Null FRANÇOIS I. 3 lettere firmate "Françoys", di cui 2 controfirmate dal suo se…
Descrizione

FRANÇOIS I. 3 lettere firmate "Françoys", di cui 2 controfirmate dal suo segretario Robert Gédoyn e una controfirmata dal suo segretario Nicolas de Neufville, indirizzate al vicecancelliere di Milano, Jean de Selve. [Probabilmente 1519]. Indirizzi ai dorsi, margini rifilati un po' corti, macchie marginali alla rilegatura. Proclamato re nel gennaio 1515, Francesco I intraprese immediatamente una grande spedizione bellica per riconquistare Milano, ducato conquistato nel 1499 dal suocero e predecessore Luigi XII, che lo perse nel 1513. Con l'aiuto del condottiero Gian Giacomo Trivùlzio, che aveva già partecipato alla conquista del 1499, il re ottenne la vittoria di Marignan, che gli aprì le porte di Milano nel settembre 1515. Poté quindi tornare in Francia nel gennaio 1516, affidando a Jean de Selve la riorganizzazione giudiziaria del ducato e al Connestabile di Borbone l'autorità militare, sostituito nel 1516 dal Maresciallo di Lautrec, Odet de Foix. - Saint-Germain-en-Laye, 8 luglio. " ... Desiderando che gli affari che riguardano il bene pubblico del mio ducato di Millan e il prouffitto della mia Camera siano ben condotti, HO FATTO ALCUNE ORDINANZE CHE VI HO INVIATO, che, per quanto riguarda il faict delle cause criminali, le multe e le composizioni di queste, i luoghi di cui intendo che le cacce siano tenute e anche gli ordini dei bledz di par-della e il contenimento degli uffici, come tutti potranno vedere, e vi prego di consegnare i mostri e le comunicazioni a mio cugino, il signore di Lautrec, mio luogotenente generale a Ytalie, e se li troverà buoni, come ho detto, lo farà, visto che si tratta del PROBLEMA DELLE MIE FINANZE E DEL MIO SOTTOTUTTO, Vi ordino di farli passare in Senato e di pubblicarli e gridarli nei luoghi in cui sono richiesti, e di redigerli insieme agli altri decreti del mio Ducato di Millan, facendoli tenere e osservare da tutti coloro a cui si applicano... " (1 p. folio). - Saint-Germain-en-Laye, 21 luglio. Indirizzato congiuntamente ai suoi consiglieri del Senato di Milano. "Abbiamo reso note alcune procedure che sono state eseguite dal vicario della nostra cappetaina di giustizia di Milano O LA SIGNORA JEHAN CLEMENT STANGUE ACCUSATA E IMPUTATA PER LA MORTE DELLA SIGNORA GASPARD STANGUE SUO FRATELLO [da una famiglia numerosa di Cremona, Gian Clemente Stanga uccise suo fratello Gasparo, fu condannato a morte e poi graziato e passò al servizio di Francesco I] e abbiamo sentito che quasi tutti gli atti in questa faccenda sono stati fatti più per la giustificazione del detto Stangue che per trovare la verità del detto caso, per cui non vediamo che in alcun modo sia stata fatta una qualche diligenza da parte del detto vicario, il che ci dà motivo di essere piuttosto infelici e di pensare che ci sia qualche intelligenza. Abbiamo anche visto le ordinanze che avete emesso in questa materia e nel caso del nostro Senato che ci sembrano giustificate, viste le procedure che vi sono state prodotte e di cui ci avete inviato una copia...". Chiede che venga prorogato il termine per la ricerca delle prove, "in modo che la colpa di questo delitto di omicidio non rimanga impunita...". CASE SI ENORME FAIT EN PLAIN JOUR" (1 p. folio). - Malesherbes, 23 agosto. François I insiste sullo stesso argomento di cui sopra: "... desidero soprattutto che la verità sia scossa dai casi e dalle accuse di cui sopra, VISTA L'ENORMITÀ E IL GRANDE SCANDALO DELL'ICEULX... NON SI POTREBBE RENDERE UN SERVIZIO PIÙ PIACEVOLE CHE CERCARE DI IMPEDIRE UN SIMILE OMICIDIO. E credete che farò tutto il possibile perché queste maniere di persone che hanno usato e usano questi e simili modi di fare siano punite e consegnate alla giustizia, perché, come potete vedere, sono cose che Nostro Signore non permette che rimangano impunite..." (1 p. 1/2 in.) (1 p. 1/2 in-folio). ALTO MAGISTRATO E DIPLOMATO VICINO AL POTERE REALE, JEAN DE SELVE (1475-1529) proveniva da una famiglia di mercanti da tempo al servizio della monarchia. Giurista, ebbe una brillante carriera giudiziaria, prima come consigliere del parlamento di Tolosa, poi successivamente come primo presidente dei parlamenti di Rouen, Bordeaux e infine Parigi. Iniziò la sua ascesa personale sotto Luigi XII, ma dopo la battaglia di Pavia (1525) si affermò come importante consigliere, prima di Luisa di Savoia, poi di Francesco I. A Parigi, Jean de Selve fu uno dei fedeli sostenitori del reggente nel gestire le critiche della Corte e del Parlamento alla politica reale al tempo della prigionia del re (1525-1526), e poi ebbe un ruolo centrale nei due processi più clamorosi del suo tempo: quello del Connestabile di Borbone (1522-1523) e quello del finanziere Jacques de Beaune, barone di Semblançay (1525). Fu anche impiegato in Italia come VICE-CANCELLIERE DEL DUCHESIMO DI MILANO DURANTE LA SUA OCCUPAZIONE DA PARTE DELLA FRANCIA (1515-1520), e gli furono affidate diverse missioni diplomatiche: negoziare il matrimonio di Luigi XII con Maria Tudor, sorella di Enrico VIII (1514

FRANÇOIS I. 3 lettere firmate "Françoys", di cui 2 controfirmate dal suo segretario Robert Gédoyn e una controfirmata dal suo segretario Nicolas de Neufville, indirizzate al vicecancelliere di Milano, Jean de Selve. [Probabilmente 1519]. Indirizzi ai dorsi, margini rifilati un po' corti, macchie marginali alla rilegatura. Proclamato re nel gennaio 1515, Francesco I intraprese immediatamente una grande spedizione bellica per riconquistare Milano, ducato conquistato nel 1499 dal suocero e predecessore Luigi XII, che lo perse nel 1513. Con l'aiuto del condottiero Gian Giacomo Trivùlzio, che aveva già partecipato alla conquista del 1499, il re ottenne la vittoria di Marignan, che gli aprì le porte di Milano nel settembre 1515. Poté quindi tornare in Francia nel gennaio 1516, affidando a Jean de Selve la riorganizzazione giudiziaria del ducato e al Connestabile di Borbone l'autorità militare, sostituito nel 1516 dal Maresciallo di Lautrec, Odet de Foix. - Saint-Germain-en-Laye, 8 luglio. " ... Desiderando che gli affari che riguardano il bene pubblico del mio ducato di Millan e il prouffitto della mia Camera siano ben condotti, HO FATTO ALCUNE ORDINANZE CHE VI HO INVIATO, che, per quanto riguarda il faict delle cause criminali, le multe e le composizioni di queste, i luoghi di cui intendo che le cacce siano tenute e anche gli ordini dei bledz di par-della e il contenimento degli uffici, come tutti potranno vedere, e vi prego di consegnare i mostri e le comunicazioni a mio cugino, il signore di Lautrec, mio luogotenente generale a Ytalie, e se li troverà buoni, come ho detto, lo farà, visto che si tratta del PROBLEMA DELLE MIE FINANZE E DEL MIO SOTTOTUTTO, Vi ordino di farli passare in Senato e di pubblicarli e gridarli nei luoghi in cui sono richiesti, e di redigerli insieme agli altri decreti del mio Ducato di Millan, facendoli tenere e osservare da tutti coloro a cui si applicano... " (1 p. folio). - Saint-Germain-en-Laye, 21 luglio. Indirizzato congiuntamente ai suoi consiglieri del Senato di Milano. "Abbiamo reso note alcune procedure che sono state eseguite dal vicario della nostra cappetaina di giustizia di Milano O LA SIGNORA JEHAN CLEMENT STANGUE ACCUSATA E IMPUTATA PER LA MORTE DELLA SIGNORA GASPARD STANGUE SUO FRATELLO [da una famiglia numerosa di Cremona, Gian Clemente Stanga uccise suo fratello Gasparo, fu condannato a morte e poi graziato e passò al servizio di Francesco I] e abbiamo sentito che quasi tutti gli atti in questa faccenda sono stati fatti più per la giustificazione del detto Stangue che per trovare la verità del detto caso, per cui non vediamo che in alcun modo sia stata fatta una qualche diligenza da parte del detto vicario, il che ci dà motivo di essere piuttosto infelici e di pensare che ci sia qualche intelligenza. Abbiamo anche visto le ordinanze che avete emesso in questa materia e nel caso del nostro Senato che ci sembrano giustificate, viste le procedure che vi sono state prodotte e di cui ci avete inviato una copia...". Chiede che venga prorogato il termine per la ricerca delle prove, "in modo che la colpa di questo delitto di omicidio non rimanga impunita...". CASE SI ENORME FAIT EN PLAIN JOUR" (1 p. folio). - Malesherbes, 23 agosto. François I insiste sullo stesso argomento di cui sopra: "... desidero soprattutto che la verità sia scossa dai casi e dalle accuse di cui sopra, VISTA L'ENORMITÀ E IL GRANDE SCANDALO DELL'ICEULX... NON SI POTREBBE RENDERE UN SERVIZIO PIÙ PIACEVOLE CHE CERCARE DI IMPEDIRE UN SIMILE OMICIDIO. E credete che farò tutto il possibile perché queste maniere di persone che hanno usato e usano questi e simili modi di fare siano punite e consegnate alla giustizia, perché, come potete vedere, sono cose che Nostro Signore non permette che rimangano impunite..." (1 p. 1/2 in.) (1 p. 1/2 in-folio). ALTO MAGISTRATO E DIPLOMATO VICINO AL POTERE REALE, JEAN DE SELVE (1475-1529) proveniva da una famiglia di mercanti da tempo al servizio della monarchia. Giurista, ebbe una brillante carriera giudiziaria, prima come consigliere del parlamento di Tolosa, poi successivamente come primo presidente dei parlamenti di Rouen, Bordeaux e infine Parigi. Iniziò la sua ascesa personale sotto Luigi XII, ma dopo la battaglia di Pavia (1525) si affermò come importante consigliere, prima di Luisa di Savoia, poi di Francesco I. A Parigi, Jean de Selve fu uno dei fedeli sostenitori del reggente nel gestire le critiche della Corte e del Parlamento alla politica reale al tempo della prigionia del re (1525-1526), e poi ebbe un ruolo centrale nei due processi più clamorosi del suo tempo: quello del Connestabile di Borbone (1522-1523) e quello del finanziere Jacques de Beaune, barone di Semblançay (1525). Fu anche impiegato in Italia come VICE-CANCELLIERE DEL DUCHESIMO DI MILANO DURANTE LA SUA OCCUPAZIONE DA PARTE DELLA FRANCIA (1515-1520), e gli furono affidate diverse missioni diplomatiche: negoziare il matrimonio di Luigi XII con Maria Tudor, sorella di Enrico VIII (1514

Le offerte sono terminate per questo lotto. Visualizza i risultati