Ostiane de Saint Julien Sulla spiaggia - Collage - Firmato - 17 x 23 cm
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Ostiane de Saint Julien

Sulla spiaggia - Collage - Firmato - 17 x 23 cm

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Ostiane de Saint Julien

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JACQUES VILLEGLÉ (Quimper, 1926-Parigi, 2022). "Johnny Scorpions", 1999. Décollage (manifesti strappati mimetizzati) su tela. Firmato in basso a destra. Firmato e titolato sul retro. Allegato certificato di autenticità firmato dall'artista e da Guy Pieters. Misure: 220 x 170 cm; 229 x 179 cm (cornice). Jacques Villeglé spiega che fu nella metropolitana di Parigi, nel 1969, che il suo linguaggio "décollage" (il processo inverso al collage, poiché agisce per sottrazione) prese forma con forza. Quel giorno si imbatté in un manifesto di protesta contro la visita del presidente Nixon. Il graffito aveva una tipografia politica che rafforzava l'idea di rifiuto. Da questo momento in poi sviluppò la sua grafica politica. Tuttavia, già negli anni Cinquanta aveva iniziato ad appropriarsi dei manifesti urbani. Nelle sue opere emulava gli strappi che i manifesti subiscono all'aperto da mani anonime nel corso del tempo, rivelando gli strati sottostanti. "Johnny Scorpions" prosegue su questa strada, praticando una "guerriglia dei segni", un palinsesto di messaggi che danno vita a un nuovo alfabeto, frammentario e sovversivo. Jacques Villeglé è stato un membro di spicco del gruppo artistico del Nouveau Réalisme. Ha studiato alla Scuola di Belle Arti di Rennes, dove ha conosciuto Raymond Hains. Tra il 1947 e il 1949 studia architettura a Nantes e poi si stabilisce a Parigi. Inizia a raccogliere oggetti sulle spiagge, soprattutto a Saint-Malo (fili di ferro, resti del muro atlantico...) oggetti con cui concepisce sculture, ma dal 1949 colleziona manifesti lacerati, avviando una linea più personale di "guerrilla poster artist". Nei primi anni Cinquanta, il giovane artista frequenta i parolieri dissidenti (Bull Dog Brau, Guy Debord e Gil Wolman). Nel 1954 Villeglé incontra il poeta lirico François Dufrêne. Nel 1958 scrive un manifesto sui manifesti lacerati intitolato "Realtà collettive", prefigurazione del manifesto del Nuovo Realismo. Nel 1960, dopo aver partecipato alla prima Biennale di Parigi, Jacques Villeglé si unisce al gruppo dei Nuovi Realisti, essendone uno dei membri fondatori, insieme a Martial Raysse, Yves Klein, Arman, Tinguely, Hains, Dufrêne, Spoerri...). Questo movimento decreta "nuovi approcci percettivi al reale" e si basa, per quanto riguarda Villeglé, su un'arte che vuole essere priva di tecnica e vicina a ciò che si trova in strada. Insieme all'amico Raymond Hains, con cui ha realizzato il film "Penelope", Villeglé si appropria delle lacerazioni astratte e liriche della città, infonde nelle sue opere una dose di contestazione politica e si appropria di messaggi politici e mediatici decostruendone il significato. La sua prima mostra personale ha luogo nel 1959. Da quella data in poi, le opere di Villeglé sono state esposte in più di cento mostre personali (in Europa e negli Stati Uniti) e in numerose mostre collettive (Salon des Jeunes di Parigi, Salon Comparison, Salon Nika...). Importanti musei nazionali acquistarono le sue opere ma, nonostante l'aspetto innovativo della sua visione, Jacques Villeglé dovette aspettare fino al 1970 per vivere della sua arte e ottenne il riconoscimento pubblico solo alla fine degli anni Settanta. Si dovrà aspettare fino al 1998 perché il Museo Nazionale d'Arte Moderna acquisti uno dei suoi manifesti lacerati. Nel 1971 la Staatgallerie di Stoccarda gli dedica la prima mostra museale incentrata esclusivamente sugli "affiches lacérées". Nello stesso anno è protagonista della restrospettiva al Moderna Museet di Stoccolma e al Museo di Krefeld. Nel 1976 e nel 1977 partecipa alla mostra itinerante Panorama of French Art 1960-1975, che fa il giro del Vicino Oriente e del Nord Africa. Nei cinque anni successivi prende parte a diverse mostre, come Paris-New York e Paris-Paris, al Centre Pompidou. Nel 1977 viene prodotta la prima edizione di Lacerée anonyme ou Urbi & Orbi. Nel corso degli anni Ottanta e fino ad oggi, ha partecipato a più di 200 mostre personali e collettive in tutto il mondo, curando e pubblicando il suo catalogo ragionato. Sono state pubblicate anche diverse monografie sul suo lavoro e sulla sua figura, oltre a una biografia scritta da Odile Felgine. Tra il 2000 e il 2010 promuove e collabora a diverse attività di street art; è riconosciuto dai più importanti graffitari parigini come pioniere e precursore del loro lavoro.