PREMIER ATELIER DE JACQUES-LOUIS DAVID PARIS, 1748 - 1825, BRUXELLES Ritratto di…
Descrizione

PREMIER ATELIER DE JACQUES-LOUIS DAVID PARIS, 1748 - 1825, BRUXELLES

Ritratto di Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794) e di sua moglie, Marie-Anne-Pierrette Paulze (1758-1836) Olio su tela montato su pannello, 1789 circa 109,5 x 83,2 cm PROVENIENZA Hélène Paulze d'Ivoy (1792 - 1833), donata dalla zia Marie-Anne-Pierrette Lavoisier (1758 - 1836); poi Jacques Ramey de Sugny (1829 - 1909), donato dalla madre Hélène Paulze d'Ivoy, quindi per discendenza fino ad oggi. Il ritratto di Lavoisier e di sua moglie, opera di Jacques-Louis David (1748-1825), è ben noto nei nostri manuali di storia, fisica e chimica e ci è stato tramandato come emblema del Secolo dei Lumi. Incarnazione di una nuova forma di modernità iniziata nel corso del XVIII secolo e sintomatica degli sconvolgimenti a venire, l'opera fu esclusa dal Salon del 1789 per il suo carattere quasi sovversivo. In un formato monumentale in cui utilizzava i codici di una messa in scena riservata alla nobiltà e all'aristocrazia per una coppia di intellettuali, David annunciava i profondi cambiamenti sociali già in corso. Di questa prima versione, oggi conservata al Metropolitan Museum di New York (fig. 1), si hanno pochi documenti sulle origini e sul contesto della commissione, se non che il pittore ricevette il pagamento dell'opera alla fine del 1788. Tramandata dai discendenti di Marie-Anne Lavoisier, la qualità tecnica di questa seconda versione ritrovata, la quasi perfetta vicinanza al modello, la presenza di una mise au carreau e la prolifica attività dell'importante bottega che David dirigeva, fanno pensare che si tratti dell'opera di un allievo stretto come Boilly (1761 - 1845), Fabre (1766 - 1837) o Girodet (1767 - 1824). La composizione ebbe un tale successo che ne fu eseguita una replica, di dimensioni più modeste, a testimonianza del fatto che la composizione fu molto apprezzata. La composizione fu talmente apprezzata che ne fu eseguita una replica, di dimensioni più modeste, a testimonianza della fiducia che il pittore riponeva in uno dei suoi allievi più talentuosi. Chimico, economista, Antoine-Laurent Lavoisier è oggi considerato l'inventore della chimica moderna. Se da un lato fu il pioniere della ricerca sull'ossigeno, sulla polvere da sparo e sulla composizione chimica dell'acqua, dall'altro ripensò anche il modo in cui la scienza doveva essere il modo in cui la scienza doveva essere teorizzata e spiegata. Nel 1789 pubblicò la sua opera più famosa e probabilmente più completa, Traité élémentaire de chimie. Nel suo discorso preliminare afferma: "Non si può perfezionare il linguaggio senza perfezionare la scienza, né la scienza senza il linguaggio, e per quanto certi possano essere i fatti, per quanto corrette possano essere le idee a cui hanno dato origine, essi non farebbero altro che trasmettere false impressioni, se non avessimo espressioni esatte per renderli".1 Fu uno dei primi a mettere in evidenza il divario tra ciò che si dice comunemente e ciò che si conosce di recente. Visionario, sapeva che era necessario creare un nuovo linguaggio scientifico per servire il ritmo sempre più incalzante delle scoperte. Al suo fianco, Marie-Anne Pierrette Lavoisier, nata Paulze, fu una preziosa collaboratrice. Traducendo opere straniere in francese, illustrando il Traité (una cartella di disegni è visibile sulla poltrona sullo sfondo) ma anche pubblicando postumi gli scritti inediti del marito, comprese le sue memorie. postumi, comprese le sue memorie incompiute, partecipò attivamente allo sviluppo e alla diffusione dell'opera di una vita. A titolo privato, è stata anche un'allieva di David, con il quale ha collaborato. David, con il quale riuscì a stringere amicizia con alcuni dei suoi compagni di classe. È in quest'ottica che David scelse infine di rappresentarli. Una campagna di studi e restauri condotta dal Dipartimento dei dipinti del Metropolitan Museum2 ha portato alla luce una composizione di fondo molto diversa da quella che conosciamo qui. In origine, l'artista aveva immaginato un interno lussuoso, più borghese: davanti a una libreria, pochi strumenti scientifici, un semplice cestino di vimini ai piedi di una scrivania neoclassica ornata da un fregio in bronzo dorato. Madame Lavoisier, invece, indossava un abbigliamento più stravagante, che comprendeva un cappello à la tarare, un grande copricapo con piume e nastri. Questa prima versione era più in linea con l'altra attività di Antoine-Laurent Lavoisier, quella di agricoltore generale, una posizione che gli permetteva di mantenere il suo reddito e il suo status sociale. Anche se per un certo periodo lavorò per la Corte rivoluzionaria, questo non lo salvò dalla ghigliottina nel 1794 in seguito a uno scandalo politico. 1. Antoine-Laurent Lavoisier, Le Traité élémentaire de chimie, présenté dans un ordre nouveau, et d'après les découvertes modernes, Paris, Cuchet, 1789, fol. VI-VII. 2. Silvia A. Centeno, Dorothy Mahon, David Pullins, "I segreti di un ritratto rivoluzionario", in The Burlington Magazine, settembre 2021, vol. 162, n. 1422.

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