APULÉE L'amore di Cupido e Psiché madre della voluttà, tratto dai libri quinto e…
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APULÉE

L'amore di Cupido e Psiché madre della voluttà, tratto dai libri quinto e sesto delle Metamorfosi di Lucio Apuleio filosofo. Nouvellement historiée & Exposée en vers François. Sans lieu [Paris, Léonard Gaultier], 1586. Suite incisa in-8, vitello biondo, piccola bordura a catenella, dorso decorato da un ripetuto ombelico dorato e da un lungo frontespizio in marocchino verde, merletti interni e bordi decorati, bordi dorati (legatura del 1790 circa). Una deliziosa prima edizione di 33 incisioni a bulino di Léonard Gaultier (1561-1635) che fu, insieme a Thomas de Leu (1560-1612), uno dei grandi stampatori del suo tempo. Si compone di un titolo in una cornice architettonica con le effigi di Venere e Psiche, e di 32 composizioni a metà pagina numerate e monogrammate, stampate sul fronte dei fogli, ciascuna sormontata da una figura a otto punte che funge da legenda. L'ultima lastra reca la data 1586, che sarà rimossa per la ristampa. L'illustrazione tradizionale del mito di Psiche e Cupido risale alla scuola di Raffaello e si trova incisa su vetro dal maestro "au Dé" per Anne de Montmorency al castello di Écouen, dal 1542 al 1544. Ogni scena è corredata da otto figure, che si ritrovano anche nella suite su legno pubblicata a Parigi da Jeanne de Marnef, vedova di Denis Janot, nel 1546. Queste ottave sono opera di tre poeti: Claude Chappuys (tavole da 1 a 10), Antoine Hérouët (tavole da 11 a 20) e Mellin de Saint-Gelais (tavole da 23 a 30). Queste attribuzioni sono fornite da Émile Picot (Catalogo Rothschild, n. 2567) in base a un manoscritto conservato a Chantilly, incompleto delle tavole 21 e 22, 31 e 32 che non sono ancora state assegnate. Le composizioni di Léonard Gaultier sono copie interpretate in rame delle xilografie dell'edizione del 1546. Con le loro figure eleganti, ricordano il manierismo della Scuola di Fontainebleau propagato da Antoine Caron (1521-1599), di cui forse l'incisore era il genero. Una nota manoscritta sulla rilegatura attribuisce l'illustrazione a Raffaello. Esemplare con margini molto ampi (190 x 135 mm), proveniente dalle biblioteche di Hippolyte Destailleur, architetto e collezionista di libri e incisioni (1891, n°1298: si afferma che l'esemplare proviene dalla vendita Beckford, I, 1882, n°337), e di Eugène Paillet. Edizione molto bella, alcuni segni di foxing e piccoli sfregamenti alla rilegatura.

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