Null JAMMES (Francis).
Rayons de Miel. Egloghe.
Parigi: Bibliothèque de l'Occide…
Descrizione

JAMMES (Francis). Rayons de Miel. Egloghe. Parigi: Bibliothèque de l'Occident, 1908. - In-8, 253 x 160: 53 pp, (1 f. bianco), copertina a stampa. Marocchino verde scuro giansenista, dorso rigato, merletto interno dorato, bordi dorati sui testimoni, copertina conservata (Joly fils). Prima edizione di questa raccolta poetica, stampata in una tiratura di 400 esemplari. Si tratta di 11 poesie: Alexandre de Ruchenfleur. Églogue de printemps. - Par la porte épaisse et cloutée... - Comme quand on relève un bouquet... - O quenouilles rosâtres!... - Le Contrevent gémit,... - Si tu descends du nord,... - François, le savetier mon voisin,... - Il est des jours de Juin.... - Dites-vous que la vie est ici,... - À cette heure ou j'écris,... Paysanne. Egloga estiva. André Gide scrisse questa nota nel 1909 a proposito del libro del suo amico: "Una poesia di Francis Jammes non è mai il risultato di uno sforzo, di una sfida poetica, come voleva Baudelaire; essa scaturisce da una fonte divina, desiderosa di riflettere il più possibile il cielo; Trovare da ridire sulla qualità della sua acqua, sull'armonia dei suoi mormorii, sulla direzione del suo corso, è inutile; non si può far altro che rifiutarsi di berne; compatisco chi non ha sete di quest'acqua, così limpida, così fresca, così lucente che non vengo tanto a berne quanto a lavarmi in essa. [...] La mia predilezione si sofferma sulla Chiesa vestita di foglie; ma non credo che Alexandre de Ruchenfleur, che apre questa nuova raccolta, sia in alcun modo inferiore alle altre lunghe poesie di Jammes (a Jean de Noarrieu, per esempio, che a volte ricorda), se non addirittura superiore ad esse. L'unico difetto è che arriva dopo. - D'ora in poi, Francis Jammes si proibisce di avere intelligenza per qualsiasi dramma diverso da quello che vorrebbe fosse comune a ogni uomo, le cui uniche vicende, tra la nascita e la morte, sarebbero l'amore legittimo e la procreazione di qualche figlio. Questa è la vita "semplice e tranquilla" di cui Verlaine singhiozzava; un tessuto di azzurro e di luce, disadorno e senza impedimenti, inevitabilmente abbreviato dal lutto, ma non oscurato da esso, tanto radiosa sarà la fede. I pochi pezzi brevi che seguono Alexandre de Ruchenfleur hanno un ritmo inaspettato e conservano una verve affascinante" (André Gide, Francis Jammes: Rayons de Miel, in Nouvelle Revue Française, n. 4, maggio 1909, pp. 372-373). Per concludere la sua nota, cita un estratto della poesia che chiude la raccolta, intitolata Paysanne. Églogue de l'été. A suo avviso, si tratta di una delle poesie più caratteristiche che Jammes ci abbia regalato, costituita da una serie di versi "di singolare nobiltà, ampiezza e bellezza" (André Gide, ibid., p. 373). UNA DELLE PRIME 25 COPIE NUMERATE SU CARTA HOLLAND VAN GELDER (n. 3). Copia molto bella rilegata da Joly fils. Dorso leggermente sbiadito. Alcune rare macchie marroni. Provenienza : Henri Thuile, con targhetta.

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JAMMES (Francis). Rayons de Miel. Egloghe. Parigi: Bibliothèque de l'Occident, 1908. - In-8, 253 x 160: 53 pp, (1 f. bianco), copertina a stampa. Marocchino verde scuro giansenista, dorso rigato, merletto interno dorato, bordi dorati sui testimoni, copertina conservata (Joly fils). Prima edizione di questa raccolta poetica, stampata in una tiratura di 400 esemplari. Si tratta di 11 poesie: Alexandre de Ruchenfleur. Églogue de printemps. - Par la porte épaisse et cloutée... - Comme quand on relève un bouquet... - O quenouilles rosâtres!... - Le Contrevent gémit,... - Si tu descends du nord,... - François, le savetier mon voisin,... - Il est des jours de Juin.... - Dites-vous que la vie est ici,... - À cette heure ou j'écris,... Paysanne. Egloga estiva. André Gide scrisse questa nota nel 1909 a proposito del libro del suo amico: "Una poesia di Francis Jammes non è mai il risultato di uno sforzo, di una sfida poetica, come voleva Baudelaire; essa scaturisce da una fonte divina, desiderosa di riflettere il più possibile il cielo; Trovare da ridire sulla qualità della sua acqua, sull'armonia dei suoi mormorii, sulla direzione del suo corso, è inutile; non si può far altro che rifiutarsi di berne; compatisco chi non ha sete di quest'acqua, così limpida, così fresca, così lucente che non vengo tanto a berne quanto a lavarmi in essa. [...] La mia predilezione si sofferma sulla Chiesa vestita di foglie; ma non credo che Alexandre de Ruchenfleur, che apre questa nuova raccolta, sia in alcun modo inferiore alle altre lunghe poesie di Jammes (a Jean de Noarrieu, per esempio, che a volte ricorda), se non addirittura superiore ad esse. L'unico difetto è che arriva dopo. - D'ora in poi, Francis Jammes si proibisce di avere intelligenza per qualsiasi dramma diverso da quello che vorrebbe fosse comune a ogni uomo, le cui uniche vicende, tra la nascita e la morte, sarebbero l'amore legittimo e la procreazione di qualche figlio. Questa è la vita "semplice e tranquilla" di cui Verlaine singhiozzava; un tessuto di azzurro e di luce, disadorno e senza impedimenti, inevitabilmente abbreviato dal lutto, ma non oscurato da esso, tanto radiosa sarà la fede. I pochi pezzi brevi che seguono Alexandre de Ruchenfleur hanno un ritmo inaspettato e conservano una verve affascinante" (André Gide, Francis Jammes: Rayons de Miel, in Nouvelle Revue Française, n. 4, maggio 1909, pp. 372-373). Per concludere la sua nota, cita un estratto della poesia che chiude la raccolta, intitolata Paysanne. Églogue de l'été. A suo avviso, si tratta di una delle poesie più caratteristiche che Jammes ci abbia regalato, costituita da una serie di versi "di singolare nobiltà, ampiezza e bellezza" (André Gide, ibid., p. 373). UNA DELLE PRIME 25 COPIE NUMERATE SU CARTA HOLLAND VAN GELDER (n. 3). Copia molto bella rilegata da Joly fils. Dorso leggermente sbiadito. Alcune rare macchie marroni. Provenienza : Henri Thuile, con targhetta.

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