Descrizione
Antonin ARTAUD (1896-1948). L.A.S., Parigi 8 gennaio 1932, al poeta Nicolas Beauduin; 4 pagine in-8, busta. Artaud ringrazia Beauduin per il suo libro [Pascase, la Fille au singe et les Trois Compagnons, mystère, 1924]... "Vi conosco ormai da quasi vent'anni. Avevo appena lasciato l'università quando lessi per la prima volta il vostro nome in calce ad alcuni versi misteriosi [...] mi capitò un incidente gravissimo: senza impazzire sprofondai e trascinai la mia vita per anni di casa di cura in casa di cura. Dal giorno in cui mi sono ritrovato in parte, ahimè solo in parte, il passato è stato dimenticato, ed è quasi miracoloso, e comunque estremamente significativo, che lei fosse presente alla mia conferenza"... Parlando del libro di Beauduin, ad Artaud è piaciuto "il frastuono costante e minaccioso, quella specie di musica strozzata che emerge dalle giunture di quelle che non osiamo più chiamare anime. Mi piacciono soprattutto gli alti problemi che vi si agitano [...] Se il teatro avesse saputo conservare concretamente la musica di queste alte regioni, non si sarebbe ridotto a riversare sul palcoscenico le acque sporche di chissà quale terribile pasto sessuale". In ogni caso, a parte il suo atteggiamento teso e orgogliosamente trascendente, a parte la sua febbrile effervescenza e il suo colore, c'è un'idea di simultaneità nel teatro che non è mai stata usata e che è preziosa"...
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Antonin ARTAUD (1896-1948). L.A.S., Parigi 8 gennaio 1932, al poeta Nicolas Beauduin; 4 pagine in-8, busta. Artaud ringrazia Beauduin per il suo libro [Pascase, la Fille au singe et les Trois Compagnons, mystère, 1924]... "Vi conosco ormai da quasi vent'anni. Avevo appena lasciato l'università quando lessi per la prima volta il vostro nome in calce ad alcuni versi misteriosi [...] mi capitò un incidente gravissimo: senza impazzire sprofondai e trascinai la mia vita per anni di casa di cura in casa di cura. Dal giorno in cui mi sono ritrovato in parte, ahimè solo in parte, il passato è stato dimenticato, ed è quasi miracoloso, e comunque estremamente significativo, che lei fosse presente alla mia conferenza"... Parlando del libro di Beauduin, ad Artaud è piaciuto "il frastuono costante e minaccioso, quella specie di musica strozzata che emerge dalle giunture di quelle che non osiamo più chiamare anime. Mi piacciono soprattutto gli alti problemi che vi si agitano [...] Se il teatro avesse saputo conservare concretamente la musica di queste alte regioni, non si sarebbe ridotto a riversare sul palcoscenico le acque sporche di chissà quale terribile pasto sessuale". In ogni caso, a parte il suo atteggiamento teso e orgogliosamente trascendente, a parte la sua febbrile effervescenza e il suo colore, c'è un'idea di simultaneità nel teatro che non è mai stata usata e che è preziosa"...
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