COCTEAU JEAN (1889-1963). MANOSCRITTO autografo "Jean Cocteau", La Corrida du 1e…
Descrizione

COCTEAU JEAN (1889-1963).

MANOSCRITTO autografo "Jean Cocteau", La Corrida du 1er mai, [1954-1957]; 152 pagine per lo più in-4, più dattiloscritti. Importante manoscritto che comprende tutti i primi appunti e le bozze da cui Cocteau, con l'aiuto di Jean-Marie Magnan, trarrà la versione finale de La Corrida du premier mai, che rappresenta circa un terzo della totalità di questo manoscritto. La Corrida du premier mai è stato pubblicato da Bernard Grasset nel 1957, con disegni dell'autore. "Pubblicata nel 1957, questa breve opera, dedicata "a Luis Miguel Dominguin e a Luis Escobar perché la traducesse per lui", si ispira alla scoperta della Spagna da parte di Jean Cocteau, che la visitò per la prima volta nell'estate del 1953 e in cui sarebbe tornato più volte fino alla morte, e in particolare a un evento accaduto il 1° maggio 1954: assistendo a una corrida nell'arena di Siviglia, Cocteau vide Damaso Gomez dedicare il suo toro. Da quel momento, con il cappello nero del matador sulle ginocchia, il poeta "diventa lo spettacolo a cui assiste": lo shock che prova è così violento che Cocteau si chiede se non sia stato la causa del primo infarto miocardico che subì un mese dopo. Cocteau capì allora il segreto di questo matrimonio tra la "Dama Bianca" (la Morte), rappresentata dal toro, suo "ambasciatore", e il torero, in questo combattimento in cui l'uomo diventa bestia per comprenderla, e viceversa, in cui uomo e bestia si scambiano alternativamente i ruoli e il sesso. Così, la corrida, che fino ad allora era stata esterna, fu incorporata nella sua mitologia personale, fino a rappresentarla. Da quel momento in poi, Jean Cocteau capì la Spagna e la amò con rispetto, con passione. Questo saggio sulla Spagna comprende anche: Hommage à Manolete (tre poesie, l'ultima in prosa); Notes sur un premier voyage en Espagne, del luglio 1954" (Jacques Brosse). Cocteau ha aggiunto una lettera d'addio a Federico [Garcia Lorca] e L'Improvisation de Rome, una trascrizione di un discorso su Picasso, registrato su un registratore dagli organizzatori della mostra di Picasso a Roma nel 1953. Tutti questi fogli sono raccolti in una cartella di cartone arancione con elastici, che reca il titolo "Corrida du 1er Mai" nella calligrafia di Carole Weisweiller e la seguente nota in quella di Jean Cocteau: "In breve, caro Jean-Marie, cancella tutto ciò che non è in contatto con la corrida e la Spagna. Jean". Come testimonia questo manoscritto, La Corrida du premier mai è stata una delle opere più difficili da completare per Cocteau. Nato dallo shock provato alla corrida del 1° maggio 1954 (una nota riporta la data esatta del 30 aprile, ma il 1° maggio è un titolo migliore!), il libro si pone l'ambizione di "fissare le modificazioni di coscienza ottenute in un francese da questa droga del popolo spagnolo: la corrida". Cocteau prende subito appunti sull'arte della corrida, sull'anima del popolo spagnolo, su Siviglia, rifiutando ogni facile pittoresco; vuole immergersi nel cuore di quella che è l'essenza della corrida, di cui sottolinea la dimensione tragica e sessuale. Questi testi eccezionalmente densi occupano generalmente una o due pagine e l'ambizione di Cocteau era senza dubbio quella di fonderli in un unico testo continuo. Ma a giugno, al suo ritorno a Santo Sospir, fu colpito da un infarto e non poté lavorare regolarmente. Ha continuato a prendere appunti, ma non è riuscito a ordinarli. Solo due anni dopo, all'inizio di ottobre del 1956, inviò queste pagine accumulate al giovane amico Jean-Marie MAGNAN, incaricato di rilegare questi appunti sparsi e di "ricostituire la bestia"; quest'ultimo, nato nel 1929 e anch'egli poeta, era di Arles, frequentatore abituale delle arene, e aveva fatto la conoscenza di Cocteau attraverso Lucien Clergue. Il presente manoscritto ci permette di misurare l'immenso "lavoro alla Champollion" (lettera del 17 ottobre) che egli compì. Ha cercato di trovare un'unità tematica in queste pagine, che ha raggruppato in diverse serie, numerate e decifrate. Cocteau gli rende omaggio alla fine del libro evocando questi "appunti illeggibili", da cui Magnan ha potuto trarre il testo, organizzando il testo estratto da questi file, che spesso erano in forma di bozze, come dimostrano i diversi formati di carta, l'uso di biro alternate a matita, e la natura talvolta frammentaria. L'ordinamento avveniva sotto il controllo del poeta, che adottava o modificava i suggerimenti del suo decifratore. Per dare maggiore unità al testo, sono stati eliminati passaggi importanti, in particolare le riflessioni sulla scienza moderna e sulla parascienza, dove Cocteau contrappone Paracelso e le scienze occulte al cartesianesimo. Di tutte queste riflessioni, solo due pagine rimarranno nella versione stampata. Gli insiemi presentati qui sono ovviamente molto densi, più sviluppati del testo finale. Lo stesso tema si sviluppa

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COCTEAU JEAN (1889-1963).

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