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Mithé ESPELT (1923-2020) 


Specchio circolare 


Ceramica dorata con raff…
Descrizione

Mithé ESPELT (1923-2020) Specchio circolare Ceramica dorata con raffinati gadroons. Circa 1948. Diametro: 21 cm (piccole schegge) Bibliografia : Antoine Candau, "Mithé Espelt, Le luxe discret du quotidien", Editions Odyssée, 2020, illustrato a pag. 72. Messa in luce dalla monografia di Antoine Candau, Mithé Espelt appare come un'artista singolare, una ceramista della bellezza discreta del quotidiano, per usare la formula del suo autore. Nata a Lunel e quindi "Pescalune", formatasi alle Beaux-Arts di Montpellier, poi a Fontcarrade, la giovane artista ha continuato la sua formazione a Parigi con Nathalie Pol e Line Vautrin. Rimasta orfana all'età di ventidue anni, Mithé Espelt tornò nella sua città natale per prendersi cura della sorella minore e creare il suo studio. Vicino al pittore Jean Hugo, a sua volta amico intimo di Cocteau e Picasso, l'artista ha rinnovato il mondo della ceramica con una tecnica impeccabile e un'ispirazione sempre diversa. Con l'aiuto di giovani donne che lei addestra alla sua arte e che chiama affettuosamente "le sue figlie", il laboratorio di Mithé Espelt esplora il mondo delle casse, degli specchi, dei gioielli e di altri oggetti più rari come termometri e orologi. È a una delle sue "figlie" dalle dita d'oro che dobbiamo la maggior parte di questa collezione rara per numero, diversità e qualità. Questi quarant'anni trascorsi in officina sono la prova plastica di un'immaginazione prodigiosa. Il suo smalto dorato screziato trasforma queste ceramiche in icone bizantine, suscitando l'ammirazione dei collezionisti per un'artista troppo modesta per firmare le sue opere. Si ringrazia la signora Marion de Crécy, figlia dell'artista, per aver confermato l'autenticità delle opere presentate.

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Mithé ESPELT (1923-2020) Specchio circolare Ceramica dorata con raffinati gadroons. Circa 1948. Diametro: 21 cm (piccole schegge) Bibliografia : Antoine Candau, "Mithé Espelt, Le luxe discret du quotidien", Editions Odyssée, 2020, illustrato a pag. 72. Messa in luce dalla monografia di Antoine Candau, Mithé Espelt appare come un'artista singolare, una ceramista della bellezza discreta del quotidiano, per usare la formula del suo autore. Nata a Lunel e quindi "Pescalune", formatasi alle Beaux-Arts di Montpellier, poi a Fontcarrade, la giovane artista ha continuato la sua formazione a Parigi con Nathalie Pol e Line Vautrin. Rimasta orfana all'età di ventidue anni, Mithé Espelt tornò nella sua città natale per prendersi cura della sorella minore e creare il suo studio. Vicino al pittore Jean Hugo, a sua volta amico intimo di Cocteau e Picasso, l'artista ha rinnovato il mondo della ceramica con una tecnica impeccabile e un'ispirazione sempre diversa. Con l'aiuto di giovani donne che lei addestra alla sua arte e che chiama affettuosamente "le sue figlie", il laboratorio di Mithé Espelt esplora il mondo delle casse, degli specchi, dei gioielli e di altri oggetti più rari come termometri e orologi. È a una delle sue "figlie" dalle dita d'oro che dobbiamo la maggior parte di questa collezione rara per numero, diversità e qualità. Questi quarant'anni trascorsi in officina sono la prova plastica di un'immaginazione prodigiosa. Il suo smalto dorato screziato trasforma queste ceramiche in icone bizantine, suscitando l'ammirazione dei collezionisti per un'artista troppo modesta per firmare le sue opere. Si ringrazia la signora Marion de Crécy, figlia dell'artista, per aver confermato l'autenticità delle opere presentate.

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