COCTEAU JEAN (1889-1963). L.A.S. "Jean Cocteau" e 7 L.A.
(verbali, alcuni firmat…
Descrizione

COCTEAU JEAN (1889-1963).

L.A.S. "Jean Cocteau" e 7 L.A. (verbali, alcuni firmati), [1938]; 22 pagine in-4 o in-8. Nizza impostata sulla minaccia di vietare la sua opera teatrale Les Parents terribles da parte de La Ville de Paris. [Presentata in prima assoluta il 14 novembre 1938 sul sito Ambassadeurs, la pièce Les Parents terribles suscitò una polemica, con una certa stampa che la denunciò come apologia dell'incesto. Il Comune di Parigi minacciò di vietare gli spettacoli, poiché la città era in parte responsabile della gestione del teatro. Il 4 gennaio 1939, la commedia fu trasferita alle Bouffes-Parisiens, riscuotendo un grande successo] - Messaggio ai suoi attori, o appello alla gente di teatro e al pubblico: "Ho sempre lavorato per voi. Hai sempre lottato per me. Siamo in causa comune. Quando, nonostante i vostri maestri, il consiglio comunale decide che il mio spettacolo è pericoloso, non solo sbaglia deliberatamente, e minaccia la libertà del teatro, ma vi prende anche per matti. Questo scandalo è il primo campanello di una vergognosa offensiva che vorrebbe sopprimere, in origine e in blocco, il lavoro dei nostri Classici. Tutti hanno conosciuto questi ostacoli ipocriti e sono sopravvissuti. [...] Accetto, se necessario, un tribunale che giudichi i pericoli che Les Parents terribles rappresentano per i giovani. [...] Se la nostra epoca giudica immorale un'opera che tratta di tutti i sentimenti nobili ed eterni, è perché siamo minacciati dalla censura e dal grande metodo di ottenere l'uguaglianza dal basso"... - Bozze di lettere di Jean Cocteau a varie autorità, tra cui il Presidente del Consiglio comunale di Parigi, il Prefetto di polizia e il Consiglio comunale di Parigi, e persino il Presidente della Repubblica. "Il Consiglio comunale si è appena coperto di vergogna e di ridicolo. [...] Con quale diritto, chiedo, quarantasette signori non istruiti osano prendere misure nei confronti dei bambini della scuola che dovrebbero essere prese solo dai loro insegnanti? In un post scriptum barrato, Cocteau reagisce alle "minacce della polizia" nei suoi confronti: "Per trent'anni ho vissuto in una casa di vetro. Se faccio cose terribili, le grido dai tetti, chiedo solo uno scandalo che mi permetta di esprimermi alla luce del sole"... - Al Presidente del Consiglio Comunale. "Non esito più a rivolgermi alla vostra alta autorità per lamentarmi non del fatto che mi venga tolto il teatro, dove non resterò con nessun pretesto (tutti i direttori di Parigi mi hanno offerto i loro teatri), ma di un insulto e di un'ingiustizia che rischia di compromettere il mio lavoro e la letteratura francese all'estero. Il Consiglio Comunale ha decretato, senza conoscere la mia opera, che è pornografica. [...] Mi scuso, signor Presidente, per averle fatto giudicare un tale scandalo, ma mi opprime e rischia di mettere la Francia tra i paesi che bruciano le opere che li onorano"... - A Presidente del Consiglio comunale di Parigi: "Sarebbe grave se la Francia diventasse uno di quei Paesi che bruciano i libri e cacciano gli artisti in nome di una falsa morale. [...] Un'opera teatrale è un'azione. Non può essere un'azione né buona né cattiva. I secoli lo dimostrano"... - Lettera aperta a Les Heures de Paris (che la pubblicò il 29 dicembre 1938). "Odio il fango e mi rifiuto di continuare a muovermi in esso". Lascia gli Ambassadeurs per le Bouffes... "Dire che la mia opera è pornografica è odioso. [...] Protesto contro queste manovre per il pericolo che rappresentano per il futuro delle lettere. È insopportabile immaginare una Francia che brucia i libri e scaccia gli artisti in nome di un'ignoranza ipocrita"... -Lettera aperta a Henry Bernstein: "La nostra amicizia non può essere toccata. [...] Voi amate e desiderate gli ambasciatori. Prendeteli. Andrò ovunque per portare il mio carro. [...] vado, con gioia, in un vero teatro, un teatro nello stile del Vaudeville e del Gymnase, un teatro dove ho imparato ad ammirarvi, dove il Segreto mi ha dato l'esempio dei vostri segreti...". In allegato la risposta di Henry BERNSTEIN (L.S., 28 dicembre 1938). - Nota per la stampa (sul retro della copia dattiloscritta della lettera aperta a Bernstein): "Parlare di me non è più parlare di me - la questione si è singolarmente allargata - la Francia e i paesi della censura. [...] accetto solo un tribunale, quello di ogni sera, il pubblico gremito che acclama i miei artisti"... In allegato copie autografe di estratti di articoli (1 p. in-4 su carta intestata del Théâtre des Ambassadeurs); e il dattiloscritto corretto di un manifesto agli Étudiants (3 p. in-4).

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