Null Louis-Ferdinand CÉLINE. L.A.S. "LFC", Copenaghen 14 marzo 1947, a Marcel Ay…
Descrizione

Louis-Ferdinand CÉLINE. L.A.S. "LFC", Copenaghen 14 marzo 1947, a Marcel Aymé; 6 pagine fol. Lunga lettera dall'esilio, l'unica conosciuta indirizzata a Marcel Aymé (che la passò a J.-G. Daragnès; Aymé era solito strappare le lettere che riceveva dopo averle lette). La lettera del suo "vecchio" gli ha fatto "un bene immenso, perché spesso mi è permesso di credere che il cielo, la terra e l'inferno siano uniti, soprattutto e "totalmente" contro il misero oggetto che rappresento. Forse un giorno sarà possibile raccontarvi tutto quello che io e Lucette abbiamo sopportato e stiamo ancora sopportando a livello di prigione, di "amici", di cabale, di malattia... ecc. Le assicuro che i 'nemici' sono ben vendicati!". Ha inviato a Zuloaga un documento che illustra la sua situazione. Cita un progetto di petizione in suo favore da parte di "scrittori e artisti francesi [...] È proprio questo che mi viene rimproverato - il fatto di essere solo - che nessuno alza la voce in mia difesa. Si potrebbe pensare che gli youtres, nel frattempo, non si siano preoccupati di accusarmi, e con quale insistenza, con quale accanimento. Ma non tutti, perché Milton Hindus, di Chicago, sta organizzando una controffensiva in mio favore", e il suo avvocato danese Thorwald Mikkelsen lo difende "centimetro per centimetro (per quanto filosemita) contro gli sciacalli di qui", in particolare l'ambasciatore francese Guy de Charbonnières, "un giovane stronzo di Vichy, [...] certamente mezzo ebreo. Si imbianca dandomi la caccia con le palle rosse". C'era anche l'avvocato Hovitz, che voleva consegnarlo alla giustizia francese... Ma "era impossibile trovare prove serie di 'tradimento'! E come vorremmo! Che danza dello scalpo! Che imbroglio! Stavamo già ballando! Ci puoi scommettere! Ma io sono ancora per ¾ morto e anche Lucette"... ecc. Poi annuncia l'operazione di Bébert (il suo gatto), "un piccolo padre coraggioso che non ci ha mai lasciato - tranne che per andare in prigione con lui per qualche giorno! Cita Cartesio, "morto a due passi da qui, da Christine, in esilio. La neve lo ha ucciso. Se solo poteste vedere la neve! Ma la cattiveria uccide molto meglio della neve"... L'Année Céline 2008, p.74.

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Louis-Ferdinand CÉLINE. L.A.S. "LFC", Copenaghen 14 marzo 1947, a Marcel Aymé; 6 pagine fol. Lunga lettera dall'esilio, l'unica conosciuta indirizzata a Marcel Aymé (che la passò a J.-G. Daragnès; Aymé era solito strappare le lettere che riceveva dopo averle lette). La lettera del suo "vecchio" gli ha fatto "un bene immenso, perché spesso mi è permesso di credere che il cielo, la terra e l'inferno siano uniti, soprattutto e "totalmente" contro il misero oggetto che rappresento. Forse un giorno sarà possibile raccontarvi tutto quello che io e Lucette abbiamo sopportato e stiamo ancora sopportando a livello di prigione, di "amici", di cabale, di malattia... ecc. Le assicuro che i 'nemici' sono ben vendicati!". Ha inviato a Zuloaga un documento che illustra la sua situazione. Cita un progetto di petizione in suo favore da parte di "scrittori e artisti francesi [...] È proprio questo che mi viene rimproverato - il fatto di essere solo - che nessuno alza la voce in mia difesa. Si potrebbe pensare che gli youtres, nel frattempo, non si siano preoccupati di accusarmi, e con quale insistenza, con quale accanimento. Ma non tutti, perché Milton Hindus, di Chicago, sta organizzando una controffensiva in mio favore", e il suo avvocato danese Thorwald Mikkelsen lo difende "centimetro per centimetro (per quanto filosemita) contro gli sciacalli di qui", in particolare l'ambasciatore francese Guy de Charbonnières, "un giovane stronzo di Vichy, [...] certamente mezzo ebreo. Si imbianca dandomi la caccia con le palle rosse". C'era anche l'avvocato Hovitz, che voleva consegnarlo alla giustizia francese... Ma "era impossibile trovare prove serie di 'tradimento'! E come vorremmo! Che danza dello scalpo! Che imbroglio! Stavamo già ballando! Ci puoi scommettere! Ma io sono ancora per ¾ morto e anche Lucette"... ecc. Poi annuncia l'operazione di Bébert (il suo gatto), "un piccolo padre coraggioso che non ci ha mai lasciato - tranne che per andare in prigione con lui per qualche giorno! Cita Cartesio, "morto a due passi da qui, da Christine, in esilio. La neve lo ha ucciso. Se solo poteste vedere la neve! Ma la cattiveria uccide molto meglio della neve"... L'Année Céline 2008, p.74.

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