COCTEAU JEAN (1889-1963). Manoscritto autografo, Clair-Obscur, 1952-1954; 352 pa…
Descrizione

COCTEAU JEAN (1889-1963).

manoscritto autografo, Clair-Obscur, 1952-1954; 352 pagine in-4 o in-8, e 228 pagine, in due cartelle di cartone. Manoscritto completo dell'importante raccolta poetica Clair-Obscur, accompagnato da bozze, scarti e disegni. La genesi di Clair-obscur è stata lunga e complessa, come questo manoscritto permette di seguire. L'idea della collezione prese forma durante i viaggi di Cocteau in Spagna nell'estate e nell'autunno del 1953. Alle poesie scritte in questo periodo, Cocteau aggiunse brani leggermente precedenti (del 1952) e completò il tutto nel 1954. Il 10 giugno 1954 il poeta, vittima di un infarto, trascorrerà la convalescenza a Santo-Sospir, dove correggerà le bozze di Clairobscur, che sarà pubblicato a fine ottobre dalle Éditions du Rocher. Con Clair-obscur, Cocteau ha voluto esplorare il mistero poetico, cercando sia la concisione e la precisione del linguaggio, sia il contatto con l'oscurità dell'inconscio, con il "doppio scopo di nascondere l'oscuro sotto il chiaro e il chiaro sotto l'oscuro". La raccolta si compone di tre parti: Criptografie (92), 26 poesie varie e 20 omaggi e poesie spagnole, molte delle quali ispirate al viaggio in Spagna, e omaggi a pittori e scrittori. A. "Schizzi per Clair-obscur". Prima bozza di manoscritto e bozze. 296 pagine in-4 (27 x 21 cm) e 56 pagine in-8 (21 x 13,5 cm) su carte varie, principalmente su pergamena delle cartiere di Lalo, da blocchi di cui sono stati ricavati anche 3 fondi di cartone utilizzati come supporto per le bozze, oltre a una busta, a cui si aggiungono 5 pagine in folio (35 x 27 cm) di carta da disegno da un blocco a spirale. Una trentina di poesie sono accompagnate da copie carbone. La maggior parte delle pagine è scritta in biro blu, una trentina a matita, 4 in biro verde chiaro su carta a righe. Il tutto è raccolto in una cartella ocra con il titolo autografo a penna blu: "Esquisses pour Clair-obscur". Questo corposo fascicolo di oltre 350 pagine di schizzi, appunti, bozze e schiarite intermedie, con più di mille parole o passaggi corretti, traccia lo sviluppo di quest'opera complessa. È accompagnato da 5 disegni originali; in alcune pagine, piccoli disegni, scarabocchi e ondulazioni accompagnano e prolungano la scrittura tormentata delle bozze, che contrasta con la calligrafia dei manoscritti finiti. I versi occupano talvolta la pagina in diagonale o addirittura in tutte le direzioni, offrendo un insieme disordinato, con una sorprendente ricchezza grafica prodotta dalla scrittura stessa. B. Manoscritto ripulito. 228 fogli in-4 (27 x 21 cm) scritti al recto in biro blu su pergamena Lalo avorio con filigrana GL Paris Renage, comprendenti il frontespizio, una nota sulla numerazione e 222 pagine impaginate a matita da 1 a 210 con bis e ter (e qualche incongruenza) con numerazione delle poesie (anch'essa a volte incongruente); il tutto in una cartella di cartone verde con nastri elastici recante la dicitura: "manoscritto 1 (riordinato)". Il frontespizio reca lo schema della raccolta: "Strofe / Varie / Tributi e poesie spagnole"; la seconda pagina reca la raccomandazione di "rinumerare le poesie e reimpaginare". Questo lavoro di pulizia comprende più di 400 correzioni con passaggi che sono stati cancellati e che presentano varianti interessanti. La raccolta subirà ulteriori modifiche durante la battitura e le bozze; già nel manoscritto erano previste soppressioni di strofe e poesie, a conferma di un'esigenza che arriverà a tagliare la raccolta di quasi un quarto del volume. Si noti che il frontespizio della sezione Strofe (che diventerà Crittografie) reca il sottotitolo: "variantions sur des thèmes connus". Il manoscritto A permette di ricostruire la laboriosa genesi della raccolta, i cui testi riportano spesso le date di composizione, dall'agosto 1952 al luglio 1954. La "piccola prefazione" è fissata fin dalle prime stesure, con la celebre e illuminante frase: "La poesia è una lingua a parte che i poeti possono parlare senza paura, poiché le folle sono abituate a prendere per questa lingua un certo modo di usare la propria". Nel manoscritto A è intitolato Art poétique ed è completato da una nota autografa che ne indica la fonte: "Sartre cita una mia frase in cui dico che da bambino non credevo che gli stranieri parlassero una lingua, ma fingevano di parlarne una. Questa è la convinzione di molte persone che parlano di poeti"... Nel manoscritto B, il titolo precedente è cancellato e sostituito dalla Prefazione, con un paragrafo che alla fine verrà scartato: "La poesia obbliga ad annodare e sciogliere il filo della parola in modo tale che il suo gomitolo si svolga e non si riavvolga mai verso la strada". La divisione del libro in tre parti distinte è presente molto presto, come indica una bozza manoscritta di

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COCTEAU JEAN (1889-1963).

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