sua carriera artistica, avendo ricevuto nello stesso anno la Medaglia d'oro al merito per la sua opera. In questo periodo, il decennio degli anni Settanta, la sua pittura si orienta verso un'estetica più evocativa, popolata da forme eteree che si riducono a linee e punti che riescono a concettualizzare e catturare corpi organici, tipici della natura. Questa linea fluida che si vede in questo quadro è caratteristica del periodo, infatti si ritrova in diverse sue opere, come ad esempio nell'opera intitolata "Femme, oiseau", che appartiene alla collezione del Centre Pompidou di Parigi. Joan Miró è stato una delle grandi figure dell'arte del XX secolo a livello internazionale. Si è formato a Barcellona, prima alla Escuela de la Lonja e poi all'Academia Galí, con uno spirito più innovativo. In questa scuola e nel Cercle Artístic de Sant Lluc, sempre a Barcellona, il giovane Miró incontra alcuni dei suoi grandi amici, come il critico Sebastià Gasch, il poeta J.V. Foix, il pittore Josep Llorens Artigas e il promotore artistico Joan Prats. In questo modo, fin dagli anni della formazione fu direttamente legato ai circoli più all'avanguardia di Barcellona e già all'inizio del 1918 tenne la sua prima mostra nelle Gallerie Dalmau di Barcellona. Nel 1920 si trasferisce a Parigi e conosce Picasso, Raynal, Max Jacob, Tzara e i dadaisti. Questi saranno gli anni cruciali della sua carriera artistica, in cui Miró scoprirà il suo linguaggio personale. A Parigi stringe amicizia con André Masson, attorno al quale si riunisce il cosiddetto gruppo di Rue Blomet, futuro nucleo del surrealismo. Così, sotto l'influenza dei poeti e dei pittori surrealisti, con i quali condivide molti dei suoi approcci teorici, matura il suo stile; cerca di trasporre la poesia surrealista al visivo, basandosi sulla memoria, sulla fantasia e sull'irrazionale. Da questo momento in poi, il suo stile inizia un'evoluzione che lo porta a opere più eteree, in cui forme e figure organiche sono ridotte a punti astratti, linee e macchie di colore. Nel 1924 firma il primo manifesto surrealista, anche se l'evoluzione della sua opera, troppo complessa, non permette di ascriverlo a nessuna particolare ortodossia. La sua terza mostra a Parigi, nel 1928, fu il suo primo grande trionfo: il Museum of Modern Art di New York acquistò due sue opere. A partire dagli anni Trenta Miró diventa una delle figure di spicco della scena artistica internazionale, nonché uno dei creatori chiave del XX secolo. È proprio in questo periodo che l'artista, anticonformista per natura, entra in una fase da lui stesso definita "omicidio della pittura", in cui rinuncia volontariamente a essere un pittore e sperimenta altri mezzi, come il collage, il disegno su carta di diversa consistenza o la costruzione di "oggetti" con elementi trovati, il suo primo approccio alla scultura. Così, sebbene riprenda presto la pratica della pittura, Miró non abbandona mai il desiderio di sperimentare tutti i tipi di materiali e tecniche, tra cui la ceramica, il bronzo, la pietra, le tecniche grafiche e persino, dal 1970, l'arazzo. Tornato in Spagna nel 1941, nello stesso anno il Museum of Modern Art di New York gli dedica una retrospettiva che sarà la sua definitiva consacrazione internazionale. Dal 1956 fino alla morte, avvenuta nel 1983, vive a Palma di Maiorca in una sorta di esilio interno, mentre la sua fama internazionale cresce. Nel corso della sua vita riceve numerosi riconoscimenti, come i Gran Premi della Biennale di Venezia nel 1954 e della Fondazione Guggenheim nel 1959, il Premio Carnegie per la Pittura nel 1966, le Medaglie d'Oro della Generalitat de Catalunya (1978) e delle Belle Arti (1980), e viene nominato Dottore Honoris Causa dalle università di Harvard e Barcellona. Oggi le sue opere sono esposte alla Fondazione Joan Miró di Barcellona, inaugurata nel 1975, e nei principali musei d'arte contemporanea del mondo, come il Thyssen-Bornemisza, il MoMA di New York, il Museo Reina Sofia di Madrid, la National Gallery di Washington o il MNAM di Parigi.

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