Null [LEBRUN (Pierre). Lettere che scoprono l'illusione dei filosofi sulla canna…
Descrizione

[LEBRUN (Pierre). Lettere che scoprono l'illusione dei filosofi sulla canna e che distruggono i loro sistemi. Parigi, Jean Boudot, 1693. In-12, [16] ff. 309 pp. con una figura nel testo e 2 tavole fuori testo, vitello marrone, dorso scanalato e decorato, bordi macchiati (legatura coeva). Restauro sulla parte inferiore del dorso, altrimenti buona copia. Prima edizione della primissima opera dell'autore, con due lettere a Malebranche e una risposta dell'autore della Recherche de la vérité, in cui si mostra piuttosto imbarazzato. Dopo una ristampa nel 1696, il testo fu allegato all'Histoire critique des pratiques superstitieuses. All'origine di questa dissertazione c'è una richiesta del cardinale Le Camus sulla pratica allora praticata in Delfinato di sondare il terreno con delle bacchette (lettera dell'8 giugno 1689). Il dotto oratoriano, nativo di Brignoles, che sarebbe diventato una figura di riferimento nella denuncia delle superstizioni e delle pie imposture, scrisse questa confutazione, che gli valse la prima polemica (con il signore Comiers, di Embrun). (Caillet II, 6323).

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[LEBRUN (Pierre). Lettere che scoprono l'illusione dei filosofi sulla canna e che distruggono i loro sistemi. Parigi, Jean Boudot, 1693. In-12, [16] ff. 309 pp. con una figura nel testo e 2 tavole fuori testo, vitello marrone, dorso scanalato e decorato, bordi macchiati (legatura coeva). Restauro sulla parte inferiore del dorso, altrimenti buona copia. Prima edizione della primissima opera dell'autore, con due lettere a Malebranche e una risposta dell'autore della Recherche de la vérité, in cui si mostra piuttosto imbarazzato. Dopo una ristampa nel 1696, il testo fu allegato all'Histoire critique des pratiques superstitieuses. All'origine di questa dissertazione c'è una richiesta del cardinale Le Camus sulla pratica allora praticata in Delfinato di sondare il terreno con delle bacchette (lettera dell'8 giugno 1689). Il dotto oratoriano, nativo di Brignoles, che sarebbe diventato una figura di riferimento nella denuncia delle superstizioni e delle pie imposture, scrisse questa confutazione, che gli valse la prima polemica (con il signore Comiers, di Embrun). (Caillet II, 6323).

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