MAURICE TILLIEUX
MAURICE TILLIEUX
GIL JOURDAN
Les Moines rouges (T.7), Dupuis 1964
Lastra originale n. 8, con indicazioni ad acquerello sul retro, pre-pubblicata in Le Journal de Spirou n. 1267, 26 luglio 1962.
Inchiostro di china e matita blu su carta
30,7 × 41,9 cm (12,09 × 16,5 poll.)
Cosa rende Tillieux uno degli autori più importanti dell'epoca d'oro del fumetto franco-belga? Tre cose. Inizialmente ispirato dai disegni di Hergé, la sua grafica si è evoluta quando è tornato a Spirou, per fondersi in uno stile simile a quello di Franquin e Peyo. Ma non solo: egli è infatti una sintesi perfetta della cosiddetta scuola di Bruxelles e della scuola di Charleroi, tra accuratezza e precisione documentaria, ma con un tratto che non subisce il fascino del disegno, come quello di Franquin o di Will. La seconda ragione è la sua cultura letteraria, che deriva dal romanzo popolare a puntate, dagli scrittori noir americani come Dashiell Hammett e dagli scrittori fantasy come il belga Jean Ray. L'ultima ragione è il suo senso dell'umorismo e le sue battute, che rendono i suoi personaggi unici e immediatamente riconoscibili. Questo pannello ne è un esempio perfetto.