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Descrizione

Giuseppe CESARI IL CAVALIERE D'ARPINO (1568-1640), Seguace Flagellazione di Gesù Olio su tela, rilegato, probabilmente del XVIII secolo. 46,5 x 34 cm, cornice: 56 x 43 cm

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Giuseppe CESARI IL CAVALIERE D'ARPINO (1568-1640), Seguace Flagellazione di Gesù Olio su tela, rilegato, probabilmente del XVIII secolo. 46,5 x 34 cm, cornice: 56 x 43 cm

Stima 500 - 1 000 CHF
Base d'asta 500 CHF

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In vendita il sabato 29 giu : 10:00 (CEST)
muri-b-bern, Svizzera
Galerie Moenius
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Scuola spagnola; fine del XVII secolo. "La flagellazione di Cristo". Olio su tela. Rilegato. Ha una cornice del XVIII secolo. Misure: 52 x 76 cm; 62 x 85 cm (cornice). Questa tela affronta il tema della flagellazione di Cristo, sviluppandosi in uno spazio architettonico complesso, che si apre a diversi livelli. Così, seguendo uno schema compositivo di tradizione italiana, l'influenza fiamminga si può apprezzare anche nella concezione spaziale. Cristo, legato a un piedistallo, viene flagellato da diversi scagnozzi, il cui movimento è congelato in gesti aggressivi e inclementi. L'anatomia di Gesù sembra emanare luce interiore, il suo candore è la trascrizione della purezza della sua anima, in contrasto con la carne scura dei carnefici. La narrazione della scena si sviluppa su piani diversi, poiché negli sguardi e nella grammatica espressiva di ogni personaggio possiamo intuire i loro pensieri di fronte all'ingiustizia di cui sono testimoni. Per quanto riguarda l'iconografia, i quattro Vangeli menzionano la punizione che Cristo subisce in questo momento, anche se non fanno riferimento ad alcuna colonna: questa iconografia deriva dalla parola "punizione" usata da Luca, ed era nota come momento precedente alla Crocifissione nelle parole di Giuseppe, ad esempio. Per tutto il Medioevo la colonna venerata a Gerusalemme fu utilizzata per queste rappresentazioni, caratterizzate dalla sua altezza. Esiste un'altra tipologia, visibile in questo dipinto, che ricalca da vicino il modello della reliquia conservata in Santa Prassede a Roma dal 1233 e che il Concilio di Trento si incaricò di recuperare all'arte, caratterizzata appunto dal marmo in cui è realizzata e dall'essere bassa. Questo modello di colonna, che non rinnega il precedente in quanto i teologi riconoscono due momenti in cui Cristo fu flagellato, fu utilizzato nell'arte a partire dalla fine del XVI secolo, coesistendo con quello alto, e si diffuse rapidamente in tutta Europa.