Null Paesi Bassi meridionali, seconda metà del XVI secolo Virtù: Umiltà o Pietà
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Descrizione

Paesi Bassi meridionali, seconda metà del XVI secolo Virtù: Umiltà o Pietà Forte rilievo in alabastro, retro scavato Porta le iniziali "T" e "AL" sulla parte anteriore del panneggio H. 160 cm Erosione della pelle, incidenti e parti mancanti, vecchi restauri al naso, al sopracciglio sinistro e al labbro inferiore Letteratura correlata: - De Reymaeker, 'A la (re)découverte de Jacques Du Broeucq,' e R. Didier, 'Les œuvres du sculpteur Jacques Du Broeucq,' in Jacques Du Broeucq, sculpteur et architecte de la Renaissance, ex cat, Mons, 1985, pp. 11-30, 31-102; - Jacques du Broeucq de Mons (1505-1584), Maitre artiste de l'empereur Charles Quint, catalogo della mostra organizzata alla Salle Saint Georges e alla Collégiale Sainte Waudru di Mons nonché alla cappella funeraria dei Seigneurs de Bossu dal 24 giugno al 2 ottobre 2005, 2005; - Aleksandra Lipinskà, Sculture in movimento. Southern Nethelandish Alabasters from the 16th to 17th centuries in Central and Northern Europe, Brill, Leiden, 2015; - E. M. Kavaler, F. Scholten, J. Woodall, Netherlandish Sculpture of the 16th century, Netherlands Yearbook for History of Art, no. 67, Brill, Leiden, Boston, 2017. Per il suo materiale - l'alabastro -, il suo soggetto - la rappresentazione allegorica di una virtù - e il suo stile manierista, questa imponente scultura è una raffinata espressione del linguaggio artistico specifico dell'Olanda meridionale nella seconda metà del XVI secolo. L'evoluzione della scultura funeraria ispirata al vocabolario architettonico dell'antichità offrì ad artisti e architetti un nuovo terreno di coltura per la creatività in questo periodo di diffusione del Rinascimento italiano. La creazione di veri e propri monumenti commemorativi offrì una molteplicità di nuove forme plastiche: recumbent, preghiere e trance per praticare l'arte del ritratto, elementi architettonici e una tavolozza di motivi decorativi per trascrivere il repertorio antico; figure allegoriche che incorniciavano il defunto o utilizzate come cariatidi, sostituirono sempre più la coorte medievale dei santi. (cfr. Michel Colombe, Le quattro virtù cardinali della tomba dei duchi di Bretagna Francesco II e Margherita di Foix, Nantes, 1502-1507, marmo, Cattedrale di San Pietro e San Paolo). Il famoso gruppo di Virtù creato tra il 1535 e il 1549 da Jacques du Broeucq per lo schermo rood della Collegiata di Saint Waudru a Mons è all'origine di questa specifica mania per le figure allegoriche nei Paesi Bassi del Sud. Scolpite in alabastro - un materiale favorito in questa regione, in competizione con il marmo italiano - queste figure femminili traspongono i canoni ideali della bellezza antica e la ricerca del dettaglio decorativo e dell'espressione, pur mantenendo la loro funzione di supporto dell'etica cristiana. L'influenza di questo capolavoro rinascimentale sulla scultura di questa regione fu primordiale, ripresa e diffusa da artisti rinomati per la promozione dello stile manierista come Jean Mone o Cornelis Floris. La nostra bella scultura si inserisce perfettamente in questa produzione raffinata e simbolica: vestita con un abito antico dai panneggi fluenti e con una ricca acconciatura, la nostra Virtù presenta, nel suo atteggiamento e nell'espressione del suo viso liscio, una dolcezza esemplare. Anche se non ha più l'attributo che permetterebbe di identificarla, possiamo supporre, grazie alla sua mano sinistra scivolata sotto il drappeggio e posta delicatamente sul seno destro, che rappresenti l'Umiltà o la Pietà.

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Paesi Bassi meridionali, seconda metà del XVI secolo Virtù: Umiltà o Pietà Forte rilievo in alabastro, retro scavato Porta le iniziali "T" e "AL" sulla parte anteriore del panneggio H. 160 cm Erosione della pelle, incidenti e parti mancanti, vecchi restauri al naso, al sopracciglio sinistro e al labbro inferiore Letteratura correlata: - De Reymaeker, 'A la (re)découverte de Jacques Du Broeucq,' e R. Didier, 'Les œuvres du sculpteur Jacques Du Broeucq,' in Jacques Du Broeucq, sculpteur et architecte de la Renaissance, ex cat, Mons, 1985, pp. 11-30, 31-102; - Jacques du Broeucq de Mons (1505-1584), Maitre artiste de l'empereur Charles Quint, catalogo della mostra organizzata alla Salle Saint Georges e alla Collégiale Sainte Waudru di Mons nonché alla cappella funeraria dei Seigneurs de Bossu dal 24 giugno al 2 ottobre 2005, 2005; - Aleksandra Lipinskà, Sculture in movimento. Southern Nethelandish Alabasters from the 16th to 17th centuries in Central and Northern Europe, Brill, Leiden, 2015; - E. M. Kavaler, F. Scholten, J. Woodall, Netherlandish Sculpture of the 16th century, Netherlands Yearbook for History of Art, no. 67, Brill, Leiden, Boston, 2017. Per il suo materiale - l'alabastro -, il suo soggetto - la rappresentazione allegorica di una virtù - e il suo stile manierista, questa imponente scultura è una raffinata espressione del linguaggio artistico specifico dell'Olanda meridionale nella seconda metà del XVI secolo. L'evoluzione della scultura funeraria ispirata al vocabolario architettonico dell'antichità offrì ad artisti e architetti un nuovo terreno di coltura per la creatività in questo periodo di diffusione del Rinascimento italiano. La creazione di veri e propri monumenti commemorativi offrì una molteplicità di nuove forme plastiche: recumbent, preghiere e trance per praticare l'arte del ritratto, elementi architettonici e una tavolozza di motivi decorativi per trascrivere il repertorio antico; figure allegoriche che incorniciavano il defunto o utilizzate come cariatidi, sostituirono sempre più la coorte medievale dei santi. (cfr. Michel Colombe, Le quattro virtù cardinali della tomba dei duchi di Bretagna Francesco II e Margherita di Foix, Nantes, 1502-1507, marmo, Cattedrale di San Pietro e San Paolo). Il famoso gruppo di Virtù creato tra il 1535 e il 1549 da Jacques du Broeucq per lo schermo rood della Collegiata di Saint Waudru a Mons è all'origine di questa specifica mania per le figure allegoriche nei Paesi Bassi del Sud. Scolpite in alabastro - un materiale favorito in questa regione, in competizione con il marmo italiano - queste figure femminili traspongono i canoni ideali della bellezza antica e la ricerca del dettaglio decorativo e dell'espressione, pur mantenendo la loro funzione di supporto dell'etica cristiana. L'influenza di questo capolavoro rinascimentale sulla scultura di questa regione fu primordiale, ripresa e diffusa da artisti rinomati per la promozione dello stile manierista come Jean Mone o Cornelis Floris. La nostra bella scultura si inserisce perfettamente in questa produzione raffinata e simbolica: vestita con un abito antico dai panneggi fluenti e con una ricca acconciatura, la nostra Virtù presenta, nel suo atteggiamento e nell'espressione del suo viso liscio, una dolcezza esemplare. Anche se non ha più l'attributo che permetterebbe di identificarla, possiamo supporre, grazie alla sua mano sinistra scivolata sotto il drappeggio e posta delicatamente sul seno destro, che rappresenti l'Umiltà o la Pietà.

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