Null Joseph-Antoine-Joachim CERUTTI (1738-1792) gesuita, letterato e giornalista…
Descrizione

Joseph-Antoine-Joachim CERUTTI (1738-1792) gesuita, letterato e giornalista, amico e collaboratore di Mirabeau, deputato di Parigi all'Assemblea legislativa. L.A.S., [maggio ?1789], al direttore di un giornale; 4 pagine in-4. Appello alla giustizia. Avendo il giornale "l'umanità di accogliere tutti i reclami ragionevoli", egli gli confida la sua richiesta: "Da sette anni chiedo il giudizio di una causa da cui dipende tutta la mia fortuna e quella dei miei figli". Aveva acquistato un terreno dal quale non aveva ancora "ricevuto un centesimo di reddito" a causa di una formalità dimenticata nel contratto. Passò da un tribunale all'altro, i giudici cambiarono, l'agitazione pubblica sospese il giudizio, e proprio quando pensava che il suo processo si sarebbe finalmente concluso, il suo avvocato fu eletto deputato del Terzo Stato, il relatore deputato del Clero e un consigliere della Grande Camera deputato della Nobiltà: "Ecco la mia terra che mi sfugge ancora per molto tempo [...] ecco la mia famiglia che è meno filosofica e meno patriottica di me, e che di conseguenza si solleva quasi contro gli Stati Generali e si rivolta in un certo modo contro il bene pubblico". Chiede di "pubblicare gentilmente le mie dimissioni, in modo che possano servire da esempio a tutti i contendenti che si trovassero nella mia stessa situazione"...

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Joseph-Antoine-Joachim CERUTTI (1738-1792) gesuita, letterato e giornalista, amico e collaboratore di Mirabeau, deputato di Parigi all'Assemblea legislativa. L.A.S., [maggio ?1789], al direttore di un giornale; 4 pagine in-4. Appello alla giustizia. Avendo il giornale "l'umanità di accogliere tutti i reclami ragionevoli", egli gli confida la sua richiesta: "Da sette anni chiedo il giudizio di una causa da cui dipende tutta la mia fortuna e quella dei miei figli". Aveva acquistato un terreno dal quale non aveva ancora "ricevuto un centesimo di reddito" a causa di una formalità dimenticata nel contratto. Passò da un tribunale all'altro, i giudici cambiarono, l'agitazione pubblica sospese il giudizio, e proprio quando pensava che il suo processo si sarebbe finalmente concluso, il suo avvocato fu eletto deputato del Terzo Stato, il relatore deputato del Clero e un consigliere della Grande Camera deputato della Nobiltà: "Ecco la mia terra che mi sfugge ancora per molto tempo [...] ecco la mia famiglia che è meno filosofica e meno patriottica di me, e che di conseguenza si solleva quasi contro gli Stati Generali e si rivolta in un certo modo contro il bene pubblico". Chiede di "pubblicare gentilmente le mie dimissioni, in modo che possano servire da esempio a tutti i contendenti che si trovassero nella mia stessa situazione"...

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