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Descrizione

GIORGIO DE CHIRICO , 1888 - 1978

GIORGIO DE CHIRICO_x000D_ 1888-1978_x000D_ _x000D_ Manichino metafisico, 1977_x000D_ Litografia es. 18/100_x000D_ cm. 52x35_x000D_ Firma e numerazione al fronte_x000D_ Al retro etichetta "Il torchio di Porta Romana", Milano_x000D_ _x000D_ PROVENIENZA_x000D_ Collezione privata, Genova

GIORGIO DE CHIRICO , 1888 - 1978

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GIORGO DE CHIRICO (Grecia, 1888 - Roma, 1978). "I cavalli del deserto". Litografia su carta, copia 29/80. Firmata e numerata a mano. Misure: 58 x 46 cm, (stampa), 68 x 56 cm (carta), 76 x 64 cm (cornice). Pittore italiano nato in Grecia da genitori italiani. De Chirico è noto tra l'altro per aver fondato il movimento artistico Scuola metafisica. Studia arte ad Atene e a Firenze prima di trasferirsi in Germania nel 1906, dove entra all'Accademia di Belle Arti di Monaco. Qui entra in contatto con le opere dei filosofi Nietzsche e Arthur Schopenhauer, oltre a studiare le opere di Arnold Böcklin e Max Klinger. Nell'estate del 1909 torna in Italia e trascorre sei mesi a Milano. All'inizio del 1910 si trasferisce nuovamente a Firenze, dove dipinge L'enigma di un pomeriggio d'autunno, la prima delle sue opere della serie "Piazza metafisica", dopo un'esperienza personale in Piazza Santa Croce. L'anno successivo de Chirico trascorse alcuni giorni a Torino mentre si recava a Parigi e rimase colpito da quello che definì "l'aspetto metafisico di Torino" nell'architettura dei suoi portici e delle sue piazze. De Chirico visse a Parigi fino al suo arruolamento nell'esercito nel maggio 1915, durante la Prima Guerra Mondiale. I dipinti di De Chirico dal 1909 al 1914 sono quelli che gli hanno portato il maggior riconoscimento. Questo periodo è conosciuto come il periodo metafisico. Le opere si distinguono per le immagini che evocano atmosfere cupe e opprimenti. All'inizio di questo periodo, i modelli erano paesaggi urbani ispirati alle città mediterranee. Gradualmente, l'attenzione del pittore si è spostata su studi di stanze stipate di oggetti, talvolta abitate da manichini. Quasi subito, lo scrittore Guillaume Apollinaire elogia il lavoro di Chirico e contribuisce a introdurlo nel gruppo che in seguito si dedicherà al Surrealismo. Nel 1922, Yves Tanguy scrisse di essere rimasto così impressionato quando vide un'opera di de Chirico nella vetrina di una galleria che decise di diventare un artista, anche se non aveva mai toccato un pennello in vita sua. Altri artisti che hanno riconosciuto l'influenza di Giorgio de Chirico sono Max Ernst, Salvador Dalí e René Magritte. De Chirico è considerato una delle maggiori influenze del movimento surrealista. In seguito De Chirico abbandonò lo stile metafisico e produsse diverse opere più realistiche, con un successo modesto. Nel 1925 De Chirico pubblicò il romanzo "Hebdomeres", che il poeta John Ashbery ha definito probabilmente una delle più grandi opere letterarie del surrealismo. È stato tradotto in spagnolo da César Aira e pubblicato in Argentina da Editorial Mansalva. Il pittore è morto nel 1978 all'età di 90 anni. La pittura metafisica di Giorgio de Chirico è considerata uno dei principali antecedenti del movimento surrealista. Durante il suo soggiorno in Germania fu influenzato dagli autori simbolisti e dalla filosofia di Nietzsche e Schopenhauer. Già a Parigi (1911) iniziò a produrre opere con immagini molto sorprendenti, basate sulla rappresentazione di spazi urbani, in cui predominano gli elementi architettonici e la proiezione di ombre e in cui la presenza umana è solitamente assente. A questa regola architettonica si aggiungono rappresentazioni di interni, generalmente aperti verso l'esterno, dove l'artista è solito collocare manichini e talvolta altre opere (la rappresentazione di altre opere all'interno dell'opera stessa, caratteristica del Surrealismo, è già presente nell'autore). In questo modo riesce a creare nelle sue opere uno spazio strano, senza tempo, dove sembra che si possano trovare calma e silenzio.