JEAN-BAPTISTE VANLOO AIX-EN-PROVENCE, 1684 - 1745 Pan e Siringa
Olio su tela
115…
Descrizione

JEAN-BAPTISTE VANLOO AIX-EN-PROVENCE, 1684 - 1745

Pan e Siringa Olio su tela 115 x 134 cm PROVENIENZA Probabile vendita George Michael Moser, Londra (Hutchins), 19-21 maggio 1783, n. 54 (Vanloo, Syrinx e Pan, in olio); ex collezione privata Germania del Sud fino a marzo 2012 (come François Boucher); acquisito dall'attuale proprietario OPERA CORRELATA La controparte del nostro dipinto, nel suo formato originale curvo, 112,5 x 132 cm, è stata venduta nel luglio 1978 dalla Galleria François Heim come "Carle van LOO" a Barbara Johnson. Il nostro è stato leggermente ingrandito quando è stato messo nel rettangolo, ma le sue dimensioni originali sono strettamente uguali a quelle di Heim (fig. 3). Il dipinto che presentiamo è una rara testimonianza dell'arte del pittore-accademico Jean-Baptiste Vanloo. L'opera di Jean-Baptiste Vanloo è stata infatti messa in ombra dalla dalla produzione particolarmente abbondante del fratello minore, Carle Vanloo (1705 - 1765). Inoltre, il successo di Jean-Baptiste Vanloo lo aveva portato a intraprendere una carriera itinerante a Torino, Roma, Parigi, Londra e Aix-en-Provence che, paradossalmente, ha diffuso la sua opera e ha reso un cattivo servizio alla memoria del suo nome (su questa questione, si veda F. Marandet, "Jean-Baptiste Vanloo (1684 - 1745): his draughtsmanship elucidated", Master Drawings, Autumn 2020, pp. 343 - 364). Jean-Baptiste Vanloo dedicò gran parte del suo tempo all'arte del ritratto, soprattutto durante il suo soggiorno a Londra tra il 1737 e il 1742. Vi sono tuttavia alcuni punti di riferimento, a partire da La flagellazione commissionata nel 1714 per la chiesa romana di Santa Maria in Monticelli (in situ, nota grazie a una riduzione del commercio d'arte nel 2019) e La consegna delle chiavi a San Pietro, firmata 1716, che orna la cappella di Palazzo Reale a Torino (in situ). Il successivo periodo parigino, dal 1719 al 1737, è segnato dal completamento, nel 1721, de Il trionfo di Galatea (San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage), un dipinto che avrebbe potuto essere l'opera di ricevimento di Jean-Baptiste Vanloo se il principe di Carignan non avesse voluto tenerlo per sé. Come abbiamo dimostrato (Marandet, op. cit., p. 346), l'esposizione de Le Repos de Diane après la Chasse al Salon des académiciens del 1737 è fuorviante, in quanto ha fatto a lungo credere che il dipinto risalisse a quell'anno. Ora si trova nel museo di Tolone (fig. 1), questo quadro è stato in realtà dipinto molto prima, forse prima del 1720. L'altro punto di riferimento cruciale rimane Renaud et Armide, un dipinto conservato al Musée des Beaux Arts di Angers (fig. 2). La storia di questo dipinto è strettamente legata all'attività del mercante-restauratore Joseph-Ferdinand Godefroid, anch'egli amico di Jean-Baptiste Vanloo, che acquistò dipinti del conte di Morville per venderli a Robert Walpole, primo ministro dei re Giorgio I e Giorgio II d'Inghilterra (cfr. F. Marandet, "De Paris à Houghton Hall, le circuit des tableaux du comte de Morville", La Revue de l'Art, giugno 2011, pp. 31-37). Durante il suo soggiorno a Londra, una delle commissioni più prestigiose ricevute da Jean-Baptiste Vanloo fu il ritratto di Robert Walpole. Ma soprattutto Renaud et Armide fu concepito come controparte de L'Enlèvement di Noël. di Europa di Noël - Nicolas Coypel, il più importante dipinto francese contemporaneo del conte di Morville (ora al Museo di Filadelfia). Dato che il dipinto di Coypel per il famoso concorso del 1727 fu acquistato dal conte di Morville dopo il concorso, è ragionevole supporre che la controparte sia stata dipinta nello stesso periodo, tanto più che il conte di Morville morì poco dopo, nel 1732. Tuttavia, è probabile che il nostro dipinto si collochi, cronologicamente parlando, tra Le Repos de Diane e Renaud et Armide. La ninfa seduta a sinistra, la sagoma del vecchio salice che chiude la scena e lo specchio d'acqua tra lo spettatore e le varie figure sono tutti motivi che si ritrovano nel nostro dipinto e nella composizione del Musée de Toulon. D'altra parte, l'effetto della luce dorata e la scala ridotta delle figure tendono a distanziarle un po' nel tempo. Se osserviamo da vicino Renaud e Armide, possiamo notare altre analogie con il nostro dipinto. altre analogie con la nostra pittura. Jean-Baptiste Vanloo ha utilizzato il procedimento dello specchio d'acqua posto tra la scena e noi, ma questa volta la scala delle figure è molto più vicina a quella di Pan e Syrinx. Inoltre, i due dipinti sono più strettamente legati dalla loro dimensione più movimentata. In uno, Syrinx fugge dagli attacchi di Pan, mentre nell'altro, gli amori svolazzano e svolazzano intorno agli amanti. Oltre all'aspetto argenteo dei panneggi, vi sono ulteriori analogie, in particolare la ninfa dal "profilo perduto" che è sostenuta dalla "Nel nostro quadro è rivolta verso i due protagonisti; in quello di Angers è di nuovo testimone della scena basata sull'idea del desiderio. Un altro punto in comune è l'albero dalla forma obliqua.

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