Null BENJAMÍN PALENCIA (Barrax, Albacete, 1894 - Madrid, 1980).
Senza titolo, 19…
Descrizione

BENJAMÍN PALENCIA (Barrax, Albacete, 1894 - Madrid, 1980). Senza titolo, 1930. Inchiostro su carta. Schizzo a matita sul retro. L'Archivio Benjamín Palencia può rilasciare un certificato a spese dell'acquirente. Si ringrazia per la collaborazione alla catalogazione. Firmato e datato in basso a destra. Misure: 29 x 22 cm; 44 x 37 cm (cornice). Fondatore della Scuola di Vallecas insieme ad Alberto Sánchez, scultore, Benjamín Palencia è stato uno dei più importanti eredi della poetica del paesaggio castigliano tipica della Generazione del '98. A soli quindici anni, Palencia lasciò il suo paese natale e si stabilì a Madrid per sviluppare la sua formazione attraverso le frequenti visite al Museo del Prado, dal momento che rifiutò sempre gli insegnamenti ufficiali dell'Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando. Nel 1925 partecipa alla Mostra degli artisti iberici che si tiene al Palazzo del Retiro di Madrid e nel 1926 si reca per la prima volta a Parigi. Qui incontra Picasso, Gargallo e Miró ed entra in contatto con la tecnica del collage, che in seguito applicherà al suo lavoro, incorporando nuovi materiali come la sabbia e la cenere. È durante il soggiorno parigino che l'opera di Palencia assume un tono surrealista, evidenziato da una sempre maggiore libertà espressiva che raggiunge il suo apice nel periodo maturo. Al suo ritorno a Madrid fonda la Scuola di Vallecas (1927) e fa il suo debutto individuale al Museo d'Arte Moderna (1928). Palencia abbandona gradualmente le nature morte per tornare al paesaggio castigliano, catturandolo attraverso una magnifica sintesi di tradizione e avanguardia. Questa personale estetica della pittura di paesaggio raggiunse il suo culmine nella Scuola di Vallecas e, dopo una brillante incursione surrealista all'inizio degli anni Trenta, allo scoppio della guerra civile Palencia rimase a Madrid, attraversando un periodo di profonda crisi come gli altri artisti della sua generazione. Terminata la guerra, tra il 1939 e il 1940 la sua pittura subisce una svolta radicale; abbandona le influenze cubiste e astratte e persino gli aspetti di natura surrealista alla ricerca di un'arte dal forte impatto cromatico, legata al fauvismo. Concentrandosi sul suo lavoro di paesaggista, nel 1942 Palencia riprende l'esperienza della Scuola di Vallecas insieme ai giovani pittori Álvar Delgado, Carlos Pascual de Lara, Gregorio del Olmo, Enrique Núñez Casteló e Francisco San José. La sua opera includerà immagini della campagna castigliana e dei suoi contadini e animali; la sua pittura diventerà una testimonianza della rudezza, della rozzezza e della ruralità, della sottile espressività della sobrietà castigliana. Ormai consolidato, nel 1943 vince la prima medaglia all'Esposizione Nazionale di Belle Arti e nel 1944 viene selezionato per partecipare al Salón de los Once de Eugenio D'Ors a Madrid. L'anno successivo riceve la medaglia d'onore all'Esposizione Nazionale, anche se vi rinuncia per favorire l'assegnazione a José Gutiérrez Solana.

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BENJAMÍN PALENCIA (Barrax, Albacete, 1894 - Madrid, 1980). Senza titolo, 1930. Inchiostro su carta. Schizzo a matita sul retro. L'Archivio Benjamín Palencia può rilasciare un certificato a spese dell'acquirente. Si ringrazia per la collaborazione alla catalogazione. Firmato e datato in basso a destra. Misure: 29 x 22 cm; 44 x 37 cm (cornice). Fondatore della Scuola di Vallecas insieme ad Alberto Sánchez, scultore, Benjamín Palencia è stato uno dei più importanti eredi della poetica del paesaggio castigliano tipica della Generazione del '98. A soli quindici anni, Palencia lasciò il suo paese natale e si stabilì a Madrid per sviluppare la sua formazione attraverso le frequenti visite al Museo del Prado, dal momento che rifiutò sempre gli insegnamenti ufficiali dell'Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando. Nel 1925 partecipa alla Mostra degli artisti iberici che si tiene al Palazzo del Retiro di Madrid e nel 1926 si reca per la prima volta a Parigi. Qui incontra Picasso, Gargallo e Miró ed entra in contatto con la tecnica del collage, che in seguito applicherà al suo lavoro, incorporando nuovi materiali come la sabbia e la cenere. È durante il soggiorno parigino che l'opera di Palencia assume un tono surrealista, evidenziato da una sempre maggiore libertà espressiva che raggiunge il suo apice nel periodo maturo. Al suo ritorno a Madrid fonda la Scuola di Vallecas (1927) e fa il suo debutto individuale al Museo d'Arte Moderna (1928). Palencia abbandona gradualmente le nature morte per tornare al paesaggio castigliano, catturandolo attraverso una magnifica sintesi di tradizione e avanguardia. Questa personale estetica della pittura di paesaggio raggiunse il suo culmine nella Scuola di Vallecas e, dopo una brillante incursione surrealista all'inizio degli anni Trenta, allo scoppio della guerra civile Palencia rimase a Madrid, attraversando un periodo di profonda crisi come gli altri artisti della sua generazione. Terminata la guerra, tra il 1939 e il 1940 la sua pittura subisce una svolta radicale; abbandona le influenze cubiste e astratte e persino gli aspetti di natura surrealista alla ricerca di un'arte dal forte impatto cromatico, legata al fauvismo. Concentrandosi sul suo lavoro di paesaggista, nel 1942 Palencia riprende l'esperienza della Scuola di Vallecas insieme ai giovani pittori Álvar Delgado, Carlos Pascual de Lara, Gregorio del Olmo, Enrique Núñez Casteló e Francisco San José. La sua opera includerà immagini della campagna castigliana e dei suoi contadini e animali; la sua pittura diventerà una testimonianza della rudezza, della rozzezza e della ruralità, della sottile espressività della sobrietà castigliana. Ormai consolidato, nel 1943 vince la prima medaglia all'Esposizione Nazionale di Belle Arti e nel 1944 viene selezionato per partecipare al Salón de los Once de Eugenio D'Ors a Madrid. L'anno successivo riceve la medaglia d'onore all'Esposizione Nazionale, anche se vi rinuncia per favorire l'assegnazione a José Gutiérrez Solana.

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