BARBEY D'AUREVILLY Jules (1808-1889). Manoscritto autografo, À un dîner d'athées…
Descrizione

BARBEY D'AUREVILLY Jules (1808-1889).

manoscritto autografo, À un dîner d'athées; 38 fogli (31 x 20 cm) montati su linguette e rilegati in un volume in folio, in marocchino rosso, tavole decorate con una serie di 9 filetti dorati, fodera e carte finali in pergamena all'interno di una cornice in marocchino decorata con sei filetti dorati, dorso a 5 nervi (A. Dodé). Prezioso manoscritto di lavoro, molto corretto, del quinto romanzo di Les Diaboliques. Manoscritto completo, tranne la prima e l'ultima pagina, qui copiate di mano di Louise Read (ff. 1 e 1 bis, e 37) [la prima pagina è stata riprodotta in facsimile nel quinto numero della rivista le Manuscrit autographe nel 1926]. La pagina 2 inizia come segue: "che pregavano a bassa voce, in questo grande vaso silenzioso e buio e dal silenzio reso più sonoro, facevano quel singolare mormorio che è come il rumore di un nugolo di anime, visibile solo all'occhio di Dio". La pagina 36 si conclude con queste frasi: "È vero, dice Mesnilgrand. Mi ci fai pensare. Ecco cosa mi resta da dire, a Rançonnet e a voi. Ho portato, per anni, al fuoco"... Il manoscritto è scritto principalmente in inchiostro marrone o nero, sul fronte dei fogli numerati da Barbey da 2 a 36; ma Barbey ha usato anche inchiostri colorati: rosso, verde, blu, viola. Contiene numerose cancellature, cancellazioni, correzioni e aggiunte, a inchiostro o a matita. Prime bozze a matita, con ampie cancellature e correzioni, si trovano sul verso dei ff. 17, 34 e 36; conti domestici si trovano sul verso dei ff. 26 e 32. Il testo presenta molte variazioni rispetto alla versione pubblicata; il capitano Rançonnet che sorprende Mesnilgrand nella chiesa all'inizio della novella è chiamato Ranconnant nelle prime pagine e poi assume il suo nome definitivo; il maggiore Ydow è chiamato qui Ydou. Tre disegni di cibori in inchiostro colorato punteggiano il racconto ai ff. 4, 14 e 15. La raccolta Les Diaboliques, pubblicata da Dentu nel novembre 1874, è il culmine di una lunga genesi che risale al 1850. Il quinto racconto di questo libro scandalistico, originariamente intitolato Ricochets de conversation, racconta le osservazioni fatte durante una cena a cui partecipano una ventina di invitati, tutti ferocemente atei e senza Dio, a casa dello Chevalier de Mesnilgrand, il quale, all'inizio del racconto, viene visto entrare di nascosto nella chiesa del piccolo paese e consegnare un pacco al sacerdote nel confessionale; è stato sorpreso dall'amico Rançonnet, che lo esorta a spiegarsi di fronte ai suoi compagni atei. Mesnilgrand, capitano delle armate napoleoniche, è diventato l'amante della bella Rosalba, detta La Pudica, moglie (o meglio amante) del maggiore Ydow in Spagna. Rosalba rimane incinta. Il bambino muore pochi mesi dopo la nascita e Ydow, pazzo di dolore, ne fa imbalsamare il cuore e lo chiude in un'urna di cristallo per portarlo sempre con sé. Quando scopre di non essere il padre, rompe l'urna e punisce La Pudica per il suo peccato sigillandola con cera fusa. Mesnilgrand uccide Ydow e raccoglie il cuoricino, che ha portato a lungo con sé, come una reliquia, prima di affidarlo a un sacerdote, affinché riposi finalmente in terra cristiana. Questo prezioso manoscritto, con molte correzioni, è rimasto sconosciuto agli editori di Barbey d'Aurevilly. Provenienza: Colonnello Daniel Sickles (I, n° 17), Hubert Heilbronn (ex-libris, vendita di Sotheby's, Parigi 21 maggio 2008).

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