Null CORDAY (Charlotte). Manoscritto autografo intitolato "Adresse aux Français …
Descrizione

CORDAY (Charlotte). Manoscritto autografo intitolato "Adresse aux Français amis des loix et de la paix". 3 pp. in-4 su un bifeuillet di carta azzurra vergata montato su un folio di carta forte; alcune punture di spillo; postille coeve. Rarissimo documento storico scritto di suo pugno, l'unico oggi conservato con alcune lettere IL MANOSCRITTO CHE LE FU TROVATO ADDOSSO DURANTE LA PERQUISIZIONE A CUI FU SOTTOPOSTA AL SUO ARRIVO NELLA PRIGIONE DELL'ABBAZIA. "Per quanto tempo, o sventurati francesi, godrete del tumulto e delle divisioni [...] Per troppo tempo, faziosi e scellerati hanno anteposto gli interessi delle proprie ambizioni all'interesse generale [...], perché, o sventurate vittime del loro furore, perché sgozzarvi e distruggervi per costruire l'edificio della loro tirannia sulle rovine di una Francia desolata. Pochi mostri, ubriachi del nostro sangue, guidano queste trame detestabili e ci conducono al precipizio per mille strade diverse, accecati dai loro assegnati e ancor più dalle loro perfide insinuazioni. Stiamo lavorando alla nostra rovina con uno zelo e un'energia che non abbiamo mai visto nella conquista della libertà; o francesi, ancora un po' e di voi rimarrà solo il ricordo della vostra esistenza passata. DEPARTEMENTS INDIGNES MARCHENT SUR PARIS [diverse insurrezioni girondine erano scoppiate nelle province, in particolare a Caen, dove Charlotte Corday aveva vissuto], già il fuoco della discordia e della guerra civile sta incendiando metà di questo vasto impero; c'è ancora un modo per spegnerlo, ma questo modo, per essere efficace, deve essere rapido; Già il più vile dei cattivi, Marat, il cui solo nome rappresenta l'immagine di tutti i crimini, cadendo sotto il ferro velenoso, scuote la Montagna e fa impallidire Danton, Robespierre e gli altri briganti che siedono su questo trono sanguinoso, circondati dalla folgore che gli dei velenosi dell'umanità stanno indubbiamente sospendendo solo per rendere più abbagliante la loro caduta, e per spaventare per sempre tutti coloro che tenterebbero di stabilire le loro fortune sulle rovine dei popoli maltrattati. FRANCIA, CONOSCI I TUOI NEMICI, ALZATI, ESCI, IN MODO CHE LA MONTAGNA ANETIZZATA LASCI SOLO FRATELLI, AMICI; non so se il cielo ha in serbo per te un governo repubblicano, ma non può che darci un Montagnard come padrone nell'eccesso delle sue vanghe. O FRANCIA, IL TUO RIPOSO DIPENDE DALL'ESECUZIONE DELLA LEGGE, NON LA INGIUSTIZIO UCCIDENDO MARAT, CONDANNATO DALL'UNIVERSO, È FUORI DALLA LEGGE; quale tribunale mi giudicherà? Se io sono colpevole, allora Alcide [altro nome di Eracle] era colpevole quando distruggeva i mostri, ma ne ha forse incontrato qualcuno così odioso [?] O AMICI DELL'UMANITÀ, NON RIMPIANGERETE UNA BESTIA FEROCE RIEMPITA DEL VOSTRO SANGUE, e voi tristi aristocratici che la Rivoluzione non ha risparmiato, non lo rimpiangerete neppure, non avete nulla in comune con lui. O mia Patria, le vostre disgrazie mi straziano il cuore, posso solo offrirvi la mia vita, e ringrazio il Cielo per la libertà che ho di disporne. Nessuno perderà dalla mia morte, non imiterò Pâris uccidendomi [Philippe-Nicolas-Marie de Pâris che, per vendicare l'esecuzione di Luigi XVI, uccise il convenzionalista regicida Louis-Michel Lepeletier de Saint-Fargeau, e si suicidò pochi giorni dopo per sfuggire a un arresto sicuro], Voglio che il mio ultimo respiro sia utile ai miei concittadini - voglio che la mia testa, portata in giro per Parigi, sia un segnale di richiamo per tutti gli amici della legge, voglio che la traballante Montagna veda il suo destino scritto nel mio sangue, voglio essere la loro ultima vittima e voglio che il mondo dichiari che ho meritato l'umanità; Inoltre, se vedessero la mia condotta sotto una luce diversa, non mi importerebbe. "Possa questa grande azione essere oggetto di orrore sia oggetto di orrore o di ammirazione, Il mio spirito, non geloso di vivere nel ricordo, non considera né il rimprovero né la gloria, Sempre indipendente e sempre cittadino, Il mio dovere è sufficiente, tutto il resto è niente. Vai, non pensare ad altro che a lasciare la schiavitù". [citazione dalla filippica di Bruto nell'Atto III, Scena 2 della tragedia di VOLTAIRE "La morte di Cesare"]. I miei genitori e i miei amici non devono preoccuparsi, nessuno sapeva dei miei piani. Allego a questo indirizzo il mio certificato di battesimo per dimostrare cosa può fare la mano più debole, guidata da una completa devozione. Se non riuscirò nella mia impresa, francesi, vi ho mostrato la strada, conoscete i vostri nemici, alzatevi, marciate e colpite". CHARLOTTE CORDAY, "L'ANGE DE L'ASSASSINAT" (Alphonse de Lamartine, ibid.). Charlotte de Corday d'Armont proveniva da una famiglia aristocratica normanna di pochi mezzi, discendente di Pierre Corneille, e viveva nell'Occidente controrivoluzionario della Francia. Sensibile alle nuove idee, ma inorridita dai massacri compiuti sotto il Terrore, e

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CORDAY (Charlotte). Manoscritto autografo intitolato "Adresse aux Français amis des loix et de la paix". 3 pp. in-4 su un bifeuillet di carta azzurra vergata montato su un folio di carta forte; alcune punture di spillo; postille coeve. Rarissimo documento storico scritto di suo pugno, l'unico oggi conservato con alcune lettere IL MANOSCRITTO CHE LE FU TROVATO ADDOSSO DURANTE LA PERQUISIZIONE A CUI FU SOTTOPOSTA AL SUO ARRIVO NELLA PRIGIONE DELL'ABBAZIA. "Per quanto tempo, o sventurati francesi, godrete del tumulto e delle divisioni [...] Per troppo tempo, faziosi e scellerati hanno anteposto gli interessi delle proprie ambizioni all'interesse generale [...], perché, o sventurate vittime del loro furore, perché sgozzarvi e distruggervi per costruire l'edificio della loro tirannia sulle rovine di una Francia desolata. Pochi mostri, ubriachi del nostro sangue, guidano queste trame detestabili e ci conducono al precipizio per mille strade diverse, accecati dai loro assegnati e ancor più dalle loro perfide insinuazioni. Stiamo lavorando alla nostra rovina con uno zelo e un'energia che non abbiamo mai visto nella conquista della libertà; o francesi, ancora un po' e di voi rimarrà solo il ricordo della vostra esistenza passata. DEPARTEMENTS INDIGNES MARCHENT SUR PARIS [diverse insurrezioni girondine erano scoppiate nelle province, in particolare a Caen, dove Charlotte Corday aveva vissuto], già il fuoco della discordia e della guerra civile sta incendiando metà di questo vasto impero; c'è ancora un modo per spegnerlo, ma questo modo, per essere efficace, deve essere rapido; Già il più vile dei cattivi, Marat, il cui solo nome rappresenta l'immagine di tutti i crimini, cadendo sotto il ferro velenoso, scuote la Montagna e fa impallidire Danton, Robespierre e gli altri briganti che siedono su questo trono sanguinoso, circondati dalla folgore che gli dei velenosi dell'umanità stanno indubbiamente sospendendo solo per rendere più abbagliante la loro caduta, e per spaventare per sempre tutti coloro che tenterebbero di stabilire le loro fortune sulle rovine dei popoli maltrattati. FRANCIA, CONOSCI I TUOI NEMICI, ALZATI, ESCI, IN MODO CHE LA MONTAGNA ANETIZZATA LASCI SOLO FRATELLI, AMICI; non so se il cielo ha in serbo per te un governo repubblicano, ma non può che darci un Montagnard come padrone nell'eccesso delle sue vanghe. O FRANCIA, IL TUO RIPOSO DIPENDE DALL'ESECUZIONE DELLA LEGGE, NON LA INGIUSTIZIO UCCIDENDO MARAT, CONDANNATO DALL'UNIVERSO, È FUORI DALLA LEGGE; quale tribunale mi giudicherà? Se io sono colpevole, allora Alcide [altro nome di Eracle] era colpevole quando distruggeva i mostri, ma ne ha forse incontrato qualcuno così odioso [?] O AMICI DELL'UMANITÀ, NON RIMPIANGERETE UNA BESTIA FEROCE RIEMPITA DEL VOSTRO SANGUE, e voi tristi aristocratici che la Rivoluzione non ha risparmiato, non lo rimpiangerete neppure, non avete nulla in comune con lui. O mia Patria, le vostre disgrazie mi straziano il cuore, posso solo offrirvi la mia vita, e ringrazio il Cielo per la libertà che ho di disporne. Nessuno perderà dalla mia morte, non imiterò Pâris uccidendomi [Philippe-Nicolas-Marie de Pâris che, per vendicare l'esecuzione di Luigi XVI, uccise il convenzionalista regicida Louis-Michel Lepeletier de Saint-Fargeau, e si suicidò pochi giorni dopo per sfuggire a un arresto sicuro], Voglio che il mio ultimo respiro sia utile ai miei concittadini - voglio che la mia testa, portata in giro per Parigi, sia un segnale di richiamo per tutti gli amici della legge, voglio che la traballante Montagna veda il suo destino scritto nel mio sangue, voglio essere la loro ultima vittima e voglio che il mondo dichiari che ho meritato l'umanità; Inoltre, se vedessero la mia condotta sotto una luce diversa, non mi importerebbe. "Possa questa grande azione essere oggetto di orrore sia oggetto di orrore o di ammirazione, Il mio spirito, non geloso di vivere nel ricordo, non considera né il rimprovero né la gloria, Sempre indipendente e sempre cittadino, Il mio dovere è sufficiente, tutto il resto è niente. Vai, non pensare ad altro che a lasciare la schiavitù". [citazione dalla filippica di Bruto nell'Atto III, Scena 2 della tragedia di VOLTAIRE "La morte di Cesare"]. I miei genitori e i miei amici non devono preoccuparsi, nessuno sapeva dei miei piani. Allego a questo indirizzo il mio certificato di battesimo per dimostrare cosa può fare la mano più debole, guidata da una completa devozione. Se non riuscirò nella mia impresa, francesi, vi ho mostrato la strada, conoscete i vostri nemici, alzatevi, marciate e colpite". CHARLOTTE CORDAY, "L'ANGE DE L'ASSASSINAT" (Alphonse de Lamartine, ibid.). Charlotte de Corday d'Armont proveniva da una famiglia aristocratica normanna di pochi mezzi, discendente di Pierre Corneille, e viveva nell'Occidente controrivoluzionario della Francia. Sensibile alle nuove idee, ma inorridita dai massacri compiuti sotto il Terrore, e

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