Null Parte superiore di una scultura di un nobile. Antico Egitto. 26a dinastia, …
Descrizione

Parte superiore di una scultura di un nobile. Antico Egitto. 26a dinastia, 664-525 a.C. Pietra calcarea e pigmenti. Provenienza: collezione privata del Dr. E.R.M. Defecer, Gistel, Belgio. Acquistato da Jacques Billen il 17 febbraio 1996. Buono stato di conservazione. Presenta la policromia originale. Allegato certificato di autenticità rilasciato da Jacques Billen il 17 febbraio 1996. Misure: 6,5 cm di altezza e 8 cm di lunghezza; 14,2 cm di altezza con la base. Testa di nobile, appartenente a una scultura a figura intera. Si nota l'ammorbidimento dei lineamenti rispetto alla Haute Epoque. La simmetria data dal copricapo e dagli occhi obliqui, incorniciati da sopracciglia sottili, rimane, ma la rigidità ieratica diminuisce durante il Basso Periodo. Indossa una parrucca e ha un'espressione pacifica, che conferisce all'oggetto un particolare misticismo e atemporalità. Questi dettagli rendono evidente che si tratta della rappresentazione di una figura importante della società egizia. Questa scultura appartiene al Nuovo o Tardo Impero, un periodo in cui coesistevano diversi stili artistici, motivo per cui si parla spesso di eclettismo. Dopo un periodo di influenze egee e asiatiche che portarono a un ammorbidimento delle forme, l'arte egizia si orientò verso un approccio più realistico nel periodo di Amenofi III, come si vede nel "Ritratto del faraone e della regina Tiyi", che culminò nel regno di Amenofi IV. Nei laboratori reali le opere ricevono un trattamento finale che accentua la sensualità delle forme, come risultato della ricerca di una nuova definizione del corpo umano. Statue composite che ingrossano i numerosi busti di principesse. All'epoca di Ramses IV si ripristina l'equilibrio classico, come si può vedere nel gruppo del faraone seduto tra Iside, Osiride e Horus. Nelle sculture di personaggi illustri, il Nuovo Impero non apportò variazioni, anche se si può notare una certa preferenza per le figure offerenti, "Ramsesnajt inginocchiato". Nel periodo inferiore persistono i ritratti di età, "testa verde" di Alessandria. Nel Nuovo Impero il faraone non è tanto l'incarnazione della divinità quanto il capo della nazione, quindi le sue gesta devono essere commemorate in luoghi visibili: Thutmes III sottomette un gruppo di asiatici con il suo braccio sul settimo pilone di Karnak, così come Amenofi II si trova sul suo carro sul terzo pilone del tempio di Amon-Ra. Con Amenofi IV il re divenne Akhnaton e il dio solare fu rappresentato sui rilievi di Tell-al-Amarna. È a partire dalla XVIII dinastia che i piloni dei templi presentano grandi decorazioni a bassorilievo.

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Parte superiore di una scultura di un nobile. Antico Egitto. 26a dinastia, 664-525 a.C. Pietra calcarea e pigmenti. Provenienza: collezione privata del Dr. E.R.M. Defecer, Gistel, Belgio. Acquistato da Jacques Billen il 17 febbraio 1996. Buono stato di conservazione. Presenta la policromia originale. Allegato certificato di autenticità rilasciato da Jacques Billen il 17 febbraio 1996. Misure: 6,5 cm di altezza e 8 cm di lunghezza; 14,2 cm di altezza con la base. Testa di nobile, appartenente a una scultura a figura intera. Si nota l'ammorbidimento dei lineamenti rispetto alla Haute Epoque. La simmetria data dal copricapo e dagli occhi obliqui, incorniciati da sopracciglia sottili, rimane, ma la rigidità ieratica diminuisce durante il Basso Periodo. Indossa una parrucca e ha un'espressione pacifica, che conferisce all'oggetto un particolare misticismo e atemporalità. Questi dettagli rendono evidente che si tratta della rappresentazione di una figura importante della società egizia. Questa scultura appartiene al Nuovo o Tardo Impero, un periodo in cui coesistevano diversi stili artistici, motivo per cui si parla spesso di eclettismo. Dopo un periodo di influenze egee e asiatiche che portarono a un ammorbidimento delle forme, l'arte egizia si orientò verso un approccio più realistico nel periodo di Amenofi III, come si vede nel "Ritratto del faraone e della regina Tiyi", che culminò nel regno di Amenofi IV. Nei laboratori reali le opere ricevono un trattamento finale che accentua la sensualità delle forme, come risultato della ricerca di una nuova definizione del corpo umano. Statue composite che ingrossano i numerosi busti di principesse. All'epoca di Ramses IV si ripristina l'equilibrio classico, come si può vedere nel gruppo del faraone seduto tra Iside, Osiride e Horus. Nelle sculture di personaggi illustri, il Nuovo Impero non apportò variazioni, anche se si può notare una certa preferenza per le figure offerenti, "Ramsesnajt inginocchiato". Nel periodo inferiore persistono i ritratti di età, "testa verde" di Alessandria. Nel Nuovo Impero il faraone non è tanto l'incarnazione della divinità quanto il capo della nazione, quindi le sue gesta devono essere commemorate in luoghi visibili: Thutmes III sottomette un gruppo di asiatici con il suo braccio sul settimo pilone di Karnak, così come Amenofi II si trova sul suo carro sul terzo pilone del tempio di Amon-Ra. Con Amenofi IV il re divenne Akhnaton e il dio solare fu rappresentato sui rilievi di Tell-al-Amarna. È a partire dalla XVIII dinastia che i piloni dei templi presentano grandi decorazioni a bassorilievo.

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