Alfred Jarry.

Lettera indirizzata a Laurent Tailhade. Parigi, 2 aprile 1906. Lettera autografa firmata, 2 pagine in-8, su doppio foglio di carta intestata del Mercure de France. Importante lettera sul teatro Mirlitonesque e sul progetto di mettere in scena Ubu roi, a uno dei suoi più ferventi sostenitori. Approva l'idea di una conferenza di Tailhade che preceda una rappresentazione ridotta di Ubu, di cui Kolney, cognato di Laurent Tailhade, lo ha informato. Un tale progetto mi sorride, prima di tutto lei conosce la mia ammirazione per lei, e sarei molto orgoglioso se Monsieuze [sic] Ubu, che lei era già disposto a glorificare (in particolare con il "vive l'armerdre!" e altre menzioni e citazioni), fosse consacrato in questo modo da lei, e poi Gémier, come sa, ha annunciato a più riprese una tale rievocazione - durante il suo teatro - che non ha avuto luogo, soprattutto perché ho lasciato Parigi in quel periodo. Credo, inoltre, che Guitry, che vedo spesso in campagna su Demi-Lune, non rifiuterebbe di prestare il suo teatro; il momento gli sembra propizio, annunciando due romanzi in uscita da Fasquelle e una serie di volumi barocchi, a cura di Sansot, che ha intitolato Théâtre Mirlitonesque e di cui tre contengono "l'Ubu inedito e una versione abbreviata (giustamente!) dell'Ubu per la marionetta - e gli altri tre dedicati a brani in versi 'mirlitoneschi'. Il teatro ubuesco e mirlitonesco sarebbe, credo, un argomento che non dispiacerebbe alla Vostra Truculenza, e della conferenza sareste liberi di fare, per la nostra gioia, un grosso, grasso, grazioso libretto da Sansot". Il progetto di una conferenza non ebbe successo. Il progetto della conferenza non si realizzò e quell'anno furono pubblicati da Sansot solo due volumi di teatro mirlitonesco, Par la taille e Ubu sur la butte, una riduzione di Ubu roi in due atti. Solo dopo la morte di Jarry, Ubu fu messo in scena per la seconda volta al Théâtre Antoine, dodici anni dopo la sua creazione nel 1896. Questa lettera fu pubblicata nel n° 10 dei Cahiers du Collège de Pataphysique, che servì da "patalogo" per la famosa Expojarrysition del 1953.