COSTA MOTA SOBRINHO (1877-1956), BUSTO DE NEGRO COSTA MOTA SOBRINHO (1877-1956),…
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COSTA MOTA SOBRINHO (1877-1956), BUSTO DE NEGRO

COSTA MOTA SOBRINHO (1877-1956), BUSTO DE NEGRO Scultura in bronzo con patine. Firmata. Dimensioni: 22x11,5x12,5 cm.

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COSTA MOTA SOBRINHO (1877-1956), BUSTO DE NEGRO

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PENDULE dite " à l'Africaine " Orologio che simboleggia l'Africa in bronzo patinato e dorato, decorato con una cacciatrice nera seduta sul movimento, vestita con un perizoma, ornata di una collana, che porta una faretra e tiene un arco, accompagnata da un felino e da una tartaruga.Occhi in solfuro.Base decorata con un bassorilievo con Putti che simboleggiano la pesca, l'agricoltura e la caccia. Quadrante smaltato con numeri romani e arabi firmato Normant a Parigi. Due piedi. Prima metà del XIX secolo. H: 45 cm - L: 37 cm Il gusto per l'esotismo in voga nel XVIII secolo, dovuto in particolare agli scritti di Jean-Jacques Rousseau, Bernardin de Saint Pierre, William Defoe e Chateaubriand, diede origine a numerosi orologi "negri" che rappresentano mestieri (facchini, balie, marinai, giardinieri, ecc.), allegorie (America e Africa) o soggetti letterari (Atala, Robinson Crusoe), tutti a carattere nero. La maggior parte di essi è stata disegnata da Simon Deverberie (1764-1824), bronzista e mercante che lavorò in rue des Fossés du Temple dal 1801 al 1821 e che il 3 novembre 1821 depositò i disegni dei suoi modelli presso il Cabinet des estampes (e 30-fol). Furono incisi e pubblicati in una raccolta intitolata "Modelli di pendoli" conservata presso la Bibliothèque Nationale (4 RES 121) con il titolo: "Inventé par De Verberie et Cgnie, Tout se fait dans leur manufacture le bronze la dorure et l'Horlogerie rue des Fossés du temple n° 47 à Paris". Bibliografia comparativa: H.Ottomeyer, P.Proschel, Vergoldete bronzen, Monaco di Baviera, 1986, pagina 81. Musée de Saint Omer, Hôtel Sandelin "La pendule au nègre" 1978, n. 16. P.Kjelberg. Enciclopedia della pendola francese. Edizioni dell'Amatore, Parigi 1997, pagina 351. Copia simile: Musée des Arts Décoratifs di Parigi (inv.35 193) Esperti: Jacques Bacot e Hughes de Lencquesaing