Null ARTAUD (Antonin).
Il Teatro dei Serafini.
S.L. L'Air du temps, [1948]. - In…
Descrizione

ARTAUD (Antonin). Il Teatro dei Serafini. S.l. L'Air du temps, [1948]. - In-12, brossura, copertina piena. Prima edizione stampata in 250 copie su carta Arches. Uno dei 220 non ristampati. Dorso e bordi delle tavole leggermente sporchi.

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ARTAUD (Antonin). Il Teatro dei Serafini. S.l. L'Air du temps, [1948]. - In-12, brossura, copertina piena. Prima edizione stampata in 250 copie su carta Arches. Uno dei 220 non ristampati. Dorso e bordi delle tavole leggermente sporchi.

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Antonin ARTAUD (1896-1948). 2 manoscritti autografi; 8 e 6 pagine fol. su 7 fogli (strappati e poi riattaccati su carta gommata); trascrizione allegata. Réflexions sur le théâtre balinais, bozze di lavoro, in parte cancellate, per Le Théâtre et son double (Gallimard, 1938). "Teatro di pura messa in scena. Idea del mistico, del religioso. Uomini ridotti a diagrammi. I loro gesti cadono realmente e precisamente su questa musica di legno, di cassone. Ricordano degli automi fatti di legno cavo. [...] Nulla dà l'idea del nudo, del puro, dell'essenza. Tutto è di necessità assoluta, metafisica [...] Mimica di gesti spirituali che scandalizzano, sfrondano, fissano, fermano, scartano e suddividono sentimenti, stati d'animo, punti metafisici [...] Questo teatro che rende crudo il nostro teatro, dove i sentimenti devono essere nominati, vissuti direttamente e agiti, sentimenti che non sono schemi di sentimenti, lineamenti astratti di idee [...] Questo teatro, d'altra parte, è un tipo di teatro che non è teatrale.Questo teatro, invece, è il trionfo della pura messa in scena, perché per noi, ai quali questo linguaggio è precluso, e dove i gesti, le intonazioni, le grida, le modulazioni e gli atteggiamenti agiscono solo nella loro quintessenza, è certo che ciò che agisce su di noi non è la cosa detta ma il modo in cui ci viene detta"... Ecc. "...] Il teatro non avrebbe nulla da fare, dove le suddivisioni intellettuali di un tema sono ridotte a nulla e dove questo spazio d'aria, intellettuale, questo gioco psichico che esiste ordinariamente tra i membri di una frase, qui è tracciato nell'aria scenica tra i membri, l'aria e le prospettive di un certo numero di grida, colori e movimenti. Qui il regista, lavorando con i mezzi di un regista, sostituisce l'autore in tutte quelle parti in cui nel nostro linguaggio occidentale crediamo di dover distinguere un certo contenuto psichico dalla sua incarnazione materiale, o se preferiamo la concezione della realizzazione. Ma nelle produzioni del teatro balinese, la mente ha la sensazione che la concezione si sia prima scontrata con i gesti, si sia radicata in mezzo a tutta una fermentazione di immagini visive o sonore, pensate allo stato puro"... Ecc. Ex collezione Anie Besnard. Œuvres complètes, tome IV, p.235 e 231.