[Intermedia 69 e Projects Concepts Actionen 1971 (1) Intermedia 69. Heidelberg, …
Descrizione

[Intermedia 69 e Projects Concepts Actionen 1971 (1) Intermedia 69. Heidelberg, Edizione Tangente, 1969. Copertina morbida, 26 x 20,5 cm, 200 pp. Prima edizione. Catalogo della mostra con introduzione di Dick Higgins. Tra gli artisti figurano J.F. Bory, Manfred Mohr, Jochen Gerz, Dietrich Albrecht, Joseph Beuys, Robert Filliou e molti altri. Testi in tedesco e inglese. Graffi al dorso, per il resto molto buono. (2) Walter Aue, P.C.A. Projecte, Concepte & Actionen. Colonia, Verlag M. Dumont Schauberg, 1971. Copertina morbida, 29,5 x 21 cm, circa 600 pagine. Prima edizione. Testo in tedesco. Documenta le opere di importanti artisti Fluxus, concettuali e performativi degli anni Sessanta e Settanta. Leggera usura da maneggiamento alla copertina, bella copia.

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[Intermedia 69 e Projects Concepts Actionen 1971 (1) Interme

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Günther DOMENIG (1934-2012), laureatosi nel 1959, e Eilfried HUTH (1930): Progetto Floraskin (1971). Grundriss Wohnheiten. Stampa su carta. 24 x 32 cm Incorniciato sotto vetro. Pieghe. Il disegno a pennarello è conservato nelle collezioni del Frac Centre Val de loire di Orléans. Rappresentanti di spicco dell'architettura radicale austriaca emersa all'inizio degli anni Sessanta, Eilfried Huth e Günther Domenig hanno progettato un corpus di opere ricco e originale che ha segnato una rottura fondamentale con il funzionalismo imperante. I loro progetti sperimentali segnarono un cambiamento decisivo, presentandosi non come oggetti fissi ma come ambienti in evoluzione. Come Coop Himmelb(l)au e Haus-Rucker-Co, i loro primi progetti esploravano il potenziale dei gonfiabili (Trigon, 1967). In seguito hanno realizzato una serie di progetti pionieristici, dalla megastruttura Stadt Ragnitz (1969) all'"architettura verde" (Floraskin, 1971). Gli architetti facevano riferimento alle teorie informatiche più all'avanguardia dell'epoca, tra cui la cibernetica: spesso sotto forma di megastruttura, la loro architettura era concepita come una moltitudine di interazioni tra diversi livelli di organizzazione che si scambiano informazioni all'interno di un sistema globale, di cui Medium Total (1969-70), un vero e proprio organismo vivente, era un'espressione. La loro estetica biomorfa, che prende in prestito la rappresentazione dei flussi dall'imaging medico, si ricollega all'aspetto comunicativo della fisiologia e in qualche misura preannuncia la ricerca dell'architettura computazionale. Floraskin: Nel 1971, una società di consulenza marocchina commissiona un vasto progetto per un complesso turistico nella regione di Ifni, in Marocco. Il progetto, che riuniva artisti e architetti, ma anche sociologi, psicologi, scienziati e cibernetici, era visto come un'alternativa rivoluzionaria al turismo in un'epoca di consumi di massa. Il concetto di "vacanza = riposo + esperienza" proposto da Hermann R. Grub doveva guidare tutte le riflessioni. Huth e Domenig furono incaricati del complesso alberghiero, che comprendeva 30.000 posti letto e un aeroporto. Floraskin, letteralmente "pelle di pianta", è il culmine di un sistema di costruzione infinitamente adattabile ed espandibile che combina il principio tecnologico della megastruttura con quello naturale della crescita organica. Il progetto si compone di due strutture: una, la struttura primaria, è costituita da elementi prefabbricati (barre e cavi) disposti a stella, dando vita a un sistema esagonale; l'altra, la struttura secondaria, è una membrana vegetale realizzata con polline di humus e piantagioni irrigate. Essa avvolge la struttura primaria con un processo di "spray-coat" e fornisce aria condizionata. L'infrastruttura di base e le camere d'albergo ("bozzoli"), cellule spaziali in plastica rinforzata, si collegano alla struttura primaria come grappoli. Oltre a queste infrastrutture, dovevano essere creati dispositivi sensoriali per migliorare l'esperienza: cuscini d'aria progettati da Christo, piantagioni "biocinetiche" di HA Schult e un'"oasi" (Psy-Point) proposta da Haus-Rucker-Co. Le jeep dotate di radiotrasmittenti dovevano essere messe a disposizione dei villeggianti per le loro attività di svago, consentendo loro di comunicare costantemente con la stazione centrale e di "partecipare" alle avventure degli altri turisti. Fonte: https://collections.frac-centre.fr/collection-art-architecture/domenig-eilfried-huth-gunther/floraskin-64.html?authID=90&ensembleID=278