Null Busta da tavolo. Italia, XVII secolo.
Marmo intarsiato con stucco.
Peso app…
Descrizione

Busta da tavolo. Italia, XVII secolo. Marmo intarsiato con stucco. Peso approssimativo: oltre 100 kg. Conservato in ottime condizioni. Misure: 73 x 113 x 5 cm. La laboriosa tecnica dell'intarsio di marmo con stucco emula la pietra dura, consistente nell'intarsio di pietre semipreziose per intarsio, nata a Firenze nel XVI secolo. Il pannello rettangolare è costituito da una scena centrale con uccelli e bouquet floreali, ed è delimitato da un campo di traforo geometrico. Conosciuta popolarmente come "mosaico fiorentino", la pietradura raggiunse un altissimo livello qualitativo nel XVI secolo. Si ispira all'arte musiva degli antichi romani, l'"opus sectile" (tecnica che raggiunse il suo apogeo all'epoca dell'imperatore Augusto), ma nell'Italia tardo-rinascimentale la tecnica fu aggiornata nella concezione e nei materiali utilizzati. Si tratta di una tecnica estremamente elaborata, in quanto le pietre vengono scolpite nella forma desiderata dall'artista e sapientemente assemblate, che sfrutta le macchie naturali delle pietre dure, precedentemente selezionate per adattarsi al disegno. Grazie al virtuosismo di questo tipo di lavoro, i mosaici fiorentini erano molto richiesti nelle dimore di duchi e mecenati fiorentini, come i Medici. In particolare, nel 1588 Ferdinando I de' Medici inaugurò il laboratorio granducale di pietre dure, l'Opificio delle Pietre Dure, per decorare la Cappella dei Principi, il mausoleo mediceo.

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Busta da tavolo. Italia, XVII secolo. Marmo intarsiato con stucco. Peso approssimativo: oltre 100 kg. Conservato in ottime condizioni. Misure: 73 x 113 x 5 cm. La laboriosa tecnica dell'intarsio di marmo con stucco emula la pietra dura, consistente nell'intarsio di pietre semipreziose per intarsio, nata a Firenze nel XVI secolo. Il pannello rettangolare è costituito da una scena centrale con uccelli e bouquet floreali, ed è delimitato da un campo di traforo geometrico. Conosciuta popolarmente come "mosaico fiorentino", la pietradura raggiunse un altissimo livello qualitativo nel XVI secolo. Si ispira all'arte musiva degli antichi romani, l'"opus sectile" (tecnica che raggiunse il suo apogeo all'epoca dell'imperatore Augusto), ma nell'Italia tardo-rinascimentale la tecnica fu aggiornata nella concezione e nei materiali utilizzati. Si tratta di una tecnica estremamente elaborata, in quanto le pietre vengono scolpite nella forma desiderata dall'artista e sapientemente assemblate, che sfrutta le macchie naturali delle pietre dure, precedentemente selezionate per adattarsi al disegno. Grazie al virtuosismo di questo tipo di lavoro, i mosaici fiorentini erano molto richiesti nelle dimore di duchi e mecenati fiorentini, come i Medici. In particolare, nel 1588 Ferdinando I de' Medici inaugurò il laboratorio granducale di pietre dure, l'Opificio delle Pietre Dure, per decorare la Cappella dei Principi, il mausoleo mediceo.

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