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Duca di MORTEMART. Casimir Louis Victurnien de ROCHECHOUART DE MORTEMART, Principe di TONNAY-CHARENTE, Duca di MORTEMART (Parigi 1787 - 1875) Generale, Presidente del Consiglio dei Ministri di Carlo X nel 1830, Pari di Francia e Senatore. - Lettera autografa firmata "Le Duc de MORTEMART", Parigi 6 giugno 1839. Al signor Pierre GENTY DE BUSSY, 52 rue de Grenelle a Parigi. 1p in-4°: "... sottoscrivo con tanto piacere la vostra opera quanto più tardi proverò interesse nel leggerla. Poiché non mi ha dato l'indirizzo di un libraio per apporre il mio nome, sarebbe così gentile da occuparsene...".

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Duca di MORTEMART. Casimir Louis Victurnien de ROCHECHOUART DE MORTEMART, Principe di TONNAY-CHARENTE, Duca di MORTEMART (Parigi 1787 - 1875) Generale, Presidente del Consiglio dei Ministri di Carlo X nel 1830, Pari di Francia e Senatore. - Lettera autografa firmata "Le Duc de MORTEMART", Parigi 6 giugno 1839. Al signor Pierre GENTY DE BUSSY, 52 rue de Grenelle a Parigi. 1p in-4°: "... sottoscrivo con tanto piacere la vostra opera quanto più tardi proverò interesse nel leggerla. Poiché non mi ha dato l'indirizzo di un libraio per apporre il mio nome, sarebbe così gentile da occuparsene...".

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HENRI IV (1553-1610). L.S., al campo di Anet il 20 novembre 1590, al duca Casimiro, principe del Sacro Impero; controfirmata da Louis de Revol (1531-1594); 1 foglio e mezzo, indirizzata "A Mon Cousin le duc de Cazimir prince du st empire" con traccia di piccolo sigillo in ceralacca rossa. Interessante e lunga lettera diplomatica dopo la revoca dell'assedio di Parigi. [È indirizzata al duca Jean-Casimir del Palatinato (1543-1592), quando, nel primo anno del suo regno, Enrico combatteva contro la Lega sostenuta dagli spagnoli; dopo la vittoria a Ivry, pose l'assedio a Parigi, ma l'avvicinamento del duca di Mayenne e del duca di Parma lo costrinse a togliere l'assedio. Dopo la sua abiura (25 luglio 1593), poté finalmente entrare a Parigi il 22 marzo 1594]. Stava aspettando da Orazio Pallavicino notizie sul viaggio che aveva fatto in Germania "per conto del re d'Inghilterra [Elisabetta I] in favore dei miei affari", quando ricevette due lettere dal duca Casimiro, che lo informava "dell'aiuto che i principi, miei buoni amici, tra i quali ho voi come uno dei primi, mi hanno deliberatamente concesso". Ringrazia Casimiro per la sua benevolenza e il suo affetto. Decide di inviare il cugino visconte di Turenne [Henri de La Tour d'Auvergne (1555-1623)] in Germania per trattare con i principi tedeschi e per ricevere i consigli di Casimiro, "per il bene particolare dei miei affari, ma anche per tutto ciò che riguarda la sicurezza e la convenienza degli altri, poiché entrambi ci consideriamo comuni e inseparabili". Esprime la speranza che la salute di Casimiro si rimetta bene, in modo da poter "attendere con ansia la ricompensa del buon aiuto che avrai dato a questa mia necessità". Casimiro sarà venuto a conoscenza "della separazione e del distacco che sto facendo di una gran parte del mio esercito dalle mie province e città, dopo aver cercato con tutti i mezzi di attirare il nemico alla battaglia che ha sempre mostrato la sua intenzione di esserne così lontano da voler prima del suo esercito far credere con la reputazione che lo desidera al punto di voler persuadere il mondo che non lo avrei aspettato", l'arrivo del Duca di Parma mi ha fatto perdere l'occasione di recuperare al più presto la mia città di Parigi, ma non l'ha liberata tanto dalla necessità che è ancora sotto assedio; e che se in questa primavera sarò rafforzato dall'aiuto che avete consigliato di darmi non riprenda presto il sopravvento sui miei nemici sia per quanto riguarda la suddetta città sia per altre questioni, che non sono riuscito a mantenere intatte per questo tempo, e che tuttavia non mi hanno diminuito di molto, come potrete giudicare dalle piccole imprese compiute da questo grande esercito, che tuttavia è stato e come si è visto eseguito dalla mia parte"...