Null (Corti) [Recensione] (BRETON, André, ARAGON, Louis, SOUPAULT, Philipe, Dire…
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(Corti) [Recensione] (BRETON, André, ARAGON, Louis, SOUPAULT, Philipe, Direzione di) : LETTERATURA dal n°1 del marzo 1919 al n°12 del febbraio 1920 poi Nuova Serie: n°1 del marzo 1922; n°5 dell'ottobre 1922; n°6 del novembre 1922 e dal n°8 del gennaio 1923 al n°10 del maggio 1923.18 numeri in-8°. I primi 12 rilegati in 1 volume di mezza basetta nera con copertine conservate, non rifilate. E gli altri 6 numeri, spillati con copertine illustrate da Picabia. Per questi ultimi 6 numeri sono presenti gli hors-texte volanti (Max Ernest; Man Ray; Picabia. G. de Chirico) tranne quello del n° 10 della nuova serie. La copertina del n°1 della nuova serie è staccata e presenta piccoli strappi. André Breton mantenne il titolo di Letteratura proposto da Paul Valéry, ispirato da un'arte poetica di Verlaine (1874) la cui ultima frase è: "E tutto il resto è letteratura". Breton direbbe che il titolo è stato adottato come antifrasi, in uno spirito di derisione.

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(Corti) [Recensione] (BRETON, André, ARAGON, Louis, SOUPAULT, Philipe, Direzione di) : LETTERATURA dal n°1 del marzo 1919 al n°12 del febbraio 1920 poi Nuova Serie: n°1 del marzo 1922; n°5 dell'ottobre 1922; n°6 del novembre 1922 e dal n°8 del gennaio 1923 al n°10 del maggio 1923.18 numeri in-8°. I primi 12 rilegati in 1 volume di mezza basetta nera con copertine conservate, non rifilate. E gli altri 6 numeri, spillati con copertine illustrate da Picabia. Per questi ultimi 6 numeri sono presenti gli hors-texte volanti (Max Ernest; Man Ray; Picabia. G. de Chirico) tranne quello del n° 10 della nuova serie. La copertina del n°1 della nuova serie è staccata e presenta piccoli strappi. André Breton mantenne il titolo di Letteratura proposto da Paul Valéry, ispirato da un'arte poetica di Verlaine (1874) la cui ultima frase è: "E tutto il resto è letteratura". Breton direbbe che il titolo è stato adottato come antifrasi, in uno spirito di derisione.

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Louis ARAGON (1897-1982). Manoscritto autografo, firmato in testa, Aragon vous parle de lui-même, [1959]; 6 pagine in-4, con alcune cancellature e correzioni. Bellissimo testo di Aragon sulla sua poesia (pubblicato su France Nouvelle, settimanale del Partito Comunista Francese, 17 dicembre 1959). "Come si fa a parlare di sé quando il mondo risuona del suono della tragedia... e la vita spazzata via dalle acque del Malpasset, il Fréjus sotto una pioggia incessante, i corpi dragati al largo di Saint-Raphaël, e questi drammi mi sono stati trasmessi dai volti di Anne Philipe e Michèle Morgan [...] È proprio della tragedia che André Malraux, la cui disinvoltura nel giudicare Racine non mi è piaciuta molto, ha fatto il suo cavallo di battaglia nei teatri nazionali. Chiunque può biasimarlo. Non ho voglia di discutere con lui [...] non posso negargli il senso della tragedia, e sono affari suoi se si associa a questa specie di commedia-buffa che trasforma i ministri dell'Istruzione o della Cultura in personaggi di Flers e Caillavet"... È in occasione di un'antologia delle sue poesie che Aragon evoca "queste riflessioni dimenticate, sparse per tutta la mia vita [...] Una poesia è datata come un articolo [...] quindi si capirà che, rileggendomi, vedo, allo specchio, sopra le mie spalle, un mondo che i versi quanto me stesso mi mostrano, il diario del tempo passato, la storia degli altri, che è anche la mia storia". Aragon si sofferma su Feu de joie, scritto nel 1918, che "apparve contemporaneamente a Mont de Piété di André Breton, segnato da questo divorzio volontario dal mallarmismo della prima giovinezza (che forse resterò l'unico ad amare contro il poeta stesso), questa scienza estrema del verso tradizionale, per gettarsi nel fuoco di un modernismo che non era ancora surrealismo". Ricorda la genesi della "cospirazione speciale" del Surrealismo intorno alla rivista Littérature, con Soupault, Eluard e Tzara, venuti da Zurigo "per far esplodere qui la bomba Dada", l'adesione al Partito Comunista nel 1927, e gli scontri con gli amici "sulla concezione stessa della poesia"; e Aragon ricopia poi una poesia di Feu de joie, il Couplet de l'Amant d'Opéra, e si interroga su certe poesie direttamente legate alla storia... "Non saremo stati altro che una circostanza, la traccia di un passo. Forse, però, chi troverà la vita sotto le nostre parole, dietro le parole il pulsare della storia, del nostro passaggio, della nostra inutilità, potrà dedurre la strada percorsa, e il cammino di quest'Uomo a cui noi capitoliamo come una foglia di fico alle statue, il senso almeno della sua marcia, della nostra tragedia".