Null FRANCIA o ITALIA tra il 1550 e il 1650 
Il ratto delle Sabine 
Bassorilievo…
Descrizione

FRANCIA o ITALIA tra il 1550 e il 1650 Il ratto delle Sabine Bassorilievo in marmo bianco di Carrara H. 55 cm - L. 95,5 cm - P. 3 cm AL-EJ Danni e una parte mancante, restauro Provenienza: collezione privata, Francia Alcune opere non sono facili da vedere. È il caso di questo importante rilievo marmoreo, che non ha trovato consenso tra gli specialisti del XVI e XVII secolo che hanno gentilmente accettato di studiare il "suo caso". Il massimo che possiamo dire è che quest'opera di grande pregio è una vera e propria epitome dell'arte rinascimentale. Realizzato in un pregiato marmo di Carrara, il rilievo presenta una composizione ambiziosa e abbondante del Ratto delle Sabine nello spirito dei rilievi antichi, che incoraggiano una "politica delle immagini" svolgendo un ruolo centrale nel raccontare la storia di un committente. Il rilievo nel suo complesso si presenta come un fregio altamente scritto, con diversi piani distinti e un'alternanza di altorilievi e bassorilievi. Il generale Romolo, fondatore e primo re di Roma, con un elmo sormontato da un'aquila, dà il segnale al suo esercito. La scena combina gruppi di cavalieri e fanti che afferrano giovani donne in un tumulto generale. Una vecchia in ginocchio implora il soldato a sinistra, mentre al centro una donna protegge la sua giovane figlia. Un sorprendente frontone ornato da due divinità fluviali, forse il Tevere e l'Arno, sembra collocare la scena a Roma. L'uso audace dello scorcio suggerisce che la collocazione iniziale fosse in alto, il che è supportato dal formato e dalla sottigliezza del pannello, che è stato assottigliato per alleggerirne il peso. La maniera all'antica è visibile nella scelta dei gruppi: si potrebbe essere tentati di vedere modelli dipinti o incisi come ispirazione, ma finora non ne sono stati trovati. La scena è una pura e affascinante invenzione dell'artista, in cui alcuni vedono l'influenza della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci, dell'affresco della Battaglia di Ponte Milvio di Raffaello, altri l'influenza dell'antico gruppo dei Niobidi o delle incisioni su affreschi di Polidoro da Caravaggio. Ammirando queste opere si sogna l'Italia, in particolare Firenze e i rilievi marmorei di Pierino da Vinci o il rilievo bronzeo del Giambologna che ornava il piedistallo del suo famoso gruppo nella Loggia dei Lanzi. L'assimilazione della lezione manierista è indiscutibile, e si passa al Primaticcio e alla Scuola di Fontainebleau. Ci soffermiamo ad ammirare i magnifici rilievi in alabastro che rappresentano il trionfo del Duca di Guisa, realizzati da Domenico Florentino per la sua tomba. Ma questo soggetto mitico della Storia di Roma era altrettanto popolare nel XVII secolo: la vecchia implorante sulla sinistra della scena fa pensare ai personaggi di Poussin. L'ambiziosa composizione solleva dubbi su una possibile influenza del barocco romano, ma anche gli atteggiamenti esagerati delle figure rimandano a Genova. La particolare forma della tavola (modificata in un secondo momento?) potrebbe darci un'indicazione sulla sua funzione: si tratta di una scena che fa parte di un ciclo che esalta la storia di Roma, come quelli dipinti sulle facciate o all'interno delle case patrizie romane o fiorentine nel XVI secolo. Oppure è una scena di battaglia che esalta il ruolo politico di un principe, come le scene di battaglia sulla facciata del Château du Grand Jardin a Joinville? Oppure è una decorazione da caminetto, come quella che lo scultore francese David Bertrand realizzò nel 1669 per l'Hôtel de Luynes a Parigi? Questo rilievo è ancora un mistero. Di una sola cosa possiamo essere certi: l'artista, oggi anonimo, domani sicuramente famoso, ci invita a fare un viaggio.

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FRANCIA o ITALIA tra il 1550 e il 1650 Il ratto delle Sabine Bassorilievo in marmo bianco di Carrara H. 55 cm - L. 95,5 cm - P. 3 cm AL-EJ Danni e una parte mancante, restauro Provenienza: collezione privata, Francia Alcune opere non sono facili da vedere. È il caso di questo importante rilievo marmoreo, che non ha trovato consenso tra gli specialisti del XVI e XVII secolo che hanno gentilmente accettato di studiare il "suo caso". Il massimo che possiamo dire è che quest'opera di grande pregio è una vera e propria epitome dell'arte rinascimentale. Realizzato in un pregiato marmo di Carrara, il rilievo presenta una composizione ambiziosa e abbondante del Ratto delle Sabine nello spirito dei rilievi antichi, che incoraggiano una "politica delle immagini" svolgendo un ruolo centrale nel raccontare la storia di un committente. Il rilievo nel suo complesso si presenta come un fregio altamente scritto, con diversi piani distinti e un'alternanza di altorilievi e bassorilievi. Il generale Romolo, fondatore e primo re di Roma, con un elmo sormontato da un'aquila, dà il segnale al suo esercito. La scena combina gruppi di cavalieri e fanti che afferrano giovani donne in un tumulto generale. Una vecchia in ginocchio implora il soldato a sinistra, mentre al centro una donna protegge la sua giovane figlia. Un sorprendente frontone ornato da due divinità fluviali, forse il Tevere e l'Arno, sembra collocare la scena a Roma. L'uso audace dello scorcio suggerisce che la collocazione iniziale fosse in alto, il che è supportato dal formato e dalla sottigliezza del pannello, che è stato assottigliato per alleggerirne il peso. La maniera all'antica è visibile nella scelta dei gruppi: si potrebbe essere tentati di vedere modelli dipinti o incisi come ispirazione, ma finora non ne sono stati trovati. La scena è una pura e affascinante invenzione dell'artista, in cui alcuni vedono l'influenza della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci, dell'affresco della Battaglia di Ponte Milvio di Raffaello, altri l'influenza dell'antico gruppo dei Niobidi o delle incisioni su affreschi di Polidoro da Caravaggio. Ammirando queste opere si sogna l'Italia, in particolare Firenze e i rilievi marmorei di Pierino da Vinci o il rilievo bronzeo del Giambologna che ornava il piedistallo del suo famoso gruppo nella Loggia dei Lanzi. L'assimilazione della lezione manierista è indiscutibile, e si passa al Primaticcio e alla Scuola di Fontainebleau. Ci soffermiamo ad ammirare i magnifici rilievi in alabastro che rappresentano il trionfo del Duca di Guisa, realizzati da Domenico Florentino per la sua tomba. Ma questo soggetto mitico della Storia di Roma era altrettanto popolare nel XVII secolo: la vecchia implorante sulla sinistra della scena fa pensare ai personaggi di Poussin. L'ambiziosa composizione solleva dubbi su una possibile influenza del barocco romano, ma anche gli atteggiamenti esagerati delle figure rimandano a Genova. La particolare forma della tavola (modificata in un secondo momento?) potrebbe darci un'indicazione sulla sua funzione: si tratta di una scena che fa parte di un ciclo che esalta la storia di Roma, come quelli dipinti sulle facciate o all'interno delle case patrizie romane o fiorentine nel XVI secolo. Oppure è una scena di battaglia che esalta il ruolo politico di un principe, come le scene di battaglia sulla facciata del Château du Grand Jardin a Joinville? Oppure è una decorazione da caminetto, come quella che lo scultore francese David Bertrand realizzò nel 1669 per l'Hôtel de Luynes a Parigi? Questo rilievo è ancora un mistero. Di una sola cosa possiamo essere certi: l'artista, oggi anonimo, domani sicuramente famoso, ci invita a fare un viaggio.

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