Null Pieter BOEL (Anversa 1622 - Parigi 1674)
Natura morta con trofei di caccia
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Descrizione

Pieter BOEL (Anversa 1622 - Parigi 1674) Natura morta con trofei di caccia Tela. 155 x 203 cm Monogrammato in basso a destra PB. Provenienza: - Vendita anonima, Sotheby's Monaco, 2 dicembre 1994, n. 17, riprodotto; - Vendita anonima, Parigi, Hôtel Drouot (Mes Neret-Minet et Tessier), 19 giugno 2009, n. 6, riprodotto. Il dipinto evoca un'armonia naturale con la presenza di diversi tordi musicali, cinciallegre, beccacce, un barbagianni, un fagiano riverito, un germano reale in muta, una canna che fischia, due conigli, due lepri, pernici rosse e grigie e un cane barbagianni. Anche Jean-Siméon Chardin era un fervente ammiratore del cane da barba, che ritrae in un dipinto già conservato nella collezione Roberto Polo (cfr. P. Rosenberg, Tout l'oeuvre peint de Chardin, Parigi, 1983, n. 49, riprodotto). Qui l'artista ritrae un animale da cui sembra emanare una profonda lealtà e una tranquilla vitalità, e ne fa il soggetto principale del quadro. Noto per i suoi "ritorni di caccia", Pieter Boel è stato uno degli artisti più rinomati della pittura animale del XVII secolo. Disegnava direttamente da animali vivi in un ambiente naturale, il che gli permetteva di riprodurre la vivacità delle texture. Formatosi inizialmente presso il padre, anch'egli incisore, trascorse un periodo a Genova, prima di tornare ad Anversa, dove fu ammesso alla Corporazione di San Luca come massone nel 1650. Si trasferì quindi a Parigi e fu incaricato, insieme a Charles Le Brun, di realizzare studi per arazzi presso la manifattura dei Gobelins. Per l'arazzo noto come "Les Maisons tra il 1669 e il 1671, ottantuno studi di uccelli e mammiferi che vivevano nel serraglio reale di Versailles. Furono trasferiti al Musée du Louvre e in seguito dispersi in vari musei di provincia.

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Pieter BOEL (Anversa 1622 - Parigi 1674) Natura morta con trofei di caccia Tela. 155 x 203 cm Monogrammato in basso a destra PB. Provenienza: - Vendita anonima, Sotheby's Monaco, 2 dicembre 1994, n. 17, riprodotto; - Vendita anonima, Parigi, Hôtel Drouot (Mes Neret-Minet et Tessier), 19 giugno 2009, n. 6, riprodotto. Il dipinto evoca un'armonia naturale con la presenza di diversi tordi musicali, cinciallegre, beccacce, un barbagianni, un fagiano riverito, un germano reale in muta, una canna che fischia, due conigli, due lepri, pernici rosse e grigie e un cane barbagianni. Anche Jean-Siméon Chardin era un fervente ammiratore del cane da barba, che ritrae in un dipinto già conservato nella collezione Roberto Polo (cfr. P. Rosenberg, Tout l'oeuvre peint de Chardin, Parigi, 1983, n. 49, riprodotto). Qui l'artista ritrae un animale da cui sembra emanare una profonda lealtà e una tranquilla vitalità, e ne fa il soggetto principale del quadro. Noto per i suoi "ritorni di caccia", Pieter Boel è stato uno degli artisti più rinomati della pittura animale del XVII secolo. Disegnava direttamente da animali vivi in un ambiente naturale, il che gli permetteva di riprodurre la vivacità delle texture. Formatosi inizialmente presso il padre, anch'egli incisore, trascorse un periodo a Genova, prima di tornare ad Anversa, dove fu ammesso alla Corporazione di San Luca come massone nel 1650. Si trasferì quindi a Parigi e fu incaricato, insieme a Charles Le Brun, di realizzare studi per arazzi presso la manifattura dei Gobelins. Per l'arazzo noto come "Les Maisons tra il 1669 e il 1671, ottantuno studi di uccelli e mammiferi che vivevano nel serraglio reale di Versailles. Furono trasferiti al Musée du Louvre e in seguito dispersi in vari musei di provincia.

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