Null Grande pugnale di capo cavaliere berbero "Koumya" in argento sbalzato e sma…
Descrizione

Grande pugnale di capo cavaliere berbero "Koumya" in argento sbalzato e smaltato, acciaio, bronzo e turchese, opera araba nordafricana del XIX secolo. In argento, con turchese nel cabochon centrale e smalti colorati che decorano il pezzo. Misure: 44 x 10 x 4 cm. Provenienza: ex collezione privata di un collezionista e rinomato medico di Barcellona, Barcellona. Liquidazione dell'eredità familiare, lotto senza riserva.

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Grande pugnale di capo cavaliere berbero "Koumya" in argento sbalzato e smaltato, acciaio, bronzo e turchese, opera araba nordafricana del XIX secolo. In argento, con turchese nel cabochon centrale e smalti colorati che decorano il pezzo. Misure: 44 x 10 x 4 cm. Provenienza: ex collezione privata di un collezionista e rinomato medico di Barcellona, Barcellona. Liquidazione dell'eredità familiare, lotto senza riserva.

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Phurba tibetana con Hayagrivan in bronzo, probabilmente del XIX secolo. Con triplice divinità, testa di cavallo e cobra. Altezza 37 cm La phurba, o pugnale rituale, è un oggetto utilizzato nel buddismo vajrayāna o tantrico per contrassegnare gli spazi sacri e tenere lontani gli spiriti maligni. La parte superiore ha tre teste che rappresentano la gioia, il disgusto e l'equanimità, la parte centrale è un vajra o scettro e la parte inferiore è un coltello a tre lame che simboleggia il fuoco della saggezza e le virtù della carità, della castità e della pazienza, che affronta i vizi dell'odio, della pigrizia e dell'avidità. Il coltello emerge dalla bocca di un mostro acquatico, il makara, che è un simbolo di buona fortuna. L'uso della phurba in Tibet risale all'VIII secolo, inizialmente da parte degli sciamani prima dell'avvento del buddismo. I sacerdoti la usano nelle cerimonie di iniziazione, negli esorcismi e per segnare il centro dei mandala. In questi rituali, il pugnale immobilizza i demoni e le forze negative rappresentate nelle effigi, con l'aiuto di mantra e mudra. I phurba più grandi sono collocati nei templi come simbolo di potere e del grande Lama, associato a Giove e Giovedì. Il loro design ricorda anche gli strumenti usati per immobilizzare gli animali nei rituali vedici indiani e nelle tende mongole, sottolineando la loro funzione di trasformare le forze negative in positive. Solo i sacerdoti iniziati possono maneggiarli a causa dei rischi di un uso improprio. In buone condizioni.