Null Eccezionale Capitello ispanico musulmano detto a nido d'ape, opera islamica…
Descrizione

Eccezionale Capitello ispanico musulmano detto a nido d'ape, opera islamica ispanica araba del periodo omayyade dal XII al XIII secolo. In pietra scolpita, misura 30 x 23 x 23 cm. Provenienza: importante collezione privata, Madrid.

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Eccezionale Capitello ispanico musulmano detto a nido d'ape, opera islamica ispanica araba del periodo omayyade dal XII al XIII secolo. In pietra scolpita, misura 30 x 23 x 23 cm. Provenienza: importante collezione privata, Madrid.

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MIGUEL MACAYA (Santander, 1964). "Torero", 1992. Tecnica mista su carta. Firmato. Dimensioni: 58 x 50 cm; 86 x 79 cm (cornice). Pittore riconosciuto a livello nazionale e internazionale, Miguel Macaya debutta individualmente nel 1986 nella sua città natale, con una mostra allestita nella galleria Pancho Cossío. Due anni dopo presenta le sue opere alla galleria Cartoon di Barcellona e negli anni Novanta inizia a tenere mostre a Madrid: alla galleria Jorge Albero nel 1994 e 1997, alla Nolde nel 1996 e 1999, ecc. Il salto internazionale avviene nel 1999 con una mostra personale alla galleria Arcturus di Parigi e l'anno successivo presenta il suo lavoro alla prestigiosa Sala Parés di Barcellona, galleria con la quale collabora da allora. Continua a esporre regolarmente come artista personale in Spagna e Francia, oltre che nei Paesi Bassi, in Germania e nel Regno Unito. Ha inoltre partecipato a fiere come Antica Namur in Belgio, Strasburgo (entrambe nel 2014), Arco a Madrid (2001), Art London nella capitale britannica (2008) e Art Madrid (2011-2015), tra le altre. Parallelamente, dal 1992 ha partecipato a importanti mostre collettive nazionali e internazionali. La prima è stata organizzata dal Delfina Studio Trust di Londra nel 1992, e successivamente ha preso parte ad altre importanti mostre come quelle tenutesi al Design Center de la Recoleta di Buenos Aires (1998), alla Fundació Vila Casas di Barcellona (1999), alla galleria Vieleers di Amsterdam (2003), ecc. L'opera di Macaya possiede un'espressività intensa e cupa, nonché una vena goyaesque che è particolarmente evidente nelle sue opere sulla corrida. In questo senso, il critico Enrique Lynch ha scritto che la sua pittura "punta l'occhio verso il sublime proprio perché, senza rinunciare alla luce, ci indirizza verso il lato oscuro della visione: verso ciò che non possiamo (o non vogliamo) vedere, lo sfondo sconosciuto a cui i suoi personaggi danno le spalle". È un'opera, in ogni caso, che gioca con il mistero, con il gioco di rivelare solo una parte del chiaroscuro, di suggerire domande allo spettatore. Miguel Macaya è attualmente rappresentato presso la Fundació Vila Casas e ha ricevuto il Primo Premio per la Giovane Pittura dalla Fundació Banc de Sabadell-Sala Parés (2001).