Descrizione
Marocco firmato Mercier HAMILTON (Antoine) Memorie del conte di Grammont. Prefazione di H. Gausseron. Parigi, Conquet, 1888. Grande in-8; illustrato con un ritratto di Hamilton e 33 composizioni di C. Delort, incise a bulino e all'acquaforte da L. Boisson. Edizione limitata a 700 copie, una delle 200 scelte, su carta japon e vélin du Marais (n°20). Contiene 3 stati di tutte le incisioni. Doppiato in marocchino rosso firmato G. MERCIER succ. de son père, dorso con nervature ornate, ampia cornice di filetti e roulettes con fleurs-de-lis nei pennacchi, bordi filettati, controfacciate in marocchino blu notte con placca dorata in cornice, carte finali in seta rossa, bordi dorati. Cartella protettiva in ½ marocchino rosso con dorso a coste, cofanetto rivestito. Copia molto bella con margini completi. Philibert, Chevalier poi Comte de GRAMONT (1621-1701) era il cognato di Hamilton. Baro al gioco d'azzardo e libertino, partecipò all'assedio di Torino, combatté nelle Fiandre e fu esiliato dal re per "aver voluto proporsi come rivale del suo padrone con la damigella d'onore La Motte-Houdancourt".
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Marocco firmato Mercier HAMILTON (Antoine) Memorie del conte di Grammont. Prefazione di H. Gausseron. Parigi, Conquet, 1888. Grande in-8; illustrato con un ritratto di Hamilton e 33 composizioni di C. Delort, incise a bulino e all'acquaforte da L. Boisson. Edizione limitata a 700 copie, una delle 200 scelte, su carta japon e vélin du Marais (n°20). Contiene 3 stati di tutte le incisioni. Doppiato in marocchino rosso firmato G. MERCIER succ. de son père, dorso con nervature ornate, ampia cornice di filetti e roulettes con fleurs-de-lis nei pennacchi, bordi filettati, controfacciate in marocchino blu notte con placca dorata in cornice, carte finali in seta rossa, bordi dorati. Cartella protettiva in ½ marocchino rosso con dorso a coste, cofanetto rivestito. Copia molto bella con margini completi. Philibert, Chevalier poi Comte de GRAMONT (1621-1701) era il cognato di Hamilton. Baro al gioco d'azzardo e libertino, partecipò all'assedio di Torino, combatté nelle Fiandre e fu esiliato dal re per "aver voluto proporsi come rivale del suo padrone con la damigella d'onore La Motte-Houdancourt".