Null Jean COCTEAU (1889 - 1963)
Insieme di 3 lettere autografe
firmate.
- Letter…
Descrizione

Jean COCTEAU (1889 - 1963) Insieme di 3 lettere autografe firmate. - Lettera autografa firmata "Jean", indirizzata a "ma cara Maria" [cioè Mary Hoeck, traduttrice delle sue opere in inglese]. Santo Sospir, 21 agosto 1952. Una pagina in-8. "Ho ricevuto il Cristo di Dalì. La stampa americana aveva sostenuto che io dicessi: Dalì ha venduto il Cristo più caro di Giuda [...]". Cocteau in seguito si difese dall'aver fatto tale critica, affermando addirittura che non conosceva il quadro il quadro, e che dopo aver visto una riproduzione, pensò: "Mi sembra mi sembra un'opera bellissima e preferisco alla sua Vergine". Poi dà alcune notizie sul suo in corso, "[...] sto dettando le ultime pagine del mio libro le ultime pagine del mio libro Journal d'un inconnu'. Allo stesso tempo contemporaneamente sto lavorando a questo poema (cento strofe) che si chiamerà o 'le strofe) che si chiamerà "le numero 7", o "sera d'addio", o 'fanfara della morte'". Conclude la sua lettera menzionando notizie locali, cioè gli incendi e "questa terribile tragedia dei vostri compatrioti", ovvero l'omicidio di due turisti britannici turisti britannici, che divenne noto come Dominici. - Lettera autografa firmata "Jean", allo stesso indirizzo. S.l., 7 Nov[embre] (cancellato, sostituito da dic[embre]) 1952. Una pagina in-4 (2 piccoli strappi al margine). Lettera dedicata principalmente ai problemi della traduzione, in cui il poeta cita in particolare una traduzione del diario de La Bella e la Bestia, afferma con forza che l'autore ha il dovere di scegliere e difendere i suoi traduttori e che lo fa lui stesso. "[...] Il diritto morale dell'Aja è formale. Se una traduzione è inesatta, l'autore ha il diritto di chiedere una nuova traduzione". E conclude rassicurando la sua traduttrice sul lavoro che sta svolgendo le sue stesse poesie: "Per quanto riguarda le poesie, verrà il giorno verrà il giorno in cui gli editori saranno felici di avere il tuo tesoro". - Lettera autografa firmata "Jean", indirizzata a "Mon Jean". St Jean Cap Ferrat, 5 agosto 1962. Una pagina in-4 (2 macchie di adesivo nel margine); busta autografa. Lettera indirizzata a Jean Denoël (1902-1976), editore, collaboratore collaboratore di Gaston Gallimard, co-fondatore di di premi letterari e che sarebbe diventato esecutore testamentario di Jean Cocteau e Max Jacob. "Per tutta la settimana ho dovuto essere testimone di nozze della regina Elisabetta Elisabetta, ahimè instancabile. Questa questa sera inizio la mia radio con Pierre Brive. E mi mancano sempre le nostre mattine, la nostra cucina e questa amorevole stanchezza. Chiede poi al suo corrispondente di inviare a Gallimard una copia del suo libro Cérémonial espagnol du Phénix, a una galleria di Cannes. 3 L.A.S.

Jean COCTEAU (1889 - 1963) Insieme di 3 lettere autografe firmate. - Lettera autografa firmata "Jean", indirizzata a "ma cara Maria" [cioè Mary Hoeck, traduttrice delle sue opere in inglese]. Santo Sospir, 21 agosto 1952. Una pagina in-8. "Ho ricevuto il Cristo di Dalì. La stampa americana aveva sostenuto che io dicessi: Dalì ha venduto il Cristo più caro di Giuda [...]". Cocteau in seguito si difese dall'aver fatto tale critica, affermando addirittura che non conosceva il quadro il quadro, e che dopo aver visto una riproduzione, pensò: "Mi sembra mi sembra un'opera bellissima e preferisco alla sua Vergine". Poi dà alcune notizie sul suo in corso, "[...] sto dettando le ultime pagine del mio libro le ultime pagine del mio libro Journal d'un inconnu'. Allo stesso tempo contemporaneamente sto lavorando a questo poema (cento strofe) che si chiamerà o 'le strofe) che si chiamerà "le numero 7", o "sera d'addio", o 'fanfara della morte'". Conclude la sua lettera menzionando notizie locali, cioè gli incendi e "questa terribile tragedia dei vostri compatrioti", ovvero l'omicidio di due turisti britannici turisti britannici, che divenne noto come Dominici. - Lettera autografa firmata "Jean", allo stesso indirizzo. S.l., 7 Nov[embre] (cancellato, sostituito da dic[embre]) 1952. Una pagina in-4 (2 piccoli strappi al margine). Lettera dedicata principalmente ai problemi della traduzione, in cui il poeta cita in particolare una traduzione del diario de La Bella e la Bestia, afferma con forza che l'autore ha il dovere di scegliere e difendere i suoi traduttori e che lo fa lui stesso. "[...] Il diritto morale dell'Aja è formale. Se una traduzione è inesatta, l'autore ha il diritto di chiedere una nuova traduzione". E conclude rassicurando la sua traduttrice sul lavoro che sta svolgendo le sue stesse poesie: "Per quanto riguarda le poesie, verrà il giorno verrà il giorno in cui gli editori saranno felici di avere il tuo tesoro". - Lettera autografa firmata "Jean", indirizzata a "Mon Jean". St Jean Cap Ferrat, 5 agosto 1962. Una pagina in-4 (2 macchie di adesivo nel margine); busta autografa. Lettera indirizzata a Jean Denoël (1902-1976), editore, collaboratore collaboratore di Gaston Gallimard, co-fondatore di di premi letterari e che sarebbe diventato esecutore testamentario di Jean Cocteau e Max Jacob. "Per tutta la settimana ho dovuto essere testimone di nozze della regina Elisabetta Elisabetta, ahimè instancabile. Questa questa sera inizio la mia radio con Pierre Brive. E mi mancano sempre le nostre mattine, la nostra cucina e questa amorevole stanchezza. Chiede poi al suo corrispondente di inviare a Gallimard una copia del suo libro Cérémonial espagnol du Phénix, a una galleria di Cannes. 3 L.A.S.

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