Null Statua di Djenne, Mali
Terracotta 
H. 26 cm 
Datazione: XII-XVI secolo (cer…
Descrizione

Statua di Djenne, Mali Terracotta H. 26 cm Datazione: XII-XVI secolo (certificato di termoluminescenza del laboratorio Archelolabs N°FA-09-16-03-03-TL). Provenienza : Galleria Renaud Vanuxem, Parigi Acquistato da quest'ultimo dall'attuale proprietario, collezione privata belga La scultura di Djenné, apparsa intorno al 700 d.C. e sviluppatasi fino al 1700, al centro della vasta pianura alluvionale del delta interno del Niger, che si estende per 160.000 chilometri quadrati ed è incorniciata dal possente fiume Niger e dal suo affluente Bani, rappresenta il know-how, la sobria eleganza e la poesia di un'intera civiltà. È considerato un "magnifico stile artistico, un vero dono del fiume". (Bernard De Grunne) "Lo stile artistico di Djenné-jeno è una delle massime realizzazioni del quadro concettuale dell'oikoumène dei Mande - termine forte e molteplice come il suo significato greco originario, che si riferisce a un mondo 'civilizzato' - il cui centro di gravità è la capanna sacra di Kangaba, nel Mali meridionale". (Bernard De Grunne) Nel 1943, Théodore Monod scoprì una statuetta di donna inginocchiata nel sito di Kaniana, due chilometri a ovest della città di Djenné-Jeno. A partire dal 1950 sono state intraprese le prime ricerche sotto l'egida di Louis Desplagnes. Se la ricchezza e la diversità degli atteggiamenti, dei gesti e dei dettagli iconografici sono tipici della statuaria di Djenné, quest'opera corrisponde notevolmente ai canoni iconografici classici, ma se ne differenzia per le dimensioni, meno imponenti del solito, per l'esecuzione sensibile, per l'intensità della posa meditativa, accentuata dall'espressività del volto dai tratti possenti in rilievo, con lo sguardo congelato verso la terra, le mani posate delicatamente sul ginocchio, in atteggiamento di venerazione o di toccante prostrazione. Inscritta in una terracotta dalle affascinanti sfumature di tono, che variano dall'ocra al giallo (sulle costole del petto), con sfumature che tendono addirittura al grigio chiaro, la grande statuetta maschile inginocchiata in posizione ieratica si impone per la sua allure austera, potente e solenne. La parte superiore e laterale del busto, il cranio e le braccia sono evidenziati e invasi da serpenti ondulati in rilievo. Secondo Bernard de Grunne, "le figure umane coperte di serpenti rappresentavano persone molto importanti, in particolare re, regine o capi, che avevano il potere di comandare i serpenti". (Bernard De Grunne, Djenne, Jeno. 1000 ans de sculpture de terre cuite au Mali, Bruxelles, Fonds Mercator, p. 38). Sebbene esistano numerose sculture con serpenti, questa è tra le più riuscite.

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Statua di Djenne, Mali Terracotta H. 26 cm Datazione: XII-XVI secolo (certificato di termoluminescenza del laboratorio Archelolabs N°FA-09-16-03-03-TL). Provenienza : Galleria Renaud Vanuxem, Parigi Acquistato da quest'ultimo dall'attuale proprietario, collezione privata belga La scultura di Djenné, apparsa intorno al 700 d.C. e sviluppatasi fino al 1700, al centro della vasta pianura alluvionale del delta interno del Niger, che si estende per 160.000 chilometri quadrati ed è incorniciata dal possente fiume Niger e dal suo affluente Bani, rappresenta il know-how, la sobria eleganza e la poesia di un'intera civiltà. È considerato un "magnifico stile artistico, un vero dono del fiume". (Bernard De Grunne) "Lo stile artistico di Djenné-jeno è una delle massime realizzazioni del quadro concettuale dell'oikoumène dei Mande - termine forte e molteplice come il suo significato greco originario, che si riferisce a un mondo 'civilizzato' - il cui centro di gravità è la capanna sacra di Kangaba, nel Mali meridionale". (Bernard De Grunne) Nel 1943, Théodore Monod scoprì una statuetta di donna inginocchiata nel sito di Kaniana, due chilometri a ovest della città di Djenné-Jeno. A partire dal 1950 sono state intraprese le prime ricerche sotto l'egida di Louis Desplagnes. Se la ricchezza e la diversità degli atteggiamenti, dei gesti e dei dettagli iconografici sono tipici della statuaria di Djenné, quest'opera corrisponde notevolmente ai canoni iconografici classici, ma se ne differenzia per le dimensioni, meno imponenti del solito, per l'esecuzione sensibile, per l'intensità della posa meditativa, accentuata dall'espressività del volto dai tratti possenti in rilievo, con lo sguardo congelato verso la terra, le mani posate delicatamente sul ginocchio, in atteggiamento di venerazione o di toccante prostrazione. Inscritta in una terracotta dalle affascinanti sfumature di tono, che variano dall'ocra al giallo (sulle costole del petto), con sfumature che tendono addirittura al grigio chiaro, la grande statuetta maschile inginocchiata in posizione ieratica si impone per la sua allure austera, potente e solenne. La parte superiore e laterale del busto, il cranio e le braccia sono evidenziati e invasi da serpenti ondulati in rilievo. Secondo Bernard de Grunne, "le figure umane coperte di serpenti rappresentavano persone molto importanti, in particolare re, regine o capi, che avevano il potere di comandare i serpenti". (Bernard De Grunne, Djenne, Jeno. 1000 ans de sculpture de terre cuite au Mali, Bruxelles, Fonds Mercator, p. 38). Sebbene esistano numerose sculture con serpenti, questa è tra le più riuscite.

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