3421 

VICTOR VASARELY (Pécs 1906-1997 Parigi) Felhoe. 1972-76. Acrilico su tela. Firmato in basso a sinistra: Vasarely. Firmato, datato, titolato, con numero dell'opera e dimensioni al verso: 2889 VASARELY FELHOC 100×100 1972/76 Vasarely. 100 × 100 cm. L'autenticità di quest'opera è stata confermata da Pierre Vasarely, Fondation Vasarely, Aix-en-Provence, nell'ottobre 2022. Ringraziamo Pierre Vasarely per il suo gentile sostegno. L'opera sarà inclusa nel catalogo ragionato dell'opera dipinta di Victor Vasarely, attualmente in preparazione. Provenienza: - Semiha Huber, Zurigo (etichetta sul retro). - Collezione privata Svizzera. "Ogni forma è una base per il colore, ogni colore è l'attributo di una forma". Victor Vasarely Tra i padri fondatori del movimento Op Art in Europa, i motivi ottici dai colori vivaci di Vasarely conferiscono un aspetto visivamente cinetico ai dipinti tradizionalmente piatti della sua generazione. Inizialmente Vasarely voleva diventare medico, ma abbandonò la medicina per seguire la sua passione per l'arte e dal 1929 si iscrisse alla scuola d'arte privata Műhely di Sandor Bortnyik, che si ispirava alle idee del Bauhaus. A causa dei vincoli finanziari, la scuola si concentra su materie come la grafica applicata e il design tipografico, che in seguito costituiranno la base dello stile inconfondibile di Vasarely. Vasarely padroneggiava il gioco delle illusioni ottiche come nessun altro, portando magistralmente sulla tela forme geometriche semplici, vibrazioni, rotazioni e oscillazioni. In questo modo, con la presente opera mette abilmente alla prova l'occhio dello spettatore. Come modello per le successive sculture in legno, Vasarely dimostra la sua abilità nel manipolare il colore, la luce e la geometria: In semplici tonalità di blu e grigio su uno sfondo blu scuro, si rivelano diversi cubi. L'inconcludenza incontra il sovraccarico sensoriale visivo: nonostante l'accurata struttura e la delimitazione delle singole superfici, l'orientamento del cubo più grande è difficilmente distinguibile. Si tratta di una stanza in cui lo spettatore è immerso e le superfici più chiare e più scure sulla destra rappresentano delle pareti? Oppure l'artista sta proiettando un cubo fluttuante al centro della tela? Qual è la posizione dei colori e del cubo più piccolo al centro in "Felhoe"? Il lavoro di Vasarely non è solo complesso, ma anche spesso contraddittorio. Allo stesso tempo, getta un ponte tra gli abissi della prima metà del XX secolo e l'ascesa del consumo di massa e degli anni Sessanta. Felhoe esiste non solo come una complessa superficie pittorica, ma come uno spazio progettato dall'artista che è allo stesso tempo dinamicamente invitante e problematico nei suoi effetti. Per quanto instabili e fugaci appaiano le superfici pittoriche di Vasarely, l'artista riesce ad offrirci uno specchio di (auto)riflessione attraverso il fascino e il disagio.

zurich, Svizzera