Null FASCISMO - ANNUNZIO (Gabriele d'): Manifesto al popolo francese. Exelsior, …
Descrizione

FASCISMO - ANNUNZIO (Gabriele d'): Manifesto al popolo francese. Exelsior, 27 settembre 1919. Rarissimo numero speciale di Exelsior che pubblica esclusivamente il manifesto politico di d'Annunzio, scritto a mano e consegnato ad Albert Londres il 22 settembre 1919 a Fiume dopo la presa della città. "Fiume, 22 settembre 1919 - Questa sera, alle sette, nel suo palazzo, Gabriele d'Annunzio ha consegnato all'amico Tudesq e a me - unici giornalisti entrati a Fiume - il testo del messaggio allegato, perché con la nostra cura, ha detto, 'questo messaggio sia portato al popolo francese'. Ha poi messo nelle mie mani, destinate unicamente all'Excelsior, l'autografo di questo manifesto". (Albert Londres) "Fratelli di Francia, voi sapete cosa abbiamo fatto, sotto l'ispirazione e la protezione del nostro Dio. La più italiana delle città italiane, oggi più italiana di Verona o di Pisa o di Perugia o di qualsiasi altro illustre comune, è stata persa per noi, sotto la minaccia di tutte le profanazioni e le violazioni. Ero malato a letto. Mi alzai per rispondere alla chiamata. Le forze non mi abbandonarono. Io e i miei compagni obbedimmo tutti allo spirito, e grazie ad esso superammo ogni ostacolo e miseria..." "È il settembre 1919. L'Europa respira di nuovo l'aria pura della pace. Mentre le armi tacciono e i suoi confini vengono ridisegnati da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, in Italia si grida all'ingiustizia. Un poeta-soldato dandy, Gabriele D'Annunzio, denuncia la "vittoria mutilata" del suo Paese, che aveva sperato di ottenere molto di più dal crollo dell'Austria-Ungheria. Volontario, l'araldo del nazionalismo italiano fu anche un eroe di guerra grazie alle sue azioni folgoranti. Mise la sua verve, il suo carisma e la sua gloria al servizio della causa di Fiume. Questo porto sulla costa dalmata, popolato da italiani e circondato da slavi, divenne la pietra d'inciampo tra l'Italia e il futuro regno di Jugoslavia. Le grandi potenze rifiutarono di schierarsi e vollero farne una "città libera". A liberarla fu Gabriele D'Annunzio. Alla testa di un manipolo di cospiratori, veterani e truppe d'assalto, il 12 settembre 1919 si impadronì di Fiume. Non fu sparato un colpo e non fu versata una goccia di sangue. Fu l'inizio di un'epopea politica e artistica che sarebbe durata quindici mesi. L'elenco di coloro che vi parteciparono si allungò sempre di più: futuristi, anarchici, sindacalisti rivoluzionari, artisti e avventurieri di ogni tipo. Parlano di liberazione dei popoli oppressi e sperimentano la liberazione sessuale, praticano il vegetarianismo e il naturismo consumando stupefacenti... Il laboratorio del XX secolo con le sue passioni e utopie. Sesso, droga e Fox Trot. I ruggenti anni Venti iniziano a Fiume (Olivier Tosseri)

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FASCISMO - ANNUNZIO (Gabriele d'): Manifesto al popolo francese. Exelsior, 27 settembre 1919. Rarissimo numero speciale di Exelsior che pubblica esclusivamente il manifesto politico di d'Annunzio, scritto a mano e consegnato ad Albert Londres il 22 settembre 1919 a Fiume dopo la presa della città. "Fiume, 22 settembre 1919 - Questa sera, alle sette, nel suo palazzo, Gabriele d'Annunzio ha consegnato all'amico Tudesq e a me - unici giornalisti entrati a Fiume - il testo del messaggio allegato, perché con la nostra cura, ha detto, 'questo messaggio sia portato al popolo francese'. Ha poi messo nelle mie mani, destinate unicamente all'Excelsior, l'autografo di questo manifesto". (Albert Londres) "Fratelli di Francia, voi sapete cosa abbiamo fatto, sotto l'ispirazione e la protezione del nostro Dio. La più italiana delle città italiane, oggi più italiana di Verona o di Pisa o di Perugia o di qualsiasi altro illustre comune, è stata persa per noi, sotto la minaccia di tutte le profanazioni e le violazioni. Ero malato a letto. Mi alzai per rispondere alla chiamata. Le forze non mi abbandonarono. Io e i miei compagni obbedimmo tutti allo spirito, e grazie ad esso superammo ogni ostacolo e miseria..." "È il settembre 1919. L'Europa respira di nuovo l'aria pura della pace. Mentre le armi tacciono e i suoi confini vengono ridisegnati da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, in Italia si grida all'ingiustizia. Un poeta-soldato dandy, Gabriele D'Annunzio, denuncia la "vittoria mutilata" del suo Paese, che aveva sperato di ottenere molto di più dal crollo dell'Austria-Ungheria. Volontario, l'araldo del nazionalismo italiano fu anche un eroe di guerra grazie alle sue azioni folgoranti. Mise la sua verve, il suo carisma e la sua gloria al servizio della causa di Fiume. Questo porto sulla costa dalmata, popolato da italiani e circondato da slavi, divenne la pietra d'inciampo tra l'Italia e il futuro regno di Jugoslavia. Le grandi potenze rifiutarono di schierarsi e vollero farne una "città libera". A liberarla fu Gabriele D'Annunzio. Alla testa di un manipolo di cospiratori, veterani e truppe d'assalto, il 12 settembre 1919 si impadronì di Fiume. Non fu sparato un colpo e non fu versata una goccia di sangue. Fu l'inizio di un'epopea politica e artistica che sarebbe durata quindici mesi. L'elenco di coloro che vi parteciparono si allungò sempre di più: futuristi, anarchici, sindacalisti rivoluzionari, artisti e avventurieri di ogni tipo. Parlano di liberazione dei popoli oppressi e sperimentano la liberazione sessuale, praticano il vegetarianismo e il naturismo consumando stupefacenti... Il laboratorio del XX secolo con le sue passioni e utopie. Sesso, droga e Fox Trot. I ruggenti anni Venti iniziano a Fiume (Olivier Tosseri)

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