Null Attribuito a FRANCESCO GHINGHI (Firenze, 1689 - 1762). 

"Annunciazione".

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Descrizione

Attribuito a FRANCESCO GHINGHI (Firenze, 1689 - 1762). "Annunciazione". Pietre dure, bronzo e argento dorati. Misure: 25 x 33 cm; 33 x 43 cm (cornice). La decorazione in pietre dure è stata disposta su tutta la tavola, che presenta un decoro geometrico che incornicia due bordi al centro in cui si vedono il profilo della Vergine e dell'arcangelo Gabriele. La presenza di entrambi i personaggi rimanda al passo biblico del Nuovo Testamento dell'annunciazione. Tuttavia, la schematizzazione della scena suggerisce solo il messaggio dell'annunciazione senza descriverlo nei dettagli. La tecnica nota come scultura in pietra dura è un tipo di intarsio che utilizza marmo colorato e pietra dura ed è nata a Firenze. Grazie agli sforzi di Piero de Medici e Lorenzo il Magnifico di rivitalizzare e aggiornare una tecnica di mosaico, chiamata opus sectile, utilizzata nell'antica Roma. Nel XVII secolo la Francia fu la prima corte a mostrare un chiaro interesse per la tecnica della pietra dura, istituendo centri tra i quali spiccava la fabbrica di Gobelins. In Italia si distinse la bottega reale di Napoli, che prese il posto di Firenze alla scomparsa dei Medici. In Spagna Carlo III portò diversi maestri stranieri con l'intenzione di organizzare un laboratorio, che fu installato nella sede reale di El Buen Retiro. Stilisticamente c'era una grande varietà di motivi decorativi, anche se a partire dal 1600 si nota una chiara preferenza per i motivi estetici naturali a cui si aggiunsero nel tempo altri motivi zoomorfi. In questo caso particolare il pezzo presenta grandi analogie con le opere di Francesco Maria Gaetano Ghinghi, maestro intagliatore di tradizione familiare. Fu allievo di Giovanni Battista Foggini. Nel 1738 fu nominato dal re Carlo di Borbone primo direttore del Real Laboratorio di Pietre Dure di Napoli.

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Attribuito a FRANCESCO GHINGHI (Firenze, 1689 - 1762). "Annunciazione". Pietre dure, bronzo e argento dorati. Misure: 25 x 33 cm; 33 x 43 cm (cornice). La decorazione in pietre dure è stata disposta su tutta la tavola, che presenta un decoro geometrico che incornicia due bordi al centro in cui si vedono il profilo della Vergine e dell'arcangelo Gabriele. La presenza di entrambi i personaggi rimanda al passo biblico del Nuovo Testamento dell'annunciazione. Tuttavia, la schematizzazione della scena suggerisce solo il messaggio dell'annunciazione senza descriverlo nei dettagli. La tecnica nota come scultura in pietra dura è un tipo di intarsio che utilizza marmo colorato e pietra dura ed è nata a Firenze. Grazie agli sforzi di Piero de Medici e Lorenzo il Magnifico di rivitalizzare e aggiornare una tecnica di mosaico, chiamata opus sectile, utilizzata nell'antica Roma. Nel XVII secolo la Francia fu la prima corte a mostrare un chiaro interesse per la tecnica della pietra dura, istituendo centri tra i quali spiccava la fabbrica di Gobelins. In Italia si distinse la bottega reale di Napoli, che prese il posto di Firenze alla scomparsa dei Medici. In Spagna Carlo III portò diversi maestri stranieri con l'intenzione di organizzare un laboratorio, che fu installato nella sede reale di El Buen Retiro. Stilisticamente c'era una grande varietà di motivi decorativi, anche se a partire dal 1600 si nota una chiara preferenza per i motivi estetici naturali a cui si aggiunsero nel tempo altri motivi zoomorfi. In questo caso particolare il pezzo presenta grandi analogie con le opere di Francesco Maria Gaetano Ghinghi, maestro intagliatore di tradizione familiare. Fu allievo di Giovanni Battista Foggini. Nel 1738 fu nominato dal re Carlo di Borbone primo direttore del Real Laboratorio di Pietre Dure di Napoli.

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